Ricordi che riaffiorano

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-Stavo giusto guardando- Risposi, mi sorrise e si girò verso altri clienti che l'avevano chiamata.

Sapevo di essere Pioveva, i miei genitori erano in casa.

La notte era buia, e senza luna.

Mia madre era seduta su una sedia mentre mio padre stava accendendo il camino, almeno il fuoco dava colore a tutto quel buio.

I tuoni rimbombavano con tutta la loro potenza e intanto molti fulmini rigavano il cielo, tagliandolo in più parti e il vento faceva eco in tutta la casa con il suo ululato.

I vetri delle finestre scricchiolarono, fino a che il boato e la forza del vento non le obbligò ad aprirsi: fece strage di ogni cosa, spense il fuoco in un soffio e portò via ogni sorta di oggetti che erano leggeri abbastanza da essere afferrati al suo tocco fantasma.

Ad un tratto qualcuno bussò alla porta... Anzi, stava cercando di sfondare la porta!

Mia madre e mio padre andarono a controllare e sicuri che si trattasse del vento non sospettavano nient'altro. Le cerniere cedettero e la porta crollò: un ragazzo moro comparve subito dopo, era di altezza media e molto magro, ma il suo volto era inconfondibile: Demetri.

Li guardava con aria divertita e diabolica allo stesso tempo, mia madre si strinse a mio padre e iniziò a gridare sempre più istericamente come posseduta dal demonio.

Guardava il ragazzo.

Che cos'aveva provocato tanto orrore?

Egli reggeva dei capelli, che a sua volta erano attaccati a una testa...

La MIA testa.

L'assassino schioccò le dita e come per magia la mia testa prese fuoco.

Guardò i miei genitori con fare minaccioso mentre altre fiamme stavano per sciogliere lentamente i loro corpi, quando all'improvviso tutto svanì.

Tutto si fece nero.

Apparve un amuleto con una lettera, una ''v'' mi sembrava di vedere, al centro vi era un rubino rosso.

L'oro del gioiello ora si stava macchiando con gocce di sangue, quella potente tonalità di rosso la stava ricoprendo quasi completamente.

Mi svegliai di soprassalto, facevo fatica a respirare.

Il cuore batteva a mille e mi alzai subito, andai alla finestra per prendere una boccata d'aria: nevicava, i tetti delle case erano colmi di neve: provai ad aprire la finestra ma dovetti chiuderla subito per non congelarmi, si moriva dal freddo là fuori!.

Ero confusa e spaesata, dopo quel terribile incubo, mi ero totalmente dimenticata che giorno fosse.

Ad un certo punto entrò Demetri, e anche con la consapevolezza delle fantasticherie di tale sogno, indietreggiai immeditamente.

Si fermò a qualche passo da me, dall'altra parte del letto, e mi guardò attentamente così come un cane da caccia è solito fare -Buongiorno- gli dissi e lui fece spallucce, poi aggiunsi -Che giorno è oggi?-

Non mi guardava più

-Il 24 dicembre-.

Dunque era la Vigilia, non c'era modo migliore di svegliarsi il giorno prima di Natale!

Cercai di continuare il discorso con lui, feci un paio di passi verso di lui -Che progetti abbiamo per oggi?-

Ecco che ora mi guardava di nuovo.

Bring Me To Life Where stories live. Discover now