capitolo 6

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So you can throw me to the wolves , tomorrow I will come back leader of the whole pack

Eile
Ho sonno ma non riesco ad addormentarmi e io odio questa sensazione che prende il sopravvento del mio cervello impedendomi di smettere di pensare.
È da tre ore che fisso il soffitto recitando l'intera tavola periodica nella mia testa. Wow che attività da persona problematica.
Quando proprio non ne posso più di ripetere idrogeno, elio, litio, berillio, boro, carbonio come un disco rotto, mi alzo ed inizio a suonare il violino, occhi chiusi, davanti alla finestra, dando le spalle alla porta. Per la precisione, sempre la stessa canzone, Bohemian Rhapsody.
L'archetto scivola sulle corde automaticamente, non penso neanche e tutto viene istintivamente.

Too late, my time has come, sent shivers down my spine, body's aching all the time. Goodbye everybody, I've got to go... Gotta leave you all behind and face the truth!

Quando arrivo finalmente a suonare l'assolo di chitarra qualcuno apre la porta violentemente ma non riesco a vedere chi.

"Fuori di qui, non vede che sono occupata? Se è un medico o un testimone di Geova non mi interessa comunque, sono stata visitata la settimana scorsa e credo profondamente nella scienza."

Una profonda voce maschile mi risponde.

"Oh allora credo che mi abbia fatto farse lo spostamento per niente. Dai John torniamo a casa e giochiamo a Cluedo."

Un'altra voce maschile ribatte.

"No a Cluedo con te non ci gioco più!"

Allora sbuffando mi giro e davanti a me mi ritrovo un uomo alto, molto più alto di me, con ricci neri e occhi azzurri, è avvolto in un lungo cappotto nero e devo ammettere che la natura è stata particolarmente generosa con lui.

Dietro di lui sta un uomo più basso e biondo, un ex soldato visto il suo portamento.

"Non so chi sia lei ma non ho bisogno di visite in questo momento, quindi può anche andarsene."

"Che peccato, io che pensavo di poterla aiutare signorina Winchester."

"Scusi, ma come fa a sapere il mio nome? E lei chi è?"

Allunga una mano verso di me ed accenna un mezzo sorriso.

"Sherlock Holmes, consulente investigativo. Se non sbaglio mi ha mandato una mail."

Allora l'uomo arrogante e pieno di se che mi ritrovo davanti è quello che dovrebbe aiutarmi ad scoprirne di più sul mio passato?
Wow, siamo davvero messi male.

"Effettivamente l'ho contattata."

Rimette la mano in tasca con fare sprezzante e si passa l'altra fra i capelli.

"Bene, allora mettiamoci al lavoro."

Detto ciò, si fionda ad esaminare cassetti e sportelli vari e intanto mi avvicino all'altro uomo.

"Lei deve essere il Dottor John Watson."

"Solo John per favore, farmi dare del lei mi fa sentire vecchio."

"Ma quindi il tuo amico è sempre così..."

"Odioso?"

"Cercavo di dirlo in modo meno violento ma, si."

"È normale. Quando vedo la sua faccia ho sempre voglia di prenderlo a pugni."

Ridiamo mentre Sherlock Holmes si rialza da sotto il letto e viene verso di noi. Ora che lo vedo con più attenzione mi rendo conto che le gattare di "Holmes Addicted!" avevano ragione sui suoi occhi: sono davvero stupendi.

"Direi che è ora di andare. John passami la pistola."

John Watson se ne sfila una dalla tasca della giacca e gliela porge dubbiosamente.

"Sherlock non fare cagat-"

Ma non fa in tempo a finire la frase che Sherlock Holmes spara un proiettile contro la finestra.

"Perbacco, i vetri sono antiproiettile e non possiamo neanche uscire di lì. Dannazione, cosa fate voi pazienti quando vi annoiate?"

Quest'uomo è decisamente strano.
I due uomini si avvicinano alla porta ma li interrompo.

"Mi scusi Signor Holmes, ma siamo nel bel mezzo del mese di febbraio, fuori c'è un freddo glaciale ed io sto solo indossando una camicia da notte e delle ciabattine di plastica."

Sherlock Holmes si sfila il cappotto e la sciarpa e me li lancia.

"Infili questi. E per favore eviti di chiamarmi Signor Holmes."

"Va bene Holmes."

Holmes mostra ancora quel mezzo sorriso e ribatte.

"Ci siamo capiti Winchester."

Mi metto il cappotto addosso, afferro il violino e la sua custodia e seguo Holmes e Watson fuori dalla stanza

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Mi metto il cappotto addosso, afferro il violino e la sua custodia e seguo Holmes e Watson fuori dalla stanza.
Appena fuori, l'allarme inizia a suonare e dal fondo del corridoio appaiono il mio terapista e due infermiere,muniti di walkie-talkie e sedativi.
No sul serio, c'è gente che usa ancora i walkie-talkie?
E vogliono sedarmi come una volgare animale? Neanche per sogno.
"Il paziente 117 sta fuggendo. Massima precauzione, il paziente è pericoloso e armato."
Pericolosa? Mi sento onorata di un tale titolo.
Io, Sherlock e John sfrecciamo giù dalle scale ma in fondo siamo presi in imboscata dalle guardie di sicurezza.
Mentre John spara ad una guardia, Sherlock schiaccia violentemente il calcio della pistola sulla tempia di un'altra e io ne percuoto un'altra ancora con la custodia del violino,
finalmente riusciamo ad uscire nel freddo della notte, a gettarci in auto e a partire a tutto gas.

E senza neanche accorgermene, ritrovo il sonno, mi addormento sul sedile dietro abbracciata al mio violino e dopo anni, dormo un sonno pacifico, senza sogni.

-------spazio autrice-----------------------
Wowowowowowow 113 letture sto sclerando grazie grazie grazie😭😍.
Solo ieri ero a 49 sinceramente non so come ho fatto!
Comunque questo capitolo mi ha fatta impazzire un po' perché ho eliminato per sbaglio la prima bozza e ho dovuto riscrivere tutto😤
MA CE L'HO FATTA!
P.S. Qualcuno sa come si mette il cast nella fanfic?🤔

If you never shoot You'll never know / SHERLOCK HOLMESWhere stories live. Discover now