capitolo 32

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" Niente è impossibile..."

- Nothing's impossible, Depeche Mode.

Harry's pov.

Mi era mancato tenerla tra le braccia, stretta a me.

Io potevo proteggerla, ne ero sicuro.

E l'avrei fatto, per sempre.

Adesso lo sapevo.

Si divincolò, colpendo il mio petto sia con la mano libera che con le scarpe che reggeva ancora.

'Lasciami andare' borbottò, mettendo il broncio, e continuando a muoversi furiosamente.

'No, Scarlett, io ti-' mi bloccò, colpendo il mio viso con uno schiaffo.

'No Harry, tu niente. E adesso fammi scendere' sussurrò.

La aiutai a scendere, facendo attenzione a non farle poggiare subito il piede ferito sull'asfalto.

Sembrava davvero esser tornati a qualche mese fa, al ballo di primavera.

Solo che, questa volta, io conoscevo meglio lei, e lei mi odiava totalmente.

Iniziò a camminare, sorpassando la mia figura, intenta a zoppicare lentamente.

Mi voltai, sospirando, osservando l'ondulare dei suoi capelli lungo la schiena.

'Dove stai andando?' chiesi, scuotendo la testa.

'A casa, forse?' rispose con una domanda a sua volta, non voltando neanche la testa nella mia direzione.

'Vuoi che ti accompagna?' chiesi, avvicinandomi.

'No, non ce n'è bisogno, grazie' sbottò, continuando a camminare.

'Ho lasciato Abbie' dissi, e lei si fermò di scatto.

'Mi dispiace' si limitò a dire, riprendendo a camminare.

'L'ho fatto per te' ammisi, abbassando lo sguardo.

'Bene, adesso Abbie avrà un altro motivo per farmi fuori' sbottò, scostando i capelli al lato, dandomi ancora le spalle.

'Lei è buona' dissi, non affatto sicuro delle mie parole.

'Mi ha portato via te, e Zayn adesso' dissi, voltandosi finalmente.

'Che c'entra Zayn adesso?' chiesi, e i miei occhi si incatenarono ai suoi.

La luna illuminava i suoi capelli ondulati, il cappello azzurro metteva in risalto i suoi bellissimi occhi azzurri.

Il colore del mare in confronto ad essi era una macchia inespressiva su una tavolozza di legno.

'Lascia stare' sospirò, poggiando il piede a terra, iniziando a fissare la strada.

'Ricordi quando ti dedicai la poesia di Prevert?' chiesi, sperando che lei non se ne fosse dimenticata.

'I ragazzi che si amano si baciano, in piedi contro le porte della notte. I passanti che passano li segnano a dito, ma i ragazzi che si amano non ci sono per nessuno. E se qualcosa trema nella notte, non sono loro ma la loro ombra, per far rabbia ai passanti, per far rabbia, disprezzo invidia, riso. I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno, sono altro, lontano, più lontano della notte, più in alto del giorno. Nella luce accecante del loro primo amore' recitò, sicura, tranquilla.

'L'hai imparata a memoria?' la osservai, sorpreso.

'L'ho riletta tante di quelle volte' disse, scrollando le spalle.

impossibleWhere stories live. Discover now