Il primo incontro-Beatrice

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Dopo un ora, sono seduta sui sedili posteriori della macchina di Chris con accanto Libby, perché sarebbe rimasta a dormire da me. Marcus mi aveva salutato dandomi un bacio sulla guancia, ma ogni giorno che passa lo sento sempre più distante e non vorrei che stesse cominciando a capire che ha bisogno di altro e non di una ragazzina che inciampa dal palco la sera del suo compleanno.
-Me lo fai un sorriso?.- Mi chiede Libby, scuoto la testa e nervosamente picchietto con le unghia nel finestrino.
-Si può sapere chi era quel pallone gonfiato e perché l'hai invitato alla mia festa senza chiedermelo?.-Chiedo e Chris sbuffa dallo specchietto retrovisore.
-Quel 'pallone gonfiato' come lo chiami tu, cara sorellina, si chiama Lucas Russell, ed è il nuovo capo sia di tuo fratello che di tuo padre e inoltre è uno dei miei migliori amici. Abbiamo frequentato insieme Harvard.E poi pensavo ti facesse piacere conoscerlo, gli parlavo sempre di te e poi per come è finita questa serata, menomale che c'era lui o forse ora staresti in un letto in ospedale con una gamba ingessata- Quel Lucas? Oh cazzo. Ero appena un adolescente alle prime armi quando Chris mi raccontava di questo suo grande amico. Allora mi interessavo alle riviste di Cosmopolitan e non ai ragazzi, beh Cosmopolitan lo leggo anche adesso ma dettagli.
-Che esagerato! Avrei anche potuto ringraziarlo, ma aveva un atteggiamento da spaccone e tu sai che odio i tipi così.-

-Comunque potevi semplicemente ringraziarlo e ignorarlo.-Suggerisce Libby ed io mi volto a guardarla con sguardo sinistro e lei alza le mani in segno di arresa.

-No che non potevo! Non riesco a tenermi le cose dentro, se qualcosa mi da fastidio, io devo esprimere il mio disappunto.-

-Comunque, è passata. Allora, come ti è sembrata la festa?.-Mi domanda un Chris entusiasta

-Tutto perfetto, grazie infinite.-Li ringrazio sorridendo dolcemente, sono adorabili.

-Si ma ho praticamente fatto tutto da sola, quindi il merito è più mio che di tuo fratello.-Ecco ci siamo. Libby ha lanciato la patata bollita, ora questi non la finiscono più.

-Ah sì? E chi si è occupato del catering e della lista degli invitati? Praticamente due delle cose più importanti?.- Sbuffo poggiando un gomito sul finestrino, perché per tutto il tragitto avrei dovuto sopportare i loro litigi. Mi appare di nuovo nella mente il viso di quel ragazzo. Bello, lo è di certo, anzi più che bello. Una di quelle bellezze rare e particolari;mi sembrava anche che dal colletto della camicia uscisse fuori un tatuaggio, chissà se ne ha altri; scaccio subito questi pensieri per ricordarmi quanto è stato irritante ad umiliarmi in quel modo. Non appena arrivata a casa, mi presto alle attenzioni calorose di mio padre e mia madre che mi chiedono della festa e racconto tutto tralasciando il dettaglio della caduta e del pallone gonfiato. Dopo aver soddisfatto la loro curiosità, salgo velocemente le scale seguita a ruota libera da Libby e ci chiudiamo in camera.
-Senti, puoi dirmi tutto quello che vuoi, ma quel Lucas è davvero un figo, anche molto più figo di Marcus.- Roteo gli occhi, slaccio il vestito e rimango in intimo.

-Sarà figo quanto vuoi ma è irritante da morire. In quei dieci minuti che l'ho conosciuto, mi sono chiesta: ma quanta presunzione in un corpo solo?.-Cerco il pigiama nel mio armadio e sento Libby spogliarsi.
-Bea,esageri, forse era soltanto il suo modo di approcciarsi, ti ha presa tra le sue braccia come una principessa in pericolo. Tutte le fortune a te!.-Slaccio il reggiseno sentendomi libera e indosso il mio pigiamone con gli orsetti.
-Potevo rompermi l'osso del collo e tu dici che sono fortunata?.-Le chiedo sbalordita e lei scoppia a ridere buttandosi ancora in intimo sul mio letto.
-Si perché sei caduta in un ammasso di muscoli scolpiti, sei la più fortunata al mondo.- Le tiro un peluche .-Sei sempre la solita!.-Scoppiamo a ridere all'unisono. Dopo essersi ripresa, prende anche lei un pigiama dal mio armadio e lo indossa. Libby è un componente della mia famiglia a tutti gli effetti ed io sono come una seconda figlia per i suoi genitori. Lego i capelli in un chignon disordinato e mi infilo nel mio letto praticamente matrimoniale, perché amo dormire con tanto spazio. Libby si distende accanto a me subito dopo e sbadiglia come uno scaricatore di porto. Mormora un 'buonanotte' e si gira dandomi le spalle.
-Libby?.-Chiedo dopo che il silenzio era sceso in tutta la stanza.
-Mmh?.. -Risponde dopo un po', forse si stava addormentando e dal tono so già che ha capito che quando faccio così, è in atto una conversazione che durerà ore. È praticamente rassegnata.
-Secondo te, Marcus la pensa come quel Lucas?.-Lei sospira e si gira verso di me .-Bea ma di cosa ti preoccupi? Non ti accorgi di come ti guarda Marcus? È andato per te.- Mi mordo il labbro nervosamente, lo pensa sul serio?
-Se così fosse, perché si allontana ogni giorno di più? Perché mi fa sempre più capire che per lui sono solo la sorellina piccola del suo migliore amico?.-
-La logica maschile non riesco ancora ad interpretarla ma un motivo ci sarà. Ma a lui tu non sei indifferente, non te lo dico per farti contenta, non ti darei mai false illusioni.-Annuisco poco convinta.
-Speriamo sia come dici tu Libby,grazie sempre. Buonanotte.- Mi giro dandole le spalle, cala nuovamente il silenzio e chiudo gli occhi.
-Bea?.-Apro gli occhi e sorrido, perché succede sempre così .-Eh dimmi.-
-Come è stato stare a stretto contatto con quel dio greco?.-Volto la testa di scatto verso di lei e scoppiamo a ridere, Libby Barnes se non ci fossi dovrebbero inventarti!

Blue Where stories live. Discover now