Capitolo cinquantacinque.

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Daria’s pov:

Ci sarà mai una volta nella mia vita in cui non sono in ritardo?
Questa è la frase che  mi sto ripetendo in testa da quando sono uscita di casa per andare a prendere Matteo all’allenamento. Che poi il bello è che mi sono offerta io, nel momento in cui mi ha detto che aveva dovuto lasciare l’auto dal meccanico.
In un’altra situazione si sarebbe fatto dare un passaggio da uno dei suoi compagni di squadra, ma stasera andiamo a cena fuori solamente io e lui e visto che stasera si sono allenati  sul tardi, finiva giusto per l’ora a cui avevamo prenotato.

Dopo cena però ci troviamo con le mie amiche e Luca, perché ha detto che dovevamo assolutamente andare tutti al cinema a veder un film meraviglioso. Da come ne parlava sembrerebbe il film della vita.

Mi ero quindi organizzata per fare in modo di essere già pronta per la cena prima di andare a prendere Matteo dopo l’allenamento, visto che finiscono abbastanza tardi. In questo modo poi saremmo solo dovuti tornare a casa per lasciare l’auto e andare a mangiare.

E invece no. Ho avuto la brillante idea di addormentarmi a pomeriggio inoltrato. Ebbene si, sono un ghiro che si addormenta  a qualsiasi ora del giorno.

Sono stata svegliata dalla chiamata di Matteo che mi chiedeva dove fossi, visto che mi stava aspettando già da un po’fuori dal palazzetto.
Per cui mi sono letteralmente precipitata fuori di casa mettendomi le scarpe ed il giacchetto, senza neanche badare al fatto che sto indossando i pantaloni del pigiama. Grazie al cielo nella nostra via non c’è nessuno e quindi il mio fantastico outfit non verrà visto da anima viva. Anzi, a dire la verità, solo da una, ma non sento il bisogno di preoccuparmi. Matteo mi ha vista in condizioni peggiori.

Percorro questa strada, che oramai potrei fare ad occhi chiusi da quanto la conosco bene ed in pochi minuti sono al Palapanini.

Matteo è con la schiena appoggiata al muro accanto alla porta del palazzetto intento a chiacchierare con una ragazza che non ho mai visto.
Da quanto è intento a chiacchierare non si è neanche accorto che sono arrivata al parcheggio. Mi metto ad aspettare per vedere quanto ci metterà a notare l’auto posteggiata.

La osservo bene ed è una ragazza abbastanza alta con i capelli lunghi e castano chiari. Sembrano abbastanza in confidenza a quanto mi sembra di notare dal linguaggio del corpo di entrambi. Stanno appunto chiacchierando e ridendo di gusto.

Sento una specie di moto di gelosia, ma non voglio trarre conclusioni affrettate. Anche l’altra volta mi ero fatta annebbiare la vista dalla gelosia, per poi scoprire che era sua sorella. Ovviamente in questo caso dubito che si tratti di una parente, ma magari è solamente un’amica. Purtroppo per me sono una tipa abbastanza gelosa.

A dirla tutta lo è un po’anche Matteo, anche se non vuole ammetterlo.
In realtà c’è stata una sola occasione in cui ha dimostrato di essere geloso ed è stato quando eravamo a Trento ed io stavo ballando con il mio amico Andrea. Visto che Matteo è un tipo abbastanza razionale e pacato non mi sarei mai aspettata che venisse a “prendermi per un braccio” per portarmi fuori e parlarmi Grazie al cielo la sua è una gelosia  sana, di quella che ti rende anche un po’felice. 

Io sto cercando di lavorare sulla questione gelosia, perché non voglio dare l’idea di essere la tipa possessiva che non permette ad un ragazzo che sta frequentando di avere delle amiche. Quindi cerco di ragionare in maniera razionale e di pensare che essere un po’gelosi è normale, ma non devo farmi sfuggire la cosa di mano. Anche perché se dovessi essere gelosa di ogni ragazza che si avvicina a
Matteo dovrei  stare a rodermi il fegato ogni domenica, visto che viene sempre circondato da un grande numero di ammiratrici. Quindi diciamo che mi limito ad osservare i loro movimenti da lontano e si, ogni tanto penso al fatto che stanno troppo attaccate a lui e che se lo mangiano con gli occhi, ma poi penso al fatto che molte  vengono da città anche molto lontane solo per vedere la partita e riuscire a farsi una foto con lui, quindi alla fine lascio perdere.
Anche perché Matteo non mi ha mai dato un motivo per non fidarmi di lui.

Occhi neri // Matteo Piano e Luca Vettori.Där berättelser lever. Upptäck nu