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Prima di lasciarvi al capitolo vorrei ringraziare tutti voi per le letture e i commenti. E per le letture di "Quello che rimane" che continuano a crescere anche dopo mesi. Sarei felice di conoscere anche i vostri commenti o pareri su Tw, mi trovate con il nome Abbicuradisplendere. A presto 😘

"E mille volte ancora mi innamorerò... Di una persona, di un'emozione, di un luogo, di una canzone, di una sensazione, di una risata, dell'amore, della vita."

Claudio

Claudio non sa come ci sia riuscito, non lo sa sul serio. Probabilmente deve essere impazzito del tutto, non c'è altra spiegazione. Sa solo che nel momento in cui ha letto le parole su quel post-it il cuore ha preso a battere frenetico e senza controllo, e ancora ora non ne vuol sapere di arrestare quella danza incontrollata. Sa solo che quelle parole sono vere, sincere, reali. Sa solo che Mario lo ha capito, più di chiunque altro. Lo ha capito, ha compreso il motivo delle sue paure e ora vuole solo aiutarlo a superarle. E vuole tenergli la mano in tutto questo. Sa solo che dopo aver letto quel breve messaggio ha avuto il bisogno incontrollato di chiamare l'altro, di averlo lì di fronte a lui, di guardarlo, perdersi, accarezzarlo, baciarlo, viverlo. E quindi lo ha fatto. Ha messo da parte la paura, ha chiamato Mario, lo ha spinto a tornare da lui. E Mario lo sta facendo. Sta tornando da lui. Sta correndo da lui, probabilmente ormai pochi passi li separano. Ritorna a leggere le parole impresse su quel piccolo foglio spiegazzato.

"Se metti da parte la paura, possono succedere anche cose belle. Noi siamo una cosa bella. Fidati di me, anzi fidati di noi."

Ha deciso di fidarsi, di mettere da parte la paura. Perché Mario ha ragione. In tutti questi anni è stato male, spento, un girasole senza più il suo sole, la sua linfa vitale. In tutti questi anni ha vissuto di paure. E nell'attimo esatto in cui ha deciso di buttarsi in quel bacio bellissimo con Mario si è sentito vivo. Per la prima volta dopo anni. E questo è successo per un solo motivo, ora lo sa. Ha messo da parte le sue paure. E lo farà anche adesso, lo farà ancora, ora, sempre, se questo vuol dire trovare il sole. Se questo vuol dire avere le cose belle che forse finalmente potrebbe riuscire a meritarsi.
È per questo che quando apre la porta e si ritrova Mario di fronte non può fare altro che sorridergli. Lo vede lì, a pochi passi da lui, i capelli nerissimi e spettinati, gli occhi caldi e bellissimi, il giubbotto pesante a coprirlo dal freddo invernale. Lo vede lì, bellissimo di fronte a lui, e non ha paura e non trema e non scappa via. Si getta sulle labbra di Mario e lo bacia, lui questa volta. Con fermezza, sicurezza, lentamente e poi in modo sempre più frenetico. Lo trascina in casa con sé, lo stringe e sorride percependo l'altro fare lo stesso, stringerlo, torturare le sue labbra, morderle appena, trascinarlo fino al muro e poggiarvi le mani, intrappolandolo in quel piccolo spazio, come se avesse paura, come se non volesse vedere Claudio scappare di nuovo via da lui. E Claudio vorrebbe dirglielo. Che non ha alcuna intenzione di scappare. Che l'unico posto in cui si sente vivo è proprio quello, quel piccolo spazio tra il muro e il corpo caldo di Mario, con le sue braccia a stringerlo e i suoi baci a curarlo. Vorrebbe dirglielo ma non lo fa. E spera che i suoi gesti parlino per lui, come sempre.

***

"Sei sicuro che questa camicia sia adatta Pà? Non è troppo elegante? Siamo a casa sua dopotutto, non stiamo andando in qualche ristorante chic. Mi sa che la levo e metto una maglietta e un paio di jeans, si, sono decisamente fuori luogo combinato così..."
Da più di un'ora Claudio è fisso davanti allo specchio a chiedere consigli all'amico, ad aggiustare ossessivamente i capelli e a cambiare camicia ogni due minuti. E Paolo dovrebbe essere scocciato, prenderlo in giro, andarsene a casa, ma non lo fa. E sorride felice perché, per la prima volta dopo sei anni, rivede l'amico nervoso per un appuntamento, davanti a uno specchio a cercare di essere perfetto. Per la prima volta dopo sei anni lo vede felice, vivo. E crede che non basterebbero neppure dieci vite per riuscire a ringraziare Mario per questo.
"Così vai benissimo Clà, fidati!" Esclama sorridendo e afferrandogli la mano per impedirgli di togliersi di dosso l'ennesima camicia.
"E ora sbrigati, che altrimenti ci vado io alla cena a casa del dottore sexy." Continua poi, guadagnandosi un'occhiataccia dell'amico. Ma almeno sembra che il suo metodo abbia funzionato, perché Claudio finalmente si decide ad uscire. Dà un'ultima occhiata allo specchio di fronte a lui, sospirando rumorosamente e mormorando un "Vado". Si volta nervoso verso Paolo, che lo stringe forte a sé per infondergli un po' di coraggio. Per fargli capire che andrà tutto bene. E poi finalmente va via, sotto lo sguardo attento e felice di Paolo.

Sarò quel vento che ti porti dentroWhere stories live. Discover now