eight.

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«Tu sei proprio sicuro di voler partire con il polso in quelle condizioni?»
Mi giro un secondo per guardarlo e scuoto la testa.
«Zitto Louis, zitto, non me lo ricordare.»
Scoppi a ridere e mi prendi la mano posando la testa sul tuo cuscinetto in aereo.
Una tua certezza, insomma.
Come la mia chitarra.
Ad ognuno il suo.
«Ancora non ci credo che mi porti a Tokyo»
Sorrido prima di avvicinarmi a te e ti bacio la guancia, «Te lo avevo promesso»
Una volta fatta l'operazione è stato il mio primo pensiero.
Non dobbiamo lavorare per un po', e quale migliore occasione per partire?
«Io spero che tu abbia per lo meno una lista delle cose che vuoi vedere»
Ti giri per guardarmi e ti indichi quasi offeso.
«Ti sembro il tipo? No dico, ti sembro uno che fa una lista dei posti da vedere? Al massimo avrò visto qualche zona nei film!»
Non ti smentisci mai.
«Stiamo andando in un posto senza che tu abbia mai visto niente?»
«È questa la cosa bella Harold!»
Ti guardi intorno e ti tieni forte quando ci prepariamo al decollo.
«Ma bella cosa?»
«Visitare un posto nuovo insieme! Dai, tanto a Tokyo ci siamo già stati! Dovremo solo trovare nuove vie e cose così, non sarà così traumatico»
Guardi fuori dal finestrino e dai qualche colpo prima di affacciarti.
«Addio Londra! Ci vediamo tra due settimane!» dici portando due dita sulla fronte facendo il segno del capitano.
«Ah» sospiri ad occhi chiusi riappoggiando la testa contro il sedile, «Addio Londra, addio Danielle, addio impegni e addio tutto!»
Sembri rilassato.
Sei felice, spensierato e non vedi l'ora di arrivare lì e passare due settimane solo con me.
Sei anche impaziente di vedere posti nuovi, di scoprire, di conoscere e di provare cibo diverso.
La tua curiosità ti ha sempre portato così lontano.
È una delle cose che preferisci dell'essere famoso, lo hai sempre detto.
'La gente legge e guarda i film per conoscere il mondo. Io che posso farlo, preferisco viaggiare'.
E quindi voli.
Voli e corri in aerei e treni per andare ovunque e conoscere più cose possibili per poi mostrarmele.
Oppure, quando sai che sarò io a viaggiare, mi chiedi di segnarmi dei posti che devi assolutamente vedere.
Belli o brutti che siano, ti basta che mi abbiano fatto pensare a te.
Mi avvicino al tuo collo e te lo accarezzo con le labbra.
«Quindi stai scappando da Londra, da Danielle e dagli impegni?» ti chiedo all'orecchio.
Ti giri di scatto per guardarmi e mi sorridi quando passo il pollice sulle tue dita.
«Sì, infatti ti sto tenendo la mano»

~·~

«Basta! Io ci rinuncio!»
Scoppio a ridere mentre continuo a mangiare e prendo del riso con le bacchette giapponesi, «Non ci riesci?»
Siamo a Tokyo da due giorni e già stai perdendo la pazienza.
«No Harry. E non azzardarti a prendermi in giro che ti giuro che mi alzo e me ne vado!»
Sarebbe un'impresa alzarti.
Ti sei seduto per terra per mangiare ed hai le gambe in una posizione improponibile.
'Vuoi mangiare giapponese Harold? E allora mangiamo come i giapponesi!'
Ti sei seduto ed hai preso piatti e bacchette, e nel frattempo io sono rimasto in piedi a guardarti.
Mi sono seduto poco dopo.
«Come fa la gente a mangiare con questi cosi?»
«Io ci riesco»
Sbuffi e butti le bacchette nel piatto.
«Non tutti siamo dei sotuttoio Harold, mi hai capito? In più io ho le mani piccole, mi risulta difficile tenere le bacchette in un certo modo!»
«Che c'entra che hai le mani piccole?»
Riprendi le bacchette in mano e tenti di mangiare.
«Mi serviva una scusa»
Rido e mi metto sulle ginocchia.
«Che stai facendo?»
«Ti aiuto»
«Se mi imbocchi ti giuro che è l'ultima cosa che fai»
Porto la mano davanti alla bocca per trattenere una risata e continuo a guardarti.
«E perché?»
«Perché non sono un poppante, non ho bisogno che tu mi imbocchi!»
Scuoto la testa gattono verso di te.
«Le coppie si imboccano»
«Le coppie normali lo fanno. Io e te da quando siamo normali?»
Giusto.
Io e te non siamo mai stati normali.
Lo dici tu stesso che la normalità è noiosa, e tu che odi la noia piuttosto che viverla faresti di tutto.
Ed io, follemente innamorato di queste tue manie, ti seguo.
«Non voglio imboccarti»
«Ecco, bravo.»
Mi siedo alle tue spalle e metto le gambe accanto alle tue.
Faccio poggiare la tua schiena sul mio petto, e ti bacio il collo mentre metto le mani sui tuoi fianchi.
«Che stai facendo?»
Stai ridendo.
Ed hai anche la pelle d'oca.
«Niente»
«No, stai complottando qualcosa»
«Forse»
Porto una mano sulla tua spalla e percorro tutto il tuo braccio fino ad arrivare al tuo polso.
«Non è difficile usare le bacchette»
In un'altra occasione mi avresti ucciso con lo sguardo.
Mi avresti dato contro, avresti urlato e poi mi avresti insultato, perché da me puoi sopportare tutto, ma non che io ti tratti come uno stupido.
Stavolta invece sei rimasto zitto.
Non parli e ti lasci guidare dai miei movimenti.
«Devi mettere questo dito qui. Poi prendi quello che vuoi mangiare e non muovere le dita. Devi muovere solo il braccio Lou, solo il braccio.»
Ti accarezzo il fianco con l'altra mano mentre avvicino le bacchette alla tua bocca per farti mangiare, e tu rimani immobile a guardare la cosa che ti ho appena insegnato.
«Assaggia adesso»
Apri la bocca e mangi, assaggi e provi e scopri che ti piace tantissimo.
«Come fai?»
Non lo so neanch'io.
«Vale come imboccarti?»
Rimetti la mia mano sulla tua e rifai lo stesso movimento di prima.
«No» mi dici una volta ingoiato il secondo boccone, «Questo non vale»

Silence & Sound.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora