Le ali della sera

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«Un falco pescatore!» esclamò Robert meravigliato «Non ne avevo mai visto uno prima d'ora, è meraviglioso!» commentò con gli occhi puntati sul rapace ad osservarne ogni minimo particolare minuziosamente.

Rhydian si era decisamente calmato dopo l'arrivo del falco, come se la sua presenza lo avesse sollevato in parte da tutti i pensieri negativi che lo stavano assalendo e lo ricoprivano come fanghiglia appiccicosa che gli limitava i movimenti e lo spingeva verso il basso. Il volatile era poggiato docilmente sulla sua mano, in una posizione familiare al giardiniere per quante volte aveva sentito quel peso su di essa. Accennò un sorriso orgoglioso alla domanda dello psicologo, prendendo ad accarezzare il piumaggio della creatura.

«Il suo nome è Vespero» annunciò, e sembrò che esso, a sentirsi nominare, assumesse un tono regale.

«Un nome insolito...» commentò Travor, conscio del fatto che non era informato quanto il suo amico in quell'ambito.

«Il nome glielo diede mio padre quando me lo regalò, al mio diciottesimo compleanno. Era da sempre affascinato dal latino e, siccome sin da quando aveva imparato a volare aveva l'abitudine di sparire sul far della sera, l'ha chiamato così» raccontò il giardiniere immerso nei ricordi.

Robert, intuendo che comunque il collega non riusciva a capire il nesso tra i due fatti, a malavoglia staccò gli occhi dall'uccello e riprese in mano la sua penna, dall'inchiostro verde, nella quale miscela erano ben visibili dei brillantini, e che presentava il particolare di una piccola bambola Troll dalla sgargiante chioma fucsia sulla sommità. Prese a scrivere sul suo quaderno, per rivolgerlo verso Travor silenziosamente, indicandogli la scritta, con il suo consueto stile schematico, in carattere maiuscolo "VESPERO ⟶ DA VESPER: SERA (IN LATINO)". L'agente di polizia, non appena finì di leggere, venne attraversato da un lampo di comprensione che gli balenò sul volto e fece segno di aver capito all'altro, ringraziandolo mentalmente.

«Il signor Braxton glielo faceva tenere qui?» domandò allora Travor, immaginando che la voliera davanti a loro servisse come dimora del falco.

«Sì. Vede, dopo la morte dell'ultimo piccione viaggiatore che aveva allevato la gabbia che vedete alle mie spalle era rimasta vuota. Qualche giorno dopo la mia assunzione mi lasciai sfuggire qualche lamentela sul fatto che mi era difficile tenerlo in casa e con il giardino piccolo che mi ritrovavo non riuscivo a fare granché, e lui mi ha proposto di tenerlo qui» narrò con lo sguardo perso verso il vuoto, quasi vedesse e contemporaneamente non vedesse ciò su cui il suo sguardo si posava, come se guardasse attraverso una cataratta fatta di ricordi «Ormai ha già quasi quattordici anni, non avrei mai potuto immaginare potesse sopravvivere a uno di noi due» il suo tono si incupì di colpo e tutte le emozioni che erano state dimenticate dopo il lieto arrivo dell'animale a cui era tanto affezionato si ripresentarono tornando ad opprimergli il petto togliendogli il respiro. Vespero, ancora posato nella sua mano, percependo la tensione del padrone, emise un lieve verso, guardandolo, provando a richiamare la sua attenzione.

I due colleghi videro il cambiamento sul volto del ragazzo. Avevano spesso a che fare con queste situazioni, ma ogni volta si era almeno parzialmente impreparati, perché ogni reazione umana è diversa e unica, così come le parole che potrebbero davvero consolare qualcuno.

«Ogni volta che muore qualcuno lascia sempre un vuoto nelle persone che ha incontrato. Quando queste vengono uccise vengono strappate da questo mondo molto più brutalmente, come strappando un cerotto con tutta la forza che si ha in corpo» disse Robert esprimendo a parole ciò che l'individuo davanti a lui stava provando.

«Il massimo dell'aiuto che possiamo offrirle è la cattura di chi l'ha ucciso. Sappiamo che non è molto, ma ci servirebbe davvero il suo aiuto, non possiamo fare tutto ciò da soli» continuò Travor. Rhydian annuì, rialzando lo sguardo che aveva precedentemente abbassato e facendo un profondo respiro per calmarsi e ricomporsi. Riprese ad accarezzare il falco, nella parte del dorso compresa fra le ali. Vespero sembrò gradire e il giardiniere fece qualche altro respiro profondo, prima di voltarsi nuovamente verso i due, dando implicitamente il permesso di continuare l'interrogatorio.

La misericordia di InvercargillDove le storie prendono vita. Scoprilo ora