Cap II "L'amica di infanzia"

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<<Senpaaaai!>> sento urlare dall'altra parte del corridoio.
<<Osana.>> mi volto apaticamente verso la ragazza dai capelli arancioni che corre verso di me.
<<Perché non mi hai aspettato stamattina? Sei proprio uno stupido.>> nel mentre si sistema uno dei codini che nella corsa le è scivolato.
Lei è Osana Najimi, una mia "cara" amica di infanzia, come le piace definirsi. Spesso andiamo a scuola insieme, essendo vicini di casa, ma la maggior parte delle volte è sempre in ritardo ed odio doverla aspettare. È così irritante, ma dovrò recitare questa parte ancora per un po', giusto il tempo di conquistare il cuore di Ayano.
<<Lo sai benissimo. Ed ora sbrigati ad andare in classe che rischi di far fare tardi anche me.>> e continuo a camminare per il corridoio mentre lei mi segue correndo leggermente. Dopotutto ho il passo più lungo di lei.
<<Sei proprio uno scemo, che fretta hai di andare in classe? C'è per caso qualcuna che ti aspetta?>>
Al pensiero della mia Lei mi si disegna un largo sorriso sul volto, ma lo trasformo in un ghigno diretto a lei.
<<Ah, sei gelosa eh? >>
<<Di te? Bah. Assolutamente no.>> inizia a torturare una ciocca di capelli <<Che motivo.... >>

E mentre Osana continua a blaterare noto con la coda dell'occhio una chioma nera passarci affianco, riconosco l'odore di ciliegie, la camminata leggera e veloce, come quella di un passerotto. Cerco di non voltarmi, ma il mio cuore è più forte della mia mente e mi trovo a guardarla. Eppure lei non guarda me, ma Osana. Ed in un modo che ora come ora non so descrivere, direi trovo, STRANO.

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Suona la campanella ed iniziano le lezioni. Osana non è nella mia classe, quindi ho dovuto scollarmela in fretta per arrivare in anticipo. Quest'anno sono riuscito ad accaparrarmi il posto dietro la mia Ayano. Lei non sembra aver notato nulla, e questo mi ferisce molto, ma sono sicuro che col tempo farà caso a me.

Matematica. Inglese, nel quale sono una scheggia. Italiano, durante il quale Lei legge un brano tratto da Romeo e Giulietta. Arte, come prima lezione ci fa disegnare le nostre emozioni. Il mio foglio è completamente nero, ma al centro disegno una spirale rossa, l'unica cosa che riesco a sentire: il mio amore. La docente sembra apprezzare.
Infine educazione fisica, durante la quale ci dividono, maschi e femmine, ma ogni tanto dò un'occhiata per controllare come sta. L'insegnante di ginnastica si complimenta con me per i risultati ottenuti durante l'estate e mi propone di entrare nel club di atletica, ma declino gentilmente, la fotografia è forse una delle mie poche passioni. Continua comunque a fare apprezzamenti per il lavoro svolto, persino alcuni ragazzi mi si avvicinano, persino Budo Masuta, il presidente del club di arti marziali. È molto socievole e pacato, ma io so chi è in realtà. So come guarda la mia Ayano. Decido che finché si tiene lontano da Lei posso anche far finta che mi stia simpatico e legare con lui. Dopotutto si dice "tieniti stretto gli amici, ma ancora di più i nemici". Così chiacchieriamo per tutta l'ora di educazione fisica ed anche negli spogliatoi, sentendomi osservato per qualche strano motivo.

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Passo la pausa pranzo ad osservare da lontano Ayano mentre chiacchera con le sue migliori amiche, Kokona (soprannominata da molti "la tettona", per assonanza e non solo) e Saki Miyu, una ragazza dagli strani capelli verde acqua, simili a quelli di Miku dei Vocaloid, entrambe facenti parte del club delle cheerleader.

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E così finisce la prima giornata. Dopo aver svolto le mie attività al club di giornalismo e fotografia assieme a Fureddo Jonzu, il capo club, mi ritrovo a tornare a casa assieme a Osana. È una situazione molto sconveniente in quanto spesso non mi consente di seguire Ayano fino a casa sua ed assicurarmi che stia bene.
Per tutto il tragitto non fa che parlare ed insultarmi, ed io annuisco facendo finta di sentirla, ma pensando costantemente a Lei. A cosa starà facendo. Se sta bene. Cosa sta pensando....
<< Taro, mi ascolti?>>
<<Sisi, i fiori... >>
<<Ma di che parli, ti stavo chiedendo se vuoi venire a fare i compiti da me.>>
<<Osana, è il primo giorno. Non abbiamo compiti.>> le dico con una faccia che esprime tutto il mio disappunto. Non ho alcun interesse nel dover fingere ancora con lei.
<<Mamma me l'ha chiesto espressamente, sai quanto può essere insistente... E se non vieni lo dirà a tua madre>>
Mia madre. La persona più noiosa e petulante al mondo. Se non andassi potrebbe persino scoppiare a piangere.
<<Va bene, il tempo di un thè>>
<<Guarda te che razza di cretino devo portarmi a casa. Sbrigati và.>>
Riflettendoci bene non capisco perché Osana è sempre così scontrosa, e solo con me. Probabilmente le ho fatto qualcosa, ma ancora non capisco di cosa potrebbe trattarsi dato che con lei sono sempre stato lo stesso. Con tutti lo sono sempre stato.

<<Taro, tesoro, quanto tempo! Come mai questa visita inaspettata?>> la madre di Osana mi abbraccia forte. L'ho sempre rispettata, è una bella donna e molto forte,deve esserlo per forza per fare l'avvocato. Non si merita una figlia petulante come quella che le è toccata.
<<In realtà Osana mi ha detto che è stata lei ad insistere... >> dico lanciando un'occhiataccia alla rossa.
<< Che hai da guardare? Non ho mica mentito, mamma mi chiede sempre di te, vero mamma?>>
<<Osana è sempre la solita, quando vuole vedere qualcuno se ne inventa di tutti i colori.>> sorride leggermente, quanto è diversa da sua figlia. <<Andate su ragazzi, vi porto il thé tra un attimo.>>

<<Osana, la tua camera non è cambiata di una virgola>>
Mi guardo attorno: sembra la camera di una bambina di dieci anni. Tutte decorazioni a fiorellini sulle pareti ed il copriletto rosa. La scrivania è quella di un tempo e noto che appoggiata lì sopra c'è ancora la fotografia che ci scattarono al parco giochi.
<<È rimasta sempre lì. Sai, mi mancano quei tempi, in cui tu ancora mi cercavi, giocavamo insieme e sembravi... Felice. Adesso devo rincorrerti ed hai sempre quell'espressione... Non triste, ma... Assente. Speravo che ritornando qui saresti tornato il vecchio Taro, ma mi sbagliavo. >>
Non pensavo che Osana tenesse davvero così tanto a me. Voglio cercare di bloccare la situazione prima che peggiori e che possano crearsi situazioni...
<<Taro, io non ho mai smesso di pensarti.>> "Ecco, come non detto."
Osana sembra bloccarsi un attimo, per poi riprendere, arrossendo dalla testa ai piedi. Proprio in quel momento noto qualcosa fuori dalla finestra. Qualcuno. Mi volto di scatto per sorprenderlo, ma trovo solo l'albero di albicocche. Torno a guardare Osana che nel mentre si sta torturando la gonna.
<<Io voglio stare con te. Sempre. Voglio crescere con te, comprare una casa solo per noi, avere dei bambini. Vivere una vita perfetta come ho sempre sognato, ma con è possibile solo con te. Io ti amo. Ti prego, dimmi che accetti tutto questo, che accetti il mio amore.>>
Sono sinceramente confuso dalle sue parole. Non mi interessa di ferirla, ma spero che questo non ricada in qualche modo su di me.
<<Osana, noi non staremo mai insieme.>>
A quelle parole la ragazza si immobilizza, guardandomi come pietrificata. Il sorriso che aveva un attimo prima è svanito, per lasciare posto alla più totale disperazione. Una risata isterica le esce involontariamente.
<<Come hai detto scusa? Devo aver sentito male>>
<<Io non ti amo.>> dico risoluto.
Osana per un attimo non reagisce, poi urla e mi colpisce così forte ed inaspettatamente da spedirmi dritto sul suo letto. Mi salta addosso e tenta di baciarmi, ma io le blocco il collo con una mano. Cerca di convincermi che mi sto sbagliando, con la voce soffocata, ma io la ribalto sul letto, prendo la cartella e me ne vado, sbattendo la porta della camera e non voltandomi mai indietro finché non arrivo a casa.

Osana. Non lo avrei mai creduto. È stata una scena surreale, ma non voglio pensarci troppo. Lei non mi interessa, se ne farà una ragione ed anzi, forse smetterà di seguirmi ed importunarmi. Eppure non riesco a non pensare al modo in cui mi guardava, forse deve sentirsi come mi sento io con Ayano. Sì, deve essere così. Solo che lei non farebbe quello che farei io. Non ha neppure la minima idea di cosa voglia dire amare davvero qualcuno.
Mi addormento col volto di Ayano che mi sorride, proprio come mi ha sorriso questa mattina quando abbiamo parlato. Il cuore mi batte forte, ma mi sento bene allo stesso tempo. Vorrei sentirmi sempre così.

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Questa mattina non ho incontrato Osana. È comprensibile, deve avere il cuore spezzato, ma si riprenderà.

Iniziano le solite lezioni, fisso sempre la schiena della corvina quando posso, finché degli strani rumori in corridoio non attirano la mia attenzione. Rumore di tacchi e la porta si spalanca: è la vicepreside scortata dalla polizia.
<<Yamada, possiamo parlarti un secondo?>>
Sono spiazzato, ma mi alzo lentamente e seguo la donna sotto lo sguardo di tutti. Questo mi metterà in cattiva luce con Ayano, lo so, non poteva capitare in un momento peggiore.
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<Salve>> dice l'uomo in giacca e cravatta affianco alla vicepreside <<Io sono Steve, il poliziotto che si è preso carico di questa indagine.>>
<< Mi scusi, credo di non capire>> dico, davvero confuso.
<<Si tratta di Osana, la sua amica>> ora sta parlando sottovoce <<È stata trovata morta stamattina>>.

~Hello guys! Questo capitolo è un po' lunghetto, ma volevo rendere bene tutta la scena. Vi aspettavate la morte di Osana? Spero vi piaccia, al prossimo capitolo. Bye byeee~

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