Chapter 2

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Le luci d'emergenza tingevano di rosso il volto di Keith, che si guardava intorno con un'espressione smarrita. La voce di Allura non tardò ad arrivare:
"Paladini! Siamo sotto attacco! Abbiamo bisogno di voi, subito!"
Lance scattò in piedi e ruppe l'abbraccio con Keith.
«Vai a mettere la tuta. Veloce.»
Keith sparì come un fulmine. Lance si maledisse mentalmente. Mentre Keith doveva perdere tempo a tornare in camera per cambiarsi, lui aveva tutto lì. Sperò che facesse presto.
Prese la Bayard e uscì dalla camera. Corse lungo il corridoio, girò l'angolo e si trovò la strada sbarrata dai robot Galra. Arretrò e sparò loro, poi riprese la sua corsa verso la sala di comando. Un'angosciante pensiero si formò nella sua mente: quello di rivivere la scena del sogno.
Quando arrivò c'erano Coran e Allura che attaccavano la nave nemica, e Shiro ed Hunk a difenderli.
"Dove sono Keith e Pidge?" Lasciò la domanda senza risposta per imbracciare l'arma e sparare. I Galra continuavano ad entrare.
«Chiudete l'entrata!» Urlò Lance.
«Ci sto provando!» Gli rispose la voce squillante di Coran.
La battaglia era un intrico di laser, luci, rumori, suoni...
Suoni delle lame... una contro l'altra...
Lance soppresse i pensieri, mentre con la coda dell'occhio percepiva il movimento della tuta verde. Pidge era lì. Stavano tutti bene.
Mancava solo Keith.
"Giuro che se gli è successo qualcosa per colpa mia..." Lance non si permise di terminare la frase. "Combatti. Combatti e basta."

Continuò fino a non sentirsi più le spalle per il peso dell'arma e i colpi che lo riscuotevano. Tutti i paladini erano sfiniti, ma i robot erano stati decimati. I pochi rimasti furono messi fuori combattimento in pochi secondi.
Di Keith nemmeno l'ombra.
"Se non è venuto fino ad ora... Deve essere successo qualcosa..."
Aveva voglia di puntare la Bayard contro la testa e sparare, solo per mettere a tacere quelle voci velenose.
I paladini erano tutti sfiniti: Shiro si teneva il braccio metallico, cercando di farsi forza; Pidge e Hunk riposavano uno sull'altra.
«Vado a cercare Keith.»
«Lance, no...» Iniziò ad avvertirlo Allura.
Troppo tardi. La porta si chiuse con uno schiocco secco.

Si avviò nel corridoio con un'aria cupa, che si scuriva ogni volta che apriva una porta e Keith non era lì. Sentiva come se la speranza fosse un pezzo di pane, e ogni passo ne lasciava dietro di sé una briciola.
Le lacrime minacciarono di scendergli una seconda volta quella sera.
Keith era stato catturato. Se gli avessero fatto del male, Lance non sarebbe riuscito a conviverci.
Keith.
Quello stupido, inutile, testardo, fastidioso, coraggioso, gentile, bravo in tutto...
Singhiozzò.
Non l'avrebbe perso, per nulla al mondo.
Iniziò a correre. Perché quel castello doveva essere così enorme?
Aprì una porta. Nulla.
Ne aprì un'altra. Ancora nulla.
«Keith...» Piangeva.
Aprì l'ultima porta.
Lui era lì.
Circondato dai Galra.

Klance || Nightmares (Shortstory)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora