Secondo capitolo.

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Il sabato mattina Kimberly si alzò dal suo letto con una strana voglia di scappare da quella famiglia. Era stanca di tutto e tutti, stanca della sorella che frignava come una lattante, stanca della madre che la trattava male e stanca del padre che la insultava in continuazione. La sera precedente poche ore dopo la notizia sconvolgente che il padre aveva comunicato alla famiglia, Kim era nel suo letto a leggere uno di quei libri che una normale adolescente avrebbe scartato a priori, uno di quelli con la copertina massiccia e impolverata che hanno il peso pari a quello di un mattone e il padre aveva di colpo iniziato a insultarla e a ringraziare il Signore, senza alcun pudore, della grazia che gli aveva fatto. Non ci volle un interprete per far capire alla diciassettenne di cosa il padre parlava, lui ringraziava il Signore della scelta che William Parker aveva fatto ed era ripugnate.

Quella mattina per fino la strada che percorreva abitualmente per andare a scuola le sembrava diversa, guardava tutto con occhi diversi, come se quella non fosse la sua vita, come se la sua anima non fosse contenuta in quel corpo. Osservava la sua vita andare avanti come una spettatrice e non la viveva più come la protagonista qual era, perché sapeva che quella strada che tanto odiava per via dei sassi a terra e del dolore che questi ultimi le provocavano, non l'avrebbe più ripercorsa. E finalmente tutto acquistava un senso, si era sempre sentita esclusa da resto del mondo, si era sentita di troppo in quella famiglia e in quella scuola, forse perché il suo posto non era mai stato quello, forse perché il destino aveva in serbo qualcosa di migliore per lei. Il suo posto era accanto a William Parker.

Kim non aveva mai conosciuto William, ma avrebbe fatto di tutto pur di andare via da quella famiglia, per lasciarsi alle spalle tutto quello schifo che era costretta a chiamare vita. Era quasi arrivata a scuola, mancava davvero poco. Intravedeva ragazze con gli auricolari nelle orecchie e con l'Ipod tra le mani, avrebbe tanto voluto averne uno anche lei. Kim amava la musica ma non poteva ascoltarla sempre purtroppo. Aveva sempre odiato la domanda 'Che genere di musica ascolti?' Perché secondo lei non c'è un preciso genere o un solo cantante, ogni tipo di melodia si adatta allo stato d'animo del momento.

Non era mai stata molto socievole, in realtà era una ragazza timida che si preoccupava troppo del giudizio della gente e che quindi preferiva rimanere sempre in disparte. S'impressionava facilmente, infatti, anche se mentre cammina per strada sente qualcuno ridere associa la risata dell'individuo con un gesto discriminatorio, pensa sia dedicato a lei. Dopo la notte della perdita della verginità la situazione era peggiorata parecchio, ormai tutti la evitavano quasi come la peste. Non parlava con nessuno, se non con quei pochi ragazzi che si avvicinavano per chiederle quanto si prendeva a notte o per offenderla con frasi tipo 'Non ti avrei scopata neanche se fossi stata tu a pagare me, che coglione quel tipo!' una cosa che faceva ribrezzo a Kim. Avrebbe tanto voluto difendere il ragazzo che gli aveva portato via la verginità, l'unico essere umano che le avesse mai dedicato vere attenzioni, ma preferiva stare zitta e far finta di nulla, far finta che le parole che le dicevano non avessero nessun effetto su di lei.

Una volta raggiunta la scuola si affrettò ad entrare non prima di aver incrociato sguardi maligni e commenti inopportuni. Era una delle migliori nella sua classe, amava studiare e arricchirsi, forse perché vedeva lo studio come una via di fuga dalla sua vita o probabilmente perché voleva eccellere in qualcosa per far si che la sua famiglia non la denigrasse più.

«Buon giorno.»

Salutò il professore d'italiano, il migliore mai avuto prima. E Kim si ritrovò a ricambiare mentalmente il saluto e ad aggiungere un piccolo discorso di addio nonostante odiasse quella parola, sentiva il bisogno di pronunciarla perché era quello il saluto che voleva dare alla sua vecchia vita.

«Sono arrivati i carichi di droga, Signor Parker.»

Il giovane Parker era notevolmente stufo di avere tutta quella gente tra i piedi, avrebbe voluto congedarli tutti, mandarli a fanculo con un unico grande gesto, ma sapeva che era impossibile, c'era della droga che stava per arrivare quindi nuovo lavoro e di conseguenza nuovo denaro.

The delirium.Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu