2. Apri gli Occhi.

Bắt đầu từ đầu
                                    

«Abby» leggo a bassa voce, come se avessi paura di essere ascoltato da qualcuno «Ancora tu...»

Sempre tu.

Sospiro e fisso il foglio da ogni angolazione possibile. Lo faccio nel tentativo di scorgerci qualcosa di nascosto. Qualcosa che non sappia già. Ma il suo nome, il nome della ragazza che è entrata nella mia vita in silenzio e che ancora più in silenzio ne è uscita, continua a rimanere solo un nome scritto con una penna blu. Non ci sono simboli accanto. Nessun indizio o segnale utile.

Sei solo un maledetto nome.

Stringo i denti e accartoccio il foglio con una mano, riducendolo a una pallina spigolosa, prima di lanciarlo alle mie spalle, in un cimitero di cartacce strappate, accomunate da un solo dettaglio: sono tutte identiche tra loro.

C'è Abby, su questo pavimento. C'è Abby strappata, Abby spezzettata, Abby ridotta in coriandoli. E poi c'è Abby con la penna blu, con quella nera, c'è Abby persino graffiata via con le unghie.

Il suo nome è una maledizione che sono costretto a subire giorno dopo giorno, almeno finché non aprirò gli occhi e inizierò a ricordarmi qualcosa in più di quattro lettere sbattute su un inutile foglio.

O forse non lo farai mai. Forse lei dovrà restare solo una parola astratta.

«No» chiudo gli occhi e scuoto la testa. Mi alzo in piedi, allontanando di scatto la sedia, e incastro le mani tra i capelli, spingendomi i pollici sulle tempie «Lei non è astratta... Lei esiste e noi siamo stati qualcosa.»

"«Non te l'ho mai detto prima d'ora, ma penso di essermi...»"

"«Non serve che tu lo dica.»"

«E invece sì, maledizione! Avresti dovuto lasciarmelo dire, stronza che non sei altro!» esplodo ad alta voce, calciando con un piede l'ammasso di cartacce appallottolate «Sto brancolando nel buio per colpa tua!»

"«Mi chiamo Abby Lorelaine e sono una cittadina americana del tutto in regola!»"

«Vaffanculo, Abby.»

"«Sto solo cercando di scavare più a fondo. Di conoscerti.»"

Scuoto la testa amareggiato. «In realtà hai fatto ben altro... Mi hai portato via una parte di me. Me l'hai rubata davanti agli occhi, sotto a quel temporale. Mi hai rubato i nostri ricordi. E io questo non te lo perdonerò mai. Hai capito bene, Abby? Se mi stai ascoltando in qualche modo, sappi che non te lo perdonerò mai!» grido alla stanza, come se la sua figura fosse fisicamente presente di fronte a me.

Ma anche se davanti non ho nessuno, una voce sopraggiunge dietro alla mia schiena.

«Lo sai che non ti risponderà, vero?»

Le spalle s'irrigidiscono e mi volto lentamente, fino a incontrare gli occhi scuri di Nolan. Mi fa un piccolo cenno con la mano, poi indica con il mento la porta. «Era già aperta e tu stavi parlando da solo. Mi sono sentito in dovere di entrare.»

Lo fisso con un sguardo duro e con quattro falcate lo raggiungo. Chiudo la porta della stanza con una spinta e mi appoggio con una mano alla parete, come se improvvisamente mi sentissi privato di ogni forza.

«Non stavo parlando da solo.»

«Ah, no?» Nolan alza un sopracciglio. Vorrebbe sbuffare divertito, ma quella fase ormai l'ha superata. Adesso inizia a essere veramente preoccupato per me.

«Stavo pensando ad alta voce.»

«E con "pensare ad alta voce" intendi anche prendertela con una persona che non è nemmeno in questa stanza?» dopo avermi lanciato un'occhiataccia, sposta lo sguardo sui fogli a terra «Merda, Jared... Ti avevo detto...»

Hybrid - Legami SpezzatiNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ