EPILOGO

7K 222 50
                                    

«Pronta a tornare a casa?»

Annuisco accennando ad un sorriso. Dopo la festa sono andata a stare a casa di Izzy e Chassy. Jonathan mi ha chiamata, messaggiata è persino venuto sotto casa per parlarmi ma io l'ho ignorato.
Non voglio farmi altro male, consumarmi ancora per lui. L'unica sensazione che provo è la stanchezza. Dopo che me ne sono andata Isaac e Jonathan si sono picchiati per come quest'ultimo mi ha trattata e alla fine sono dovuti intervenire Alec e un altro tipo. In questi ultimi due giorni mi sono venuti a trovare molto spesso Isaac e Alec, chiedendomi come stessi e gliene sono grata davvero, sono felice che a loro importi qualcosa di me, anche se so che Alec lo fa soprattutto per Jonathan, ma come dovrei sentirmi?

«Sì, è l'unica cosa che voglio ora.»

Izzy mi abbraccia e Chassy mi sorride dolcemente. Sono rimaste con me tutto il tempo e, nonostante le voci che mi descrivevano come puttana da amici e via aveva, loro hanno continuato a difendermi da tutti assieme a Isaac che ha preso a pugni altri quattro ragazzi che avevano scherzato sul farmi fare qualche servizietto.

«Dai, ti aiuto ad alzarti.»

Afferro al mano di Izzy e mi tiro su. Sto per tornare a San Francisco, dalla mia famiglia. Devo essere felice, se non per me almeno per loro. Sorrido stancamente ad entrambe. Il viaggio in macchina sembra eterno nonostante abbiano cercato di farmi ridere con ogni mezzo possibile e, anche se per poco, mi hanno resa più allegra.

«Allora mi manderai la foto di tuo fratello?»

Rido sommessamente.

«È fidanzato.»
«E quindi? Non è una condizione stabile.»

Ammicca lei con fare malizioso. Le do una leggera gomiata al che lei ride di gusto.
L'annuncio del mio aereo risuona in tutto l'aeroporto. Saluto le mie migliori amiche, che promettono di telefonarmi sempre e venirmi a trovare appena possono, e posiziono le mie valige sul nastro trasportatore. Oltrepasso la guardia che mi fa un veloce check in e mi incammino per il corridoio.

«Lilia!»

Mi volto verso la voce, quella stessa voce che ho cercato di cancellare, evitare e persino odiare in questi ultimi e dannati due giorni. Lo osservo corre nella mia direzione e tentare di superare la guardia che però lo ferma. Lo vedo cercare di liberarsi per venirmi incontro ma senza successo. Io invece sono lì, ferma a guardarlo. Vedo la disperazione nei suoi occhi. Sento la sua frustrazione nel non potermi raggiungere. Già Jace, è questo che ho provato io. Mi volto per raggiungere l'imbarco che mi porterà lontano da lui quando lo sento di nuovo.

«Lilia aspetta, ti prego! Sono un'idiota e non merito il tuo perdono, ma ti prego torna da me!»

Mi volto a guardarlo negli occhi. Ora non cerca nemmeno più di sfuggire alle guardie che continuano a tenerlo fermo.

«Ho così tanta voglia di baciarti.»

Ride lasciandosi cadere.

«Ma loro non mi lasciano venire! Lilia...»

Mormora tornando serio.

«So che sono stato l'idiota del secolo, ma ti prego torna con me... I-Io ho bisogno di te... Io ti amo!»

A quelle parole rivoli di lacrime scendono bagnandomi il viso mentre ancora una volta il mio cuore si spezza.

«Ti amo anch'io Jonathan.»

Lo vedo sorridere e rialzarsi mentre ricomincia a tentare di venirmi incontro.
Ma io mi giro e percorro il lungo tunnel.
Lo sento chiamarmi e so bene che quel tunnel mi porterà lontano da lui, lontano dalla persona che amo di più al mondo, ma è proprio quello che voglio. Quando sto con lui finisco per distruggermi e so bene che ci abbiamo provato per poco tempo, ma già questo mi è bastato per disintegrarmi, figuriamoci se mi permettessi di passare più tempo con lui. Di me probabilmente non rimarrebbe più niente. Addio Jonathan Christopher Thompson, amore mio.

ROOMmateWhere stories live. Discover now