Day One Monti Lattari -Positano

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E' appena finita la scuola che subito mi ritrovo catapultato in un altro mondo, fuori dalla mia città, dai miei schemi abitudinari che regolavano la mia vita da studente felice. Indosso la divisa blu, al collo il fazzolettone e sul cuore una promessa cucita, isso lo zaino sulle spalle, fiero di me avanzo verso nuovi orizzonti. Questa divisa mi fa sentire vivo, è come se diventassi il supereroe di me stesso, come se indossando questa semplice camicia celeste adorna di distintivi assumessi dei super poteri, molto migliori dei soliti Batman, Superman o Spiderman. Mi vestivo di qualcosa di bello e di importante per me, un punto di riferimento per la comunità anche fuori dalla normale vita ordinaria di tutti i giorni. Lo ero veramente. Invincibile. Treno per Napoli centro, mezzi vari ad orari incomprensibili, dentro al tram sentivo l'essenza di questo paese, la vivacità dei loro dialetti ed il modo sincero e spontaneo di imporsi con gli altri. I miei occhi rimbalzavano tra i finestroni dei grandi grattaceli, al ritmo della fervida Napoli, tra i suoi scorci il mio cuore si perdeva, per un attimo, e subito dopo aveva altro di cui poter godere, altre storie da poter sentire e leggere, negli occhi della gente che incrociavo lungo il mio cammino, scritte ed urlate dai muri della intramontabile Napoli, muri disegnati, palazzi rovinati, chiese altalenanti. Il Vesuvio, grande padre, era troppo impegnato a lodare e proteggere la sua Napoli che una densa nebbia ne copri la cima. Guardavo felice immergendomi in tutto quello che mi circondava, ero parte di tutto quel vorticare di emozioni irraggiungibili, veloce ed intenso impazzavo dalla voglia di scoprire e conoscere me stesso lungo questa nuova avventura.
Un autobus ci lasciò all' inizio di un piccolo sentiero bianco che si immetteva nella strada principale da dove il nostro traghettatore ci lasciò. Lunghe ore di cammino in compagnia tra i monti lattari ci portarono nel Positano, dopo miriadi di scalini, giapponesi in ciabatte che insegnano arrampicata libera e miracolose scritte che ci fecero prendere il giusto sentiero.
Arrivare lì a quella spiaggia dopo un interminabile giornata di continui spostamenti fu magico, ci spogliammo dei nostri pesi, lanciammo gli zaini e corremmo veloci e spensierati tuffandoci nella gelids acqua di Positano, limpida e fredda come non mai, era una goduria dei sensi, refrigerio per i pensieri e stimolante ragguaglio di ideali. Nuotavamo beati e spensierati guardando verso le montagne dove prima camminavamo, immersi nel verde. Ora qui, nel mare immersi nel blu più profondo.
Ora io Miriam e Michele ci troviamo sul tetto della chiesa di santa Maria dell'assunta che affaccia proprio sul mare, fuori è notte, e Michele scatta foto. Positano si fa silenziosa ed i turisti rientrano. La notte, scesa dalle cime che sovrastano il golfo, silente e perentoria, dimora per i figli della notte, fulgide anime di etere che nel tempo si librano immergendosi nel buio che affonda il mondo. Domani si va a nocelle, ci sarà da divertirsi. Scalini non vi temo.

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