---------------------------IRIS--------------------------
Arrivati in questura.
Mi fecero aspettare per un paio di minuti in una stanza molto buia, seduta su una sedia scomodissima.
Ad un certo punto vidi entrare un poliziotto con una divisa che stringeva molto la sua pancia, e tatuaggi molto strani, ma si notavano poco. Si mise comodamente seduto davanti a me, e mi guardò.
Passarono molti minuti di silenzio prima che cominciò a parlare
-Come ti chiami ragazza?-
"..Iris.." risposi titubante
-E quanti anni hai, Iris?- mi chiese quasi con dolcezza
"io..ho 17 anni.."
-Sei minorenne lo sai?-
"Si signore.. È che.. non è come pensate, lasciate che.. io non ho.."
-Stai tranquilla. Ora io faccio le domande e tu rispondi.-
Attesi che parlasse mentre continuava a studiarmi con gli occhi
-Perché vivi abusivamente e senza la tua famiglia?-
"Cazzi miei" risposi subito.
Mi da fastidio chi tocca certi argomenti. Sono affari miei.
-Oh vedo che non sei poi così timida-
"Mi da fastidio parlare di cose personali, si limiti a parlare del necessario."
-Questo è necessario. Abiti abusivamente da sola e sei minorenne, e come se non bastasse spacci e fai uso di droghe.-
"Non spaccio e non faccio uso di droghe, è chiaro signore?" Urlai alzandomi dalla sedia e facendola cadere a terra. Lo guardai male.
-Sei troppo carica di rabbia, non va bene-
"Lei sta dicendo una marea di cazzate"
-Ah quindi tu non ti droghi? Non bevi?-
"Io fumo. È l'unica cosa che faccio."
-Ah quindi ti fumi le canne, ma spacci altra roba? Bene.-
"NO!" urlai ancora. "Non è vero!"
-I tuoi genitori lo sanno?-
"Io non ho un papà e una mamma.."
risposi esausta. Non ne posso più di stare qua, voglio uscire, correre da Jacob e abbracciarlo forte. Lui sa quanto mi fa male parlare della situazione della mia famiglia e del mio passato.
-Sei orfana?-
"Ero stata adottata.. ora sono sola"
Il poliziotto mi guardò seriamente e sospirò.
-Ragazza, lo sai che devo portarti in una comunità o in qualche casa famiglia?-
Sentii il mondo cadermi addosso.
"No, no la prego.."
-Mi dispiace- e uscì senza aggiungere altro.
Mi accasciai a terra e iniziai a piangere. A piangere tutte le lacrime che in quei anni mi ero tenuta dentro.
E finalmente potevano uscire.
Non merito tutto questo male, perché non penso di aver mai fatto del male a qualcuno in questa terribile vita, quindi perché doveva succedermi tutto questo?
Iniziai a spingere a terra il tavolo, le sedie e ogni fottuta cosa che trovavo in quella stanza buia.
Avevo sempre camminato da sola per le strade di notte, al buio.
Ma questa stanza mi faceva paura ora.
Da oggi avrei avuto paura del buio..
------------------------JACOB------------------------
Sono rimasto seduto su questo cazzo di letto per tutto il tempo.
Ho pensato solo a lei.
Avrà pianto?
Mi starà pensando?
Cosa le staranno facendo?
La mia piccola e forte donna.
-Basta devo fare qualcosa-
Mi alzai e andai a fare subito una doccia. Mi vestii velocemente senza badare a cosa mettere, giusto un pantalone e una maglia qualsiasi.
Infilai anche il mio felpone da pusher preferito e uscii di fretta.
Incrociai mia madre mentre stavo uscendo, ma non la ascoltai nemmeno e corsi verso la mia moto, sfrecciando via velocemente.
Arrivato davanti alla scuola vidi Simone abbracciare Sarah.
Andai incontro a loro
-Che succede ragazzi?-
Simone mi guardò con gli occhi lucidi
-Jake, dobbiamo aiutare Iris-
-Lo so..-
Passarono minuti di silenzio, in cui nessuno disse niente, finché Sarah
-Amore.. non abbiamo neanche più un posto dove stare..-
-Questo è il meno- risposi io prima di Simone. -Verrete a stare da me.- aggiunsi convinto.
-Grazie amico.- Simone mi guardò riconoscente e io sorrisi.
-Allora adesso dobbiamo correre ad aiutare Iris...- Sarah mi guardò con occhi imploranti.
-Prendiamo la mia macchina, così facciamo presto- disse Simone
Pochi minuti dopo eravamo davanti alla questura. Sospirai e scesi dall'auto, e gli altri fecero lo stesso.
Una volta entrati, un poliziotto ci venne incontro:
-Ciao ragazzi, cosa vi serve?-
-Una mia amica è stata portata qua.. vogliamo vederla- si intromise Sarah.
Il poliziotto la guardò, e si girò a guardare me e Simone.
-La ragazzina? Iris?-
A quel nome qualcosa scattò dentro di me, dolore, felicità, malinconia, tutto.
-Si, è una mia amica- disse ancora
-Te puoi entrare, ma i ragazzi devono stare fuori- disse infine il poliziotto.
-CHE?? SPERO CHE QUESTO SIA UN FOTTUTO SCHERZO!- gridai.
Simone mi spinse dal petto e mi guardò implorandomi di smetterla
-Rilassati ragazzo, siamo in una centrale di polizia- rise il poliziotto, e portò Sarah con sé.
Guardai incredulo Simone ma lui fece cenno di no con la testa.
E va bene. Avrei aspettato per vedere Iris.. anche se mi mancava molto, ma spero che Sarah porti buone notizie.
-------------------------IRIS--------------------------
Ero seduta a terra, in quella stanza buia, a fissare il vuoto, senza pensare a niente fin quando non sentii dei passi e delle voci da fuori.
Non me ne curai, e continuai a fissare il vuoto. Avete presente quel momento di totale calma, quel momento in cui dopo che hai urlato, sbattuto e spaccato tutto, e ti sei sfogata, semplicemente ti lasci andare, non senti più niente, non provi niente, se non stanchezza forse.
Una porta si aprì e rivelò la mia amica Sarah. Si teneva una mano al ventre e mi guardava con occhi lucidi. Mi alzai immediatamente per abbracciarla forte e lei pianse.
-Che cosa ti hanno detto?- mi chiese non appena smise di singhiozzare.
-Sanno che abito abusivamente in un appartamento, ma dicono che spaccio e cazzate simili.. Vogliono mandarmi in una casa famiglia....-
-No, non possono no ... ti prego! E noi?-
-Ti giuro che neanche io voglio andarci, te lo giuro che troveremo la soluzione.. insieme..-
La strinsi forte a me mentre piangeva. Io ormai non avevo più niente da sfogare, inoltre non avrei mai pianto davanti a qualcuno. Ma in quel momento mi ricordai una cosa importante.
Sciolsi l'abbraccio e la guardai bene
-Dov'è Jacob?-
Sorrise e mi guardò sincera
-È qua, non vogliono farlo entrare, sta già facendo abbastanza casino, ma è qua fuori.. ti aspetta-
Sorrisi al pensiero del mio ragazzo qua fuori a lottare con tutte le sue forze per me.
Mi mancava da morire.
La porta si spalancò ed entrò quel fastidioso poliziotto del cazzo, mi guardava e sorrideva.
-Ti abbiamo trovato una nuova casa dove andare-
I brividi. Avevo i brividi.
Sarah mi guardò, si portò la mano alla bocca e iniziò a piangere. Cercai di calmarla abbracciandola
-Shh.. ehi Sarah ehi... shh.. calmati, vedrai che andrà tutto bene, tornerò presto.-
-Forza andiamo!- gridò il poliziotto, prendendomi per un braccio e spingendomi fuori da quella stanza buia. Fuori. Dove c'era il sole. In una nuova casa. In una nuova vita, altra merda, altri problemi.. e senza Jacob.
Dov'èra Jacob?
Una volta arrivati all'ingresso dovetti firmare dei stupidi fogli, vidi Simone con Sarah guardarmi addolorati.
Li salutai e uscii spinta dal poliziotto.
Notai contenta Simone guardarlo malissimo. Risi scuotendo la testa.
Il solito.
Non dovevano essere tristi, tra un anno, forse meno, sarei tornata.
Ma Jacob non era da nessuna parte.
Mi fecero entrare in macchina e partirono.
Il mio pensiero andò subito a lui.
Non l'avrei forse più rivisto, e non ho potuto nemmeno salutarlo.
Ti amo...
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-IRIS-😍😭❤💙💚💛💜
Teen FictionIN FASE DI COSTRUZIONE "La gente si innamora del proprio dolore al punto che non riesce più ad abbandonarlo. Lo stesso vale per le storie che racconta. Siamo noi stessi a tenerci in trappola."
