Capitolo Extra - I ciliegi e le rose

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Vent'anni prima.

Quando il regno Della Roccia era al fiore della sua nobiltà, i sovrani attendevano con gran gioia l'arrivo di un erede. Arabella aveva richiesto al suo fedelissimo Sacerdote Benedetto una mano per sconfiggere la piaga che affliggeva la dimora Della Roccia. Il Sacerdote Benedetto dopo parecchi tentativi aveva chiamato con successo l'Angelo del Tempo, Erastos.

Erastos aveva chiacchierato con la Regina Della Roccia, le aveva consigliato le cure e i rimedi per giacere con suo marito, ma era tutto inutile. L'Angelo e l'umana si ritrovava quasi ogni giorno, confidandosi problemi e rimedi per il loro impegno. Erastos era ospite nel Monastero da alcuni mesi e molti della sua razza, soprattutto gli Angeli dei Sacri Doni si chiedevano come mai restava sempre ad attendere quella donna. L'inverno era presente in quel luogo, ma il sole che splendeva stava sciogliendo la neve posta sulle colline e sul Monastero. L'Angelo del Tempo amava la solitudine e la meditazione, molto spesso, quando Arabella era nell'antica dimora, lui se ne stava nel campo di ciliegi. L'uomo amava la compagnia dei Sacerdoti Benedetti, ma adorava profondamente la riservatezza del suo carattere.

L'Angelo era seduto vicino ad un albero, la schiena era appoggiata sul tronco e le gambe piegate, mostravano la sua irrequietezza. Erastos indossava una tunica maschile color pervinca, sulle spalle c'era un mantello rosso e le ali bianche all'esterno e grigie all'interno erano chiuse. L'Angelo del Tempo estrasse da una delle sue borse, appoggiate sul terreno, un libro di un'opera ben conosciuta e tramandata dagli Angeli delle Arti. Erastos lo sfogliò e sospirò, le mani tremarono. Il libro raccontava le vicende di un Angelo chiamato Erosy e di un'umana dalla bellezza immacolata, di nome Siche.

Erastos – Erosy e Siche di Apileo. Chissà se le piacerà.

L'Angelo aveva letto e riletto le opere della famiglia di Galene, ma nell'ambito amoroso, i suoi sentimenti per una donna finivano sempre male. Poiché molte delle Nefilim che si erano presentate al suo cospetto, non erano abbastanza mature e si annoiavano sulle opere dei libri. Al contrario Varsos si vantava di saper gestire meglio la virilità nella spada e le Nefilim amavano il suo carattere coraggioso e combattivo. Varsos gli confidava sempre le avventure e le notizie sulle sue amanti, ma Erastos non si sentiva portato per quel mondo.

Le guance di Erastos arrossirono quando vide la descrizione di Siche, la quale somigliava molto ad Arabella. L'Angelo voleva regalarle quel manoscritto per prendere coraggio e dirle che provava qualcosa per lei, ma aveva paura. La Regina era una donna sposata e aveva la stima di ogni paesano del suo regno, anche se nascondeva un enorme dolore. Arabella era sola, suo marito non la guardava e non l'amava, ed Erastos sapeva questa dura verità. Erastos si toccò la fronte e socchiuse gli occhi, posò il libro su un ginocchio.

Erastos – Quanto sono stupido – sussurrò – sto commettendo un errore.

L'Angelo si alzò e prese le sue borse, posandole su una spalla. Le ali ebbero un fremito, quando dei passi si avvicinarono alla sua figura. Erastos si voltò e notò a qualche metro di distanza Arabella, la donna conosceva il suo rifugio e non era stupita di trovarlo in quel luogo. L'Angelo deglutì e balbettò, le guance diventarono rosse.

Erastos – A-Arabella... buongiorno.

Arabella gli sorrise e posò le mani sull'addome, indossava un abito lungo con le maniche svasate. Il tessuto in seta era color pesco, il corpetto era impreziosito da perline e i capelli sciolti, scendevano sulla schiena. I capelli biondi erano morbidi al tatto, Erastos amava quelle ciocche e avrebbe fatto qualsiasi cosa per sfiorarle. La bocca rossa della donna mostrò un sorriso dolce.

Arabella – Ti stavo cercando, Fratello Filippo mi ha chiamato per darmi qualche informazione sul filtro.

Erastos la guardò e accennò un sorriso.

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