Capitolo 2

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Non ho mai preso un treno.

Lo so è ridicolo, ma credetemi questa è la prima volta che vedo il freccia rossa.

Quando mia madre mi aveva detto che sarei andata in treno a Bologna, avevo fissa in mente l'immagine di una stazione tipo King's Cross con il classico trenino a vapore dei cartoni.

Ha quasi vent'anni e non è mai salita su un treno? So che ve lo state chiedendo e ahimè è proprio così.

Anzi a dire la verità mi immaginavo anche un sacco di persone che abbracciavano e sbaciucchiavano i loro familiari in partenza, stile Titanic, ma qui non ci sono né baci né tristi addii, c'è solo una massa informe di gente che sale sul treno freneticamente, con l'indifferenza più totale.
L'unica a ricevere sdolcinatezze e sbaciucchiamenti sono io.

Mia mamma mi ha ripetuto un'ultima volta l'elenco delle raccomandazioni tutto d'un fiato e con un ultimo saluto a tutti sono balzata su quel treno più in fretta che potevo, prima che ricominciasse di nuovo la tiritera.

C'è un sacco di gente. Troppa.

Una vecchietta sta camminando in cima alla fila del corridoio principale e siamo tutti schiacciati come sardine in una lunga processione, alla ricerca disperata del nostro posto.

Leggo il numero del mio sul biglietto, ormai tutto spiegazzato e cerco di sorpassare, chiedendo permesso qua e là.

Lo trovo per puro caso.
Per fortuna non è vicino al finestrino: odio i posti vicini al finestrino, ci sono tutti gli insetti e le caccole spiaccicate sopra, almeno sugli autobus è sempre così.

Sollevo la valigia e la posiziono negli appositi spazi sopra i sedili da quattro.
Negli altri tre posti non c'è nessuno e spero che sia così per il resto del viaggio.
Non ho voglia di parlare con qualcuno, né tantomeno di fare conoscenze amichevoli.

Finalmente sola.

Mi piace un sacco stare da sola, le persone cercano sempre la presenza di qualcuno, qualsiasi esso sia, solo per dire di non essere "soli", ma forse proprio non capiscono che a volte si è più in solitudine con gli altri che con se stessi.

Attacco le cuffiette all'iPhone e scorro le musiche che ho scaricato in fretta stamattina.

Messaggio da Riccardo:
Mi chiamerai almeno ogni sera?

Sorrido involontariamente.
Dopotutto è un bravo ragazzo e mi dispiace di non passare l'estate con lui, so che ci teneva.

Rispondo al messaggio e chiudo finalmente gli occhi, facendomi trasportare dalla musica che ho nelle orecchie.

"-Scusami!! Scusami potrei passare?-"
Mi sveglio di soprassalto, un po' stordita, devo essermi addormentata per qualche minuto.
La musica dell'iPhone mi sta torturando le orecchie.

Stacco le cuffiette e alzo lo sguardo verso la voce che mi ha svegliato.
È una ragazza sui venti con dei grossi occhiali da sole e un top albicocca.
Resta impalata accanto al mio sedile a fissarmi come se fossi io quella che dovrebbe scusarsi.

"-Il mio posto è affianco al tuo, dovresti spostarti-"

Stiracchio le braccia in avanti lentamente, devo svegliarmi per bene di solito, prima di iniziare a litigare.

"-Mi hai sentito ragazzina? Devo passare!-"

Respiro. Ok. Respiro. Posso restare calma, si posso farlo, non è così difficile in fondo. Autocontrollo.
Sono tranquillissima.
Si sono decisamente tranquilla rispetto alla situazione.
Sto migliorando.

Solo un bacioWhere stories live. Discover now