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A svegliarmi, è il leggero movimento della coperta tirata lungo tutto il mio corpo, fino a coprirmi il volto.

Improvvisamente, è come se sentissi di nuovo le mani di Ashton su di me.

"Fermo!" Urlo, scattando seduta mentre mi tengo le braccia al petto, spaventata, e, solo quando mi rendo conto che davanti a me c'è Peter, e non Ashton, capisco il mio errore.

"Scusa." Dice, lui, fermo al suo posto in piedi davanti al mio lato del letto "Non volevo svegliarti, solo coprirti: fa fresco, 'sta mattina."

Lo guardo ad occhi sgranati, sempre con l'orribile sensazione della paura ad impegnarmi la pelle, quasi come un secondo vestito.

È difficile pensare di dimenticare ciò che mi ha fatto Ashton, perché ormai ho la sua firma su ogni centimetro di corpo e di anima.

Vorrei riuscire a non pensarlo.

"Comunque, se vuoi, puoi restare a letto." Mi dice, sempre gentile "Io devo andare a parlare con Tristan e con Kian, ma tornerò presto."

"Te ne vai?" E vorrei davvero che il mio tono di voce non sembrasse quello di una bambina spaventata ma, ormai, non posso farci più niente.

È questo ciò che mi hanno fatto diventare.

Peter corruccia lo sguardo, sorpreso tanto quanto me, e poi sospira, sedendosi sul letto al mio fianco.

"Chiederò a Sarah di venirti a fare compagnia, va bene?"

"Sarah?" Chiedo, confusa.

Lui annuisce, e mi fa un piccolo sorriso, cercando di rassicurarmi "È come una seconda madre per me, vedrai che ti divertirai."

Si rimette in piedi, e poi lo vedo afferrare dalla sedia i suoi vestiti, lasciandoli sul bordo del letto "Le chiederò di mostrarti le docce, così potrai rilassarti un poco."

Sarebbe bello se bastasse una doccia per quello.

Stringo il maglione caldo fra le dita, cercando di tranquillizzarmi, e poi sollevo di nuovo lo sguardo su di lui, sempre intimorita.

"Pensi che lui riuscirà a trovarmi?"

"Lui?" Chiede, confuso.

Annuisco, abbassando lo sguardo "Ashton."

Solo a pronunciare quel nome, una lunga scarica di brividi percorre il mio corpo, facendo bruciare le vecchie ferite.

È per la prima volta dopo tre anni in cui io mi ritrovo ad essere lontana da lui, dal suo controllo, ed è come se non sapessi più cosa debba significare vivere in questo modo.

È come se avessi una sorta di paura, e so che è stupido, perché dovrei essere felice di essere finalmente scappata da lui, ma ormai ero così abituata a subire la sua violenza che era diventata quella la mia normalità.

Ed ora, il pensare di dover ricominciare da capo mi spaventa.

Dio, sto ragionando come una vittima, ed è quasi imbarazzante, oltre che mortificante, perché io non sono questo.

Io amavo la mia vita, amavo l'essere sfrontata e coraggiosa e il pensare di avere così tanti giorni da potermi godere.

Ashton mi ha tolto tutto.

Una mano passa distratta fra le mie ciocche castane, e io subito sollevo lo sguardo, ritrovandomi davanti il sorriso cordiale di Peter.

"Non tornerà più, Shari: se ne è andato."

"E se non fosse così?" Ribatto, sempre sull'orlo di una crisi "Se provasse a venire qui?"

"In quel caso," dice, lentamente "lo uccideremo."

Warm heartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora