The delirium.

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Introduzione.

Los Angeles, fiumi di alcol e droga, giri di prostituzione e mafia.

Una famiglia povera, un padre disperato che chiede aiuto al capo di uno dei clan della mafia, William Parker; ma si sa che prima o poi quest'ultima viene a pareggiare i conti.

«Ho saputo che hai una figlia adolescente.»

«Sì.»

«La voglio.»

Un equo scambio servito a pareggiare i conti porterà Kimberly Collins alle prese con un ambiente del tutto nuovo a cui non è abituata. E' risaputo che due caratteri diversi fanno scintille, ma cosa succede quando si uniscono due diversi mondi? William riuscirà a mettere da parte la sua voglia di sottometterla o quest'ultima avrà la meglio su di lui?

«Tu sei il mio antagonista. Io ti amo e tu continui ad odiarmi, sei il mio esatto opposto.»

Primo capitolo.

Erano appena le sei di un venerdì mattina e l'intera famiglia Collins era sveglia, ansiosa e preoccupata per l'incontro che da lì a un paio di ore il capo famiglia avrebbe affrontato con uno dei mafiosi più ricchi e famosi di tutta Los Angeles, William Parker. In precedenza John Collins aveva già avuto il dispiacere di conoscerlo, era stato di grande aiuto alla famiglia, ma si sa che alla fine tutti i nodi vengono al pettine.

L'adolescente diciassettenne era intenta a osservare l'armadio che condivideva con la sorella più piccola, Clary. Non avevano molti panni poiché le possibilità economiche erano limitate parecchio.

«Cara, io vado.»

La maggiore sentì il padre salutare e confortare le altre due donne per poi andare via.

Kimberly Collins era una strana diciasettenne, era diversa da tutte le altre. Era una ragazza che preferiva una tazza di tea caldo al limone senza zucchero e un libro preso dalla biblioteca, una che preferiva più l'essenza che l'apparenza.

Non usciva quasi mai e non aveva amicizie probabilmente perché paragonava troppo il mondo descritto dai libri con quello reale molto più crudo e violento.

Una ragazza innocente capitata in un luogo malvagio, infatti, nonostante lei fosse la più calma delle ragazze presenti nella sua classe era anche stata la prima a perdere miseramente la verginità. Il padre pochi mesi prima l'aveva venduta per una notte intera a uno sconosciuto per cercare di parare i suoi debiti con la mafia, fallendo poiché Kimberly aveva aiutato il suo amante a scappare pregandolo di non pagare il padre e quest'ultimo sconvolto l'aveva assecondata.

Ed è da pazzi affermare che Kimberly si fosse sentita più a casa nelle braccia di uno sconosciuto che in quelle di suo padre arrivando a mettergli i bastoni fra le ruote.

In realtà Kim odiava la sua famiglia, la odiava con tutta se stessa perché continuavano a farla sentire come un esclusa, come una feccia umana.

«Mamma andrà tutto bene?»

Kim udì il sospiro di colei che l'aveva partorita, ma nulla di più.

«Papà tornerà vero?»

E la madre rispose con un insicuro assenso ma Kimberly sapeva che non c'era nulla di sicuro, niente di confermato. Kim sapeva che la mafia non risparmiava nessuno.

John Collins camminava a testa bassa scortato da due scagnozzi del famoso William Parker, il maggior esponente per quanto riguardava la mafia. Dire che era in ansia e che aveva paura era riduttivo. I due si fermarono di colpo di fronte ad una porta imponente di un marrone scuro e bussarono.

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