"Ma non dicevi di non essere religioso?" Mi domanda lei, curiosa.

Faccio spallucce.

"Elena, non fare la scassaminchia. Tutti vengono a vedere la nostra patrona, anche chi non crede. Non è vero, Tonino?" Cerca conferma Aldo.

Io annuisco, anche se , in cuor mio, so che la verità è un'altra.

"Ho incontrato tua madre prima, le ho fatto gli auguri per l'onomastico e le ho rinnovato i complimenti per avere un figlio a modo come te." Mi dice Carmen.

Io ringrazio e sorrido un po' imbarazzato.

"Alfredo?" Chiedo, facendo finta di non averlo visto.

Elena si acciglia, mentre sua madre esulta allegramente per la domanda che ho posto.

"Porta la Santa. Non puoi capire come siamo contenti. Non è vero, Aldo?"

Lui annuisce,ma non presta più attenzione alla conversazione, distratto da una moltitudine di gente che lo saluta.

"Tra poco c'è il cambio dei portatori e lui finisce il turno. E' stata una gioia immensa poter vedere mio figlio tra i portatori."

Elena sbuffa.

"Com'è che quando Alfredo fa qualcosa, lo lodi sempre e a me, che porto voti alti e successi scolastici, non dici mai niente?"

Come al solito, quando non è lei al centro dell'attenzione, si secca e inizia a sparare a zero su chiunque le capiti a tiro.

"Perchè tu fai sempre la saputella arrogante e stai sulle scatole alla gente." La rimprovera Carmen che ,per la prima volta, le sento pronunciare una frase poco elegante.

"Devi scusarla,ma Elena non capisce quando deve chiudere quella boccaccia."

Intanto, dopo qualche minuto, vedo spuntare Alfredo che si massaggia la spalla destra.

"Oh, vita mia! Come ti senti? Sei stanco?"

Carmen incomincia a fargli una serie di domande e Aldo gli sorride compiaciuto, ma lui mi guarda come se non ci fosse nessun'altro.

Mi sento un po' in imbarazzo , ma cerco di convincermi che è tutto nella mia testa, che mi sto inventando ogni cosa.

"Che ci fai qui?" Mi chiede anche lui. "Non eri ateo?"

"E' la stessa cosa che detto pure io." S'intromette Elena, al solito.

"Volevo solo fare una passeggiata e godermi questo clima invernale." Mi giustifico, arrossendo come un peperone.

In realtà, proprio da qualche giorno, è iniziato a farsi sentire l'inverno con temperature più rigide anche se , fortunatamente, il tempo ha retto, nonostante le nuvole minacciose di questa mattina.

Alfredo studia il mio volto, poi annuisce.

"Mamma, io e Tonino facciamo un giro e andiamo a vedere le bancarelle. Non mi aspettate, torno a casa a piedi."

Lo fisso con la bocca aperta e ,per la mia volta, mi accorgo che mi piace quando fa il duro e prende le decisioni anche per me, senza chiedermelo.

"Posso venire pure io con voi?" Chiede Elena implorante.

"No. Lo sai che ci sono un sacco di zingari e voglio che tu stia con noi." Sentenzia Aldo che, nel frattempo, è tornato a dedicarsi alla nostra conversazione.

"A lui fate fare sempre tutto e a me mai niente."

"Perchè sei piccola e noi ci preoccupiamo." Le spiega la madre con gentilezza.

"Ma Tonino ha la mia stessa età!"

"Tonino è maschio e sa badare a se stesso. Inoltre, non è nostro figlio e non possiamo decidere per lui."

Lei mette il broncio, ma non replica più.

Ci salutiamo e vedo che vanno verso la processione.

"Vieni con me!"

Alfredo mi fa strada e , tra una scorciatoia e un'altra, arriviamo alle bancarelle della fiera di Santa Lucia.

Principalmente vendono roba da mangiare e tutti sono attratti dalle varie specialità gastroniche che arrivano da tutte le parti di Sicilia e ,persino, d'Italia.

"Ti è piaciuto portare la Santa?" Domando.

Lui fa spallucce.

"L'ho fatto solo per far piacere ai miei. Non me frega nulla della festa e di tutta questa pagliacciata."

Lo guardo esterrefatto.

"Pagliacciata?"

Lui sbuffa e si gratta la testa.

"Sì, voglio dire... Festeggiare una ragazza che potrebbe o meno essere esista un milione di anni fa, portando in processione una statua fatta d'oro e d'argento ,dal valore inestimabile, come la definisci?"

Mi sorprende la sua affermazione. Se avesse detto una cosa simile ad un altro coetaneo, lo avrebbe riempito di botte, non perchè i giovani hanno realmente a cuore il loro credo, ma solo perchè non si deve parlare male della chiesa e dei santi.

"Pensavo fossi uno di quei devoti che sfiorano il fanatismo."

Lui scoppia a ridere.

"Macchè. Non l'ho mai detto a nessuno, nemmeno ad Elena, ma credo che in Italia si sprechino un sacco di soldi in queste minchiate."

Annuisco, mostrandomi d'accordo con le sue affermazioni.

"Comunque, ti va di mangiare qualcosa? Questa festa,però, ha i suoi aspetti positivi. Per esempio, posso mangiare per una settimana la mela caramellata."

Sorrido per cortesia.

"A te piace?"

Faccio spallucce.

"Non l'ho mai mangiata." Ammetto, sentendomi in imbarazzo.

"Che cosa? Ma come hai fatto a resistere ad una delizia simile?" Mi sorprende sempre che , un panettiere, possa far sfoggio di un italiano così corretto.

"I miei genitori non me l'hanno mai comprata. Dicevano che era troppo dolce e che mi avrebbe procurato mal di denti e carie."

Lui mi fissa e si acciglia.

"Certo che i tuoi genitori ne sparano di minchiate, eh?"

Scoppiamo a ridere entrambi, concordando che sì, i miei genitori sono stati sempre molto iperprotettivi nei miei confronti.

Alfredo si avvicina ad una bancarella di leccornìe e acquista due belle mele rosso fuoco e me ne porge una.

"Assaggiala e dimmi se non è la cosa più buona di questo mondo."

E' la prima volta che qualcuno che non siano i miei genitori, acquista qualcosa per me.

Mi piace il fatto che Alfredo sia così generoso e così attento a me. Se possibile, è il momento in cui capisco che quello che provo per lui, non è una semplice infatuazione, ma qualcosa di molto più profondo.

Assaggio la mela e mi accorgo che è veramente gustosa. Nonostante il caramello indurito, non è difficile addentarla.

"Ti piace?"

"E' la cosa più buona che abbia mai mangiato."

Lui annuisce soddisfatto.

"Stai con me e ti farò scoprire un mondo che tu non hai ancora scoperto."

Quello che non sa, è che vorrei stare con lui per sempre.

L'Amore che RestaDonde viven las historias. Descúbrelo ahora