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Sono nata di 6 mesi e mezzo, scarsi. Mia madre stava male e l'unica soluzione era il parto cesareo anticipato. Rischiavamo entrambe la morte.

Mi sembrano ancora così vicine le parole del medico che diceva a mio padre: "Signore deve scegliere o sua moglie o la bambina, entrambe sono in pericolo. Si sbrighi, non abbiamo molto tempo" - "Non ho dubbi, salvate mia moglie".

Ed ecco che il medico procede, ero piccola ma ricordo già la sofferenza di doversi staccare dal grembo della mamma, di quanto dovetti strillare per mangiare qualche goccia di latte, quanto dovetti combattere per fare vedere al mondo che ero abbastanza forte per fronteggiare tutti i problemi della vita.

Nessuno credeva potessi sopravvivere e invece? Invece eccomi qua dopo 18 anni a pensare al passato, a vivere il presente e a sognare il futuro.

Finii di colorare quel animaletto che mi era stato affidato e per sconvolgere tutti decisi di scrivere il mio nome per quanto fossi capace e non alzai la mano per chiamare il preside, ma mi alzai da sola e gli andai incontro, orgogliosa del mio lavoro.

Quando il preside Gaetano lo prese in mano, vidi il suo sorriso dietro al foglio, ma subito dopo tornò serio dicendomi: "Signorina lo possiamo commentare alla mia scrivania se per lei non è un problema?". Gli sorrisi e gli dissi che non lo era affatto, anzi mi avrebbe fatto molto piacere spiegargli perché coloravo molto di nero e di viola.

Mi sedetti in quelle sedie che adoravo, mi facevano sentire un po' più grande di quello che in realtà ero e appoggiai i gomiti su quella scrivania in cui si erano appoggiati così tanti che era stata consumata e lo spigolo non era più cosi acuto, anzi tutto il contrario.

"Perché Signor Preside ha sorriso dietro al foglio e poi è tornato serio quando mi ha guardato?" - "Osservi molto vero?"

Come vi immaginate sia questa ragazza? Avete già delle idee? Fatemi sapere quali!!

Un capitolo alla voltaWhere stories live. Discover now