Capitolo 2

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Imbocco la via di casa e ,finalmente, mi sento al sicuro.

La mia abitazione è molto grande, a due piani. Tutta la struttura è stata costruita ,qualche secolo scorso, totalmente in pietra.

Qualsiasi persona sana di mente darebbe qualsiasi cosa pur di abitare lì dentro.

Mi avvio al cancello e noto la nuovissima e fiammante Lancia Flavia blu di Patrizia, una amica di mia madre.

Gli amici dei miei genitori, per qualche motivo, sono tutti estremamente ricchi e comprano oggetti costosi solo per il gusto di farlo.

Patrizia è sposata con Carlo, un imprenditore Milanese che, secondo mio padre, quando non sta con la moglie, passa il suo tempo con la segretaria, alla quale piace stare sotto la scrivania dell'uomo.

Patrizia è originaria di Rapallo, ma si è trasferita con i suoi genitori, anni addietro, in provincia di Siracusa.

Andata a studiare a Milano, ha conosciuto Roberto, un tipetto secco e con i denti storti, ma figlio di una delle famiglie più ricchie di Italia.

Patrizia non ha finito nemmeno l'Università, poiché è rimasta incinta di Sara, sua figlia, che non fa altro che rompermi le scatole.

Tutte le estati, Patrizia e Sara passano le vacanze nella loro casa al mare che hanno comprato.

Faccio un sospiro ed entro in casa.

Sento il chiacchiericcio provenire dalla veranda. Nella speranza che nessuno mi senta, provo ad andare, con passo felpato, verso camera mia.

"Non saluti nemmeno?"

Mi fermo di scatto e mi volto. Mi trovo davanti il viso di Sara. Non è molto alta e ha i capelli castani raccolti in una coda di cavallo. Indossa un vestitino giallo molto corto e mi sorride in modo beffardo.

"Non...Volevo disturbare." Le dico, ma è una scusa troppo debole.

Lei piega la testa e mi studia con i suoi occhietti curiosi, da cima a fondo.

"Non volevi disturbare o non volevi che tua madre vedesse quello?"

Mi indica la ferita sul braccio che mi sono fatto poco prima.

"Ma i cazzi tuoi quando?"

Lei scoppia a ridere.

"Non ti preoccupare, ci sono qui io. Non dirò nulla a tua madre. Vediamo cosa possiamo fare per quello."

La fisso per un istante, cercando di capire se è seria o se mi sta prendendo in giro. Lei sbuffa e mi prende per la mano, portandomi in bagno.

"Dove tiene la cassetta d'emergenza, tua mamma?" Mi domanda.

Io faccio spallucce.

"Certo che sei proprio sveglio. Voglio proprio vedere come andrai quest'anno al liceo. Sai che dovrai studiare il triplo di quanto hai studiato alle medie?"

Inizia a parlare del greco e del latino, della storia e ,persino, dell'inglese, mentre cerca la cassetta.

"Trovata!"

Dallo sportello del bagno, estrae una cassetta bianca con sopra il simbolo di una croce.

"Vieni qui."

Prende un po' di acqua ossigenata e dei cerotti. Con un po' di cotone, mi ripulisce e disinfetta la ferita e ,poi, applica il cerotto.

"Quindi, il greco è parecchio difficile, ma mio padre ha assunto una professoressa privata e mi darà lezioni prima ancora che inizi la scuola." Si vanta lei.

L'Amore che RestaWhere stories live. Discover now