2. Apri gli Occhi.

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«Mi avevi detto di avvisarti quando la situazione sarebbe diventata più grave, lo so. Ma non lo è diventata, Nol, okay? È tutto sotto controllo. Devo solo...» raggiungo la parte del pavimento cosparsa di cartacce e inizio a gettarle alla rinfusa nel secchio sotto alla scrivania «Devo solo fare chiarezza con alcuni pensieri.»

Nolan si china accanto a me e inizia a raccogliere i fogli appallottolati, aiutandomi a gettarli via. «Lo sai che Abby non vive più qui con noi, non è vero? Non hai delle visioni o... non lo so, qualcosa di assurdamente fuori di testa?» mi domanda, con un pizzico di serietà di troppo.

Mi blocco a metà tra il cestino e la scrivania e sbatto le palpebre. «Credi davvero che stia impazzendo?»

Nolan diventa paonazzo in volto, ma lo nasconde bene. «No! È solo che non mi sembri molto... in forma. E poi Janise e tua madre sono preoccupate per te. Lo siamo un po' tutti, da quando lei se n'è andata.»

Abby, Abby, Abby. La nominano tutti, qui dentro. E poi si chiedono come mai arrivi a inveirle contro, quando sono da solo.

Sospiro e torno alla mia attività. «Sta' tranquillo, Nol. Ci sto ancora con la testa. Non ho nessuna visione da schizzato.»

«Ehi, guarda che non volevo offenderti» si discolpa lui, aggrottando le sopracciglia scure. Gli occhi, dalla forma leggermente a mandorla, si oscurano dispiaciuti.

Scuoto le spalle e mi metto seduto sul bordo del letto, lasciando perdere per un attimo la baraonda nella mia stanza. «Lo so.»

Nolan fissa assorto i fogli per terra, poi sospira e si mette a sedere accanto a me. Le nostre spalle si sfiorano appena ed entrambi fissiamo il pavimento, probabilmente pensando alla stessa cosa. Alla fine si china in avanti e afferra una pallina accartocciata. La apre e cerca di distendere le pieghe raggrinzite, almeno finché la parola, calcata con una penna stilografica nera, non è perfettamente visibile.

«Abby» legge, senza alcuna inflessione nella voce. Si volta a guardarmi e nella sua espressione ci vedo un grumo denso di allarme «Da quanto tempo va avanti questa storia?»

«Da quando se n'è andata» rispondo semplicemente, senza ricambiare il suo sguardo.

«Jared, questa cosa è...» Nolan si guarda intorno e apre le braccia, a corto di parole «Maniacale. È maniacale, sì.»

Rimango in silenzio, a constatare l'ovvio.

«Tu pensi ancora a lei.»

«Io penso a tutto quello che ho scordato. Non posso vivere con la consapevolezza di aver gettato in un buco nero alcune parti della mia vita, belle o brutte che fossero. Voglio riavere quei ricordi.»

«Abby se n'è andata e...»

«Abby se n'è andata, ma io sono ancora qui!» sbotto all'improvviso, scattando su dal letto come una molla «Sono ancora qui e voglio ricordare! Voglio sapere tutto... Perché tenevo così tanto a lei? Perché mi ha obbligato a dimenticare?» gemo frustrato.

Nolan si alza in piedi e si ferma di fronte a me, poggiando entrambe le mani sulle mie spalle. Poi mi guarda negli occhi e sbatte le ciglia scure lentamente, come se volesse ipnotizzarmi. «Stiamo tutti pagando le conseguenze di qualcosa. Soprattutto tu.»

Scuoto la testa. «Non riesco a togliermi il suo nome dalla testa. Vorrei farlo, ma non ci riesco, maledizione.»

«È normale. Ti succede perché tu e lei eravate...»

«Jared» la voce di Janise squilla altisonante da dietro la porta «Apri.»

Nolan si ammutolisce e si scansa di lato. Qualcosa nella sua espressione seria e decisa s'incrina, facendogli trasparire un non so ché di titubante. Potrei quasi scommettere che in questo momento desidererebbe trovarsi dall'altra parte della Caserma. O forse di Henver.

Hybrid - Legami SpezzatiWhere stories live. Discover now