Capitolo 13

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Capitolo 13

*bip bip*

Presi il cellulare di fretta e furia dalla tasca dei jeans aderenti, lo schermo era ancora illuminato mostrandomi che avevo ricevuto un nuovo messaggio.

Sbloccai inserendo il codice e mossi velocemente le mie dita sulla superficie luminosa per vedere chi mi avesse scritto.

Oggio riesci a prendere la radiale e tornare a casa da sola? Ho avuto un imprevisto sul lavoro e finirò un po' più tardi

Ti voglio bene, papà

Sbuffai rendendomi conto che la persona che mi aveva scritto non era quella che speravo fosse.

Risposi a mio padre e riposi il telefono dove era stato fino a qualche minuti prima per tornare ad ascoltare a malavoglia la noiosissima lezione di storia.

Jonathan non mi aveva più scritto se non il giorno dopo il litigio per dirmi che se veramente per me era stato un "errore" avrebbe smesso di esistere per me, e così aveva fatto. Non aveva rispondo neanche ad uno dei miei 100 e passa messaggi di scuse, non mi aveva degnato di un saluto o di uno sguardo se ci eravamo per caso incrociati per strada, si comportava esattamente come se non mi avesse mai conosciuto e io ci soffrivo molto più dei dovuto poiché nonostante tutto io non riuscivo a dimenticarlo.

Mi mancava tremendamente nonostante non provassi più assolutamente nulla nei suoi confronti se non una pura e sincera amicizia fraterna, sentivo il bisogno di tornare a passare i pomeriggi insieme, a scriverci giorno e notte messaggi anche demenziali, mi mancavano addirittura i momenti in cui non sopportavo che lui fumasse vicino a me...

L'avevo combinata veramente grossa nascondendomi dietro a delle "scuse" se così si potevano definire tutte le volte che avevo cercato di cambiare discorso quando lui voleva parlare del nostro rapporto.

Idiota. Ecco cos'ero. Un'idiota.

E mentre lui se la spassava come se nulla fosse io ero ad aspettare qualsiasi segno da parte sua, qualsiasi cosa che potesse dimostrarmi che si poteva risolvere tutto. Ma erano settimane che aspettavo... e nulla arrivava.

"An... dopo tieni d'occhio Erick" Mi sussurrò Clair.

"Perché?"

"Perché ci sono alcuni ragazzi di terza che lo hanno preso un po' di mira da quando hanno saputo della sua omosessualità... vorrei solo assicurarmi che non si spingano oltre i commenti stupidi"

"Ok tranquilla"

Arrivò lentamente l'intervallo e quasi tutti uscirono dalla classe eccetto poche persone, me inclusa.

"Ok, ora mi dici che hai" Luke prese una sedia e si sedette, i gomiti poggiati sulle ginocchia intrecciando le dita delle mani in segno di attesa.

"Niente" sentivo il suo sguardo su di me, lo percepivo sulla pelle e nonostante avessi la tentazione di voltarmi mantenni gli occhi sulla finestra dell'aula. Sul serio pensava che avessi voglia di parlarne con uno che fino ad un mese prima odiavo con tutta me stessa?

"Dimmi la verità. Che c'è che non va? non saresti così depressa se non fosse successo niente come dici tu"

Lo guardai, i suoi occhi si inchiodarono ai miei e per un millisecondo mi sentii frastornata. Il mio sguardo era duro, serio e provo di emozioni, il suo rilassato con la tipica espressione di chi è in attesa ed è pronto ad ascoltare.

"Perché tutto ad un tratto ti interessi tanto a quello che capita nella mia vita?"

"Hai intenzione di dirmi o no che è successo? Perché se la risposta è no e vuoi continuare a deprimerti tenendoti tutto dentro me ne vado senza farmelo ripetere due volte"

Scrutai ancora nelle sue iridi chiare, c'era sincerità nelle parole che diceva.

"Ho litigato con una persona...."

"Ed è una persona importante presumo"

"È il mio migliore amico..."

"Solo?"

Ok, ora stava cominciando a starmi sui nervi!

"Si! Solo!" dissi con tono alterato.

"Angel! Vieni!"

Clair mi stava correndo in contro con il fiatone, si avventò su di me prendendomi per il braccio incurante della situazione in cui ero. Era preoccupata all'ennesima potenza ma non capivo cosa stesse succedendo, poi mi venne un'intuizione sperando però con tutto il cuore che fosse sbagliata.

"Dov'è Erick?!"

Mi bastò uno sguardo per capire tutto. Mi alzai velocemente e presi a correre dietro a Clair seguendola per i corridoi del palazzo facendomi guidare nella direzione giusta.

Arrivammo in un'aula abbastanza isolata dal resto dell'edificio, probabilmente un tempo era stata un laboratorio di liuteria o roba simile ma ora era spoglia, priva di qualsiasi cosa se non di qualche sedia e parti di strumenti in disuso da anni.

Erick era contro il muro tremante mentre i ragazzi di terza di cui mi aveva parlato Clair appena una mezz'ora prima gli stavano intorno e occupavano ogni punto possibile della stanza. Lo avevano accerchiato e lo stavano prendendo in giro, sapevamo già il perché di quel comportamento...

Entrammo proprio mentre un insulto pesante veniva pronunciato da uno di loro e uno schiaffo si posava sulla guancia rosea di Erick facendogli voltare il viso per la forza con cui era stato dato. Non ci vidi più dalla rabbia così come Clair, lei cominciò a tirare insulti mentre io provai ad avventarmi su Felipe, il ragazzo che aveva dato lo schiaffo.

Riuscii appena in tempo a lasciare il segno della mia mano sul suo viso prima di venir presa di forza da altri due per farmi stare ferma.

"Non ti azzardare ad alzare un altro dito su di lui o giuro che...!"

Venni interrotta da Luke che ci aveva seguite preoccupato anche lui per il nostro amico, si mise in mezzo tra Felipe ed Erick guardando con uno sguardo assassino negli occhi il ragazzo dagli occhi verdi. Non lo avevo mai visto così arrabbiato, serrava i pugni così forte da far diventare le nocche bianche. Lo sguardo inespressivo e gli occhi chiari divenuti più scuri e tenebrosi.

Si dissero qualcosa che non riuscii a capire bene ma evidentemente trovarono una sorta di "accordo" perché bastò un cenno del capo da parte di uno per farmi lasciare dal ragazzo che mi aveva trattenuta fino a quel momento.

Feci per andare in contro da Erick ma prima lasciai un pestone sul piede di quello dietro di me che si piegò in due tendendo le mani verso il piede dolorante

"Giusto per chiarire che se mi metti ancora una volta le mani addosso, per qualsiasi cosa, sei finito"

Mi diressi velocemente da Erick, aveva gli occhi rossi e le guance umide rigate dalle lacrime. Lo aiutammo ad uscire dalla stanza e in corridoio non riuscii più a resistere e lo abbracciai seguita a ruota da Clair. Singhiozzò sulle nostre spalle cercando di soffocare inutilmente il pianto di sfogo. Luke ci fissava con un sorriso accennato e da dietro la spalla di Erick mimai con le labbra un grazie silenzioso, aveva davvero risolto la situazione e senza di lui non saremmo stati li lasciando alle spalle l'accaduto di poco prima... Forse non era poi così "malvagio" e un angelo si nascondeva sotto la maschera da duro. In ogni caso, a quel ragazzo dovevo un favore.

NOTA DELL'AUTRICE

Hey!!! Eccomi qui non sono morta! chiedo scusa se ci ho messo così tanto ma sono stata molto impegnata in queste ultime settimane e prima di stasera non ho potuto pubblicare.

Vi chiedo per favore di avere pazienza perché non so se riuscirò a scrivere un altro capitolo in poco tempo ma farò il possibile.

Ringrazio i miei lettori di fiducia e in particolare WriteC (manchi <3) e DerryOne che mi ha aiutato a far tornare l'ispirazione per scrivere (grazie Amu <3).

Aspetto come sempre numerosi commenti per avere le vostre opinioni!

Grazie ancora! Un bacione! :*

Giuls :)

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