–No, con le tue non funzionerebbe.–

La guarda sorpreso. –E perché mai?–

–Perché tu crei la luce come farebbe un illuminatore, non un allievo della Vita.–

Alza un sopracciglio. Non ha mai sentito una cosa del genere.

–Che differenza c'è?–

–Il risultato è lo stesso, ma il principio no.–

–Spiegami.– la incita.

–Le tue luci sono come una qualsiasi parte di te. Le controlli così come controlleresti un braccio o una gamba. E quando scompaiono la loro energia ritorna a te. I comuni allievi si limitano ad emanare energia e concentrarla. Per noi è esattamente come tirare un sasso, per te come allungare una mano.–

Dafne non aveva mai detto nulla del genere, ma deve ammettere che quello che ha detto Irina è sensato.

Annuisce.

Un gruppo di ragazzi entra schiamazzando. Si volta a guardarli.

Sono tutti piuttosto giovani. C'è persino quello che sembra un bambino di sette anni, ma che ha uno sguardo stranamente sveglio.

Individua Lucy in mezzo al gruppo. La affianca un ragazzo altissimo che dimostra poco meno una ventina d'anni. Ha i capelli di un biondo così intenso da potersi definire arancione dritti sulla testa a formare una cresta piuttosto alta e gli occhi di un blu impressionante.

Sono un gruppo così assortito che Irvan si chiede come possano andare d'accordo.

Fanno così tanto chiasso che sembrano in molti, mentre in realtà sono meno di dieci. Attraversano la sala per arrivare all'armeria, poi le loro voci acute si disperdono.

–Venite qui voi due.– la voce di Miranda lo distrae.

Porge a lui e Mirta delle pistole.

–Stai scherzando? Perché mai dovremmo sparare a qualcuno?– esclama Mirta.

–Per difesa personale.–

–Da chi? Non siamo noi Cacciatori quelli che gli altri dovrebbero temere?–

–Ci temono proprio perché noi siamo armati e loro no.–

Irvan prende la sua pistola senza protestare.

Guarda Marvin.

Ricorda la sua eccitazione ogni volta che si parlava di armi e ne sente un'eco, ma tutto ciò che prova è la sensazione del metallo freddo contro la pelle e del peso nella mano.

Si lascia condurre davanti ad una piattaforma di tiro.

–Quello è il bersaglio.– si limita a dire Miranda.

–Tutto qui?– sbotta –Niente consigli su come si tiene in mano una pistola o come si prende la mira o...–

–Quello è il bersaglio.– risponde Miranda con la sua calma gelida e sfidandolo con lo sguardo a dire qualcos'altro.

Sospira.

Impugna la pistola con entrambe le mani cercando di tenerla il più lontano possibile da sé. Lancia un'occhiata fugace a Mirta che si sta mettendo in posizione con molta più sicurezza di lui.

Forse per orgoglio, forse per gelosia, non vuole che sia lei a sparare per prima.

Guarda avanti e preme il grilletto.

Un dolore sordo gli si irradia per tutta la mano destra.

Ha preso male la pistola.

Usa la propria energia per guarire in anticipo il livido che sicuramente si sarebbe formato.

Presente ~ i PortavoceWhere stories live. Discover now