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"I can't take my eyes off of you...
I can't take my eyes off of you...
I can't take my eyes, eyes, eyes... 
Did I say that I loathe you
Did I say that I want to 
Leave it all behind
I can't take my mind off of you..."

Claudio

"Passo da te tra dieci minuti. Stasera si esce."
Poche semplici parole. Paolo. Paolo che nonostante sia stato ferito, nonostante le parole che lui stesso gli ha buttato addosso per fargli del male, è ancora qui. Paolo che pensava che questa volta sul serio non si sarebbe più fatto vedere né sentire. È ancora qui. E gli manda un messaggio come se fosse la cosa più normale del mondo, come se non fosse mai successo nulla tra di loro. E Claudio per l'ennesima volta lo pensa. Quanto sia stato fortunato ad avere Paolo nella sua vita. E quanto poco si sia meritato quella fortuna. Perché se non ci fosse stato lui, davvero crede che non ce l'avrebbe fatta ad andare avanti senza Luca. Se non ci fosse lui tutto sarebbe più difficile di quanto già non sia.
Il suo migliore amico mantiene la parola. Passano solo dieci minuti prima che senta il suono insistente del campanello. Corre ad aprire la porta e si ritrova davanti Paolo con un piccolo sorriso in volto. Gli fa cenno di entrare senza proferire parola. È felice, magari non riesce a dimostrarlo, ma è davvero felice che il suo amico sia riuscito a capirlo e perdonarlo, senza parole di troppo, senza alcuna spiegazione. Si siedono l'uno di fronte all'altro. Claudio abbassa lo sguardo in difficoltà. Non è mai stato bravo in questo. A mettere da parte l'orgoglio, a chiedere scusa. Ma ora deve farlo. Almeno questo glielo deve.
"Mi dispiace per quello che ti ho detto Pà..." Mormora poi, sperando che l'altro possa davvero credergli. L'amico si apre in un sorriso enorme, annuendo vistosamente. E non perde l'occasione per farlo sentire in imbarazzo. D'altronde non sarebbe Paolo se non lo facesse.
"Claudio Sona mi sta chiedendo scusa! Sto sognando per caso?" Esclama incredulo, facendo ridere Claudio, che gli dà una piccola spinta.
"Dai, smettila! E non ti ci abituare!" Gli risponde. L'amico gli si butta letteralmente addosso, stringendolo forte. E Claudio non può fare a meno di ricambiare quella stretta con tutto l'affetto e la gratitudine che riesce a provare.
"Stasera si va a cena fuori per festeggiare! Ora vai a farti una doccia e vestiti bene. Sembri un barbone, Claudio." Paolo lo spinge verso il bagno.
"Grazie eh!" Gli risponde, fingendosi offeso.
"Non c'è di che! E Clà?" Lo richiama l'altro, prima che lui possa chiudersi la porta del bagno alle spalle.
"Si?"
"Come stai?" Glielo chiede e Claudio si ritrova a pensare a tutte le volte in cui è stato Mario a farlo, a ciò che si sono detti l'ultima volta che si sono visti, a ciò che è successo qualche giorno prima in quella stessa casa. E vorrebbe dire tutto a Paolo ma non ci riesce. Non ancora.
"Ora meglio." Si limita a rispondere, prima di andare verso la doccia. E di certo non può immaginare che Paolo sa già tutto. E che ha intenzione di fargli incontrare Mario quella sera stessa.

***

Sono seduti ad un tavolo al centro esatto del ristorante. Claudio avrebbe voluto un posto più appartato, ma Paolo non ha voluto sentire ragioni. In realtà è da quando sono usciti da casa che lo vede un po' strano e non se ne riesce proprio a spiegare il motivo. Si guarda intorno e sbatte nervoso la forchetta sul tavolo. Claudio lo guarda perplesso e sta per chiedergli cosa cavolo gli sia preso. Lo sta per fare ma poi lo vede entrare. Mario è lì, a pochi passi da lui, bellissimo, con i capelli perfettamente pettinati e una camicia blu a fasciargli il busto.
E Claudio non può fare altro che restare lì, immobile, a fissarlo. Mario è lì e non è solo. È con un altro. Mario è lì con un altro. Quando si volta verso di lui gli sorride con dolcezza. E Claudio non sa che cosa trasmettano all'altro i suoi occhi. Probabilmente rabbia. Delusione. Gelosia. Perché Mario è lì con un altro quando tre giorni prima stava per baciare lui.
P

Sarò quel vento che ti porti dentroDonde viven las historias. Descúbrelo ahora