«E' la mia relazione, mamma! Lasciami i miei spazi» le urlai contro, non riuscendo a trattenermi «Non puoi piombare qui senza dirmi niente e cominciare ad urlarmi contro se con il mio ragazzo ci faccio l'amore senza i preservativi! Sono miei decisioni come è mia la vita!» m'indicai.

«Se permetti mi preoccupo per mia figlia» si avvicinò di un'inerzia.

«Va bene, ma non ti permettere di guardarmi nei cassetti o d'insinuare che non uso la testa in ciò che faccio» cercai di calmarmi «E non dirlo ad Anne, perché non serve che ci si metta anche lei di mezzo» borbottai, dandole le spalle, nella speranza di condurla all'uscita di casa.

«Anne ha tutto il diritto di sapere che suo figlio fa sesso non protetto» mi seguì, ma con un enfasi che quasi mi spaventò, così mi voltai.

«Non glielo devi dire, mamma!» sbraitai «Tu non sei andata da tua madre a dirle cosa facevi con papà o con qualsiasi altro ragazzo tu abbia avuto! Non siamo minorenni, devi accettarlo, e come te anche Anne» cercai di spiegarle.

«Ma tu proprio non ci arrivi?!» si mise le mani nei capelli.

«No, sei tu che non ci arrivi» sbottai, dandole la borsa e il cappotto «Per quanto mi riguarda con Harry posso decidere di farci una cosa a tre senza che tu lo venga a sapere, perché non dovrebbe importarti, finchè lo faccio con la testa» conclusi, aprendo il portone, indicandole l'uscita «Io lo amo, mamma, e se continui a fare così ad ogni notte che passiamo insieme o ad ogni minuto che trascorriamo in compagnia dell'altro, mi farai star male per un qualcosa che non dovrebbe nemmeno succedere, e cioè te che mi sgridi per i miei "danni"» mimai le virgolette «Perciò accetta che ho ormai una mia vita privata» mormorai lentamente, con ormai lei fuori di casa.

Non mi rispose, semplicemente mi guardò con ormai l'aria arresa, ma sempre da superiore, e se ne andò scuotendo la testa.

Chiusi la porta con un tonfo, sentendomi sospesa fra realtà e sogno, visto che non mi capacitavo di essere stata così schietta con mia madre sul discorso sesso che avevo cercato di evitare in qualsiasi modo possibile.

«Ma che diamine» borbottai andando in camera per rimettere a posto le cose che aveva tirato fuori, tornando in sala per prendere appuntamento dalla ginecologa di Karen, almeno per farmi dare una controllata, e vedere che cosa fare con la pillola «Pronto?» mormorai, essendo nella sala d'aspetto della dottoressa.

«Perché mamma mi ha appena chiamata indemoniata come non mai, urlandomi contro che uso troppi preservativi e tu mai?» disse tutto d'un fiato.

«Me la sono ritrovata a casa con la scatola vuota e pensava fossero miei-...»

«E le hai detto che invece non li usi, vero?» sospirò rendendosi conto della mia stupidità.

«Ha cominciato a dare di matto» mi stropicciai gli occhi struccati.

«Beh, comunque l'ho calmata io» si fermò un attimo, probabilmente a pensare «Dopo che mi ha ripetuto duecento volte che è colpa mia se sei diventata così» mi lasciai andare ad una risata «Le ho spiegato che va tutto bene e che non ha niente di cui aver paura» ripeté, probabilmente per la quindicesima volta a giudicare dal tono scocciato con cui lo disse.

«Grazie, senti ti devo lasciare che ho da fare» tagliai corto.

«Ciao!!» urlò tutta contenta, riattaccando subito dopo.

«Ellen?» si presentò la segretaria, sorridendomi non appena mi alzai raggiungendola.

«Ciao, tu devi essere la sorella di Karen» si alzò la dottoressa, venendomi incontro non appena entrai nel suo studio.

L-o-v-e || Harry StylesOnde histórias criam vida. Descubra agora