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Era una notte come tante, o almeno... Così sembrava, infatti nell'oscurità qualcuno bramava per distruggere la pace che era stata tanto faticosamente ottenuta.

Una figura incappucciata, le cui vesti ricordavano l'abbiagliamento dei ninja dei secoli passati, camminava per le strade evitando quelle più luminose, tanto anche avesse incontrato qualcuno di poco raccomandabile non avrebbe mai corso alcun pericolo e lo sapeva bene.

Arrivò in un palazzo abbandonato e si intrufolò senza alcun problema, poi cercò un punto abbastanza appartato e cominciò i preparativi.

Si trattava di sistemare in un cerchio un oggetto dalla forma alquanto bizzarra, sembrava una caraffa o qualcosa del genere ma la sua forma era troppo irregolare per poterla usare a tale scopo, non aveva un manico e la parte superiore era tappata da uno strano simbolo che sembrava levitare, non era affatto appoggiato a qualcosa, anche il materiale era difficile da dedurre, pareva legno lucido ma era freddo come il metallo e ogni tanto, se lo si fissava per tanto tempo, sembrava muoversi.

La figura osservò quello che aveva fatto per poi cominciò ad osservare un punto nell'oscurità, poco dopo un'umbra si allungo fino ad arrivare al cerchio e inizialemente non successe nulla, poi però si decise e il cerchio si illuminò, a quel punto la strana caraffa si distrusse in mille pezzi da sola generando un turbine nero che fece volare fogli e piccoli oggetti ovunque.

Ciò che apparve dopo fu un essere incorporeo, con una siluette vagamente umanoide ma con delle proporzioni innaturali, un'ombra solida con occhi spalancati simili a quelli della figura ma senza la pupilla sottile, la bocca rossa e basta, non c'era altro che potesse ricordare un viso.

L'essere osservò la figura per qualche secondo e poi, con una voce profonda e leggermente distorta, chiese <mmmmh, come mai mi hai liberato?>

La figura tentennò, perché la presenza di quella figura la metteva in soggezione, cercò di mantenere la calma ma la sua voce tremò <v-vedi... Ho un obiettivo e... Penso che tu mi possa aiutare>

L'essere rise come se per lui ciò che la figura aveva detto fosse una barzelletta <e perché dovrei?> Ma il ragazzo non riuscì a rispondere, perché l'essere emanava un'aura opprimente ed un'energia mostruosamente grande, troppo grande per lui per resistere.

<Perché me lo devi. Se mi aiuti considererò saldato il tuo debito nei miei confronti.> Non era stata la figura a parlare ma sentire quella voce, così profonda e gutturale sembrò sorprendere l'ombra vivente.

<Ma guarda... Quindi ci sei tu dietro tutto quanto eh? Sarei proprio curioso di sapere come ti sei liberato> disse poi con un sorrisetto.

<È stato... Complicato diciamo>

L'ombra coprorea sorrise <capisco... Beh va bene, sono proprio curioso di vedere cosa succederà ora>

<Per ora puoi andare, so che hai alcune cose da sistemare prima>

L'essere sorrise e poi scomparì, il ragazzo sospirò, aveva dovuto resistere a quella presenza e sapeva che avrebbe dovuto averci ancora a che fare <non sei obbligato ad aiutarmi, lo sai vero?> Disse la voce nell'ombra.

<Lo so, ma voglio aiutarti, per lei> rispose lui riprendendosi.

Ci fu un momento di silenzio prima di ottenere la risposta <capisco>

Il giorno dopo però la cosa non era passata inosservata, infatti una donna dai capelli rossi e gli occhi azzurri camminava per i corridoi di una magione molto grande anche se modesta almeno nelle decorazioni, si poteva però capire che chi ci abitasse dentro era una famiglia di alto rango sociale ed economico.

Dark NinjaWhere stories live. Discover now