Prologo

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-Fai il bravo tesoro mio, la mamma torna presto! E se non ti comporterai bene, io lo saprò e mi arrabbierò moltissimo e  tu non vuoi che la mamma si arrabbi vero amore?.-La mano calda e rassicurante di mia madre lasció con forza la mano di un piccolo me di appena sei anni. Abbassai lo sguardo, non volevo che lei mi lasciasse lì. Mi girai per vedere un enorme villa tutta bianca. Ingenuamente pensai che assomigliasse alla casa del presidente che tante volte la mamma mi aveva fatto vedere.
-Mamma, non te ne andare, portami con te.-Le chiesi pestando i piedi per terra. Lei si abbassò al mio livello inginocchiandosi .-Oh Lucas, vorrei tanto amore mio, ma non è possibile! Io ti prometto che verrò presto a prenderti e non ti lascerò mai più!.-Annuì un po' più tranquillo .-Questa è una promessa?.- Domandai esitante e lei sorrise dolcemente, come solo lei sapeva fare .-Questa è una promessa, prendi questo tesoro mio, così quando la mamma ti mancherà, lo stringerai e mi sentirai sempre al tuo fianco.-Mi diede nelle mani un ciondolo con una pietra blu posta in una collana di cuoio nero. 
-Lorelaine, la macchina del mio autista ti sta aspettando è ora di andare.-Un uomo molto alto arrivó alle spalle di mia madre e sorrise in modo  glaciale, non volevo rimanere da solo con quell'uomo,grande e grosso. Non mi stava decisamente molto simpatico a pelle.
-Si Paul, me ne stavo giusto andando, ma non mettermi fretta quando devo salutare mio figlio.-Replicó stizzita mia madre, incalzando di proposito la parola 'mio' provocando un sorrisetto beffardo nell'uomo in questione.
-È anche mio figlio, Lorelaine!.- Mi soffermai con occhi sbarrati su quello che aveva appena detto l'uomo sconosciuto. Mio padre?
-Purtroppo si, lo è ma non credere di aver vinto tu Paul! Verrò a prendermi mio figlio molto presto.-Lui per tutta risposta incroció le braccia e disse .-Staremo a vedere, staremo proprio a vedere!.- 

Mi sveglio di soprassalto in piena notte, come quasi ogni notte ormai. Ricordi del passato mi fanno visita da parecchi anni. Da quel giorno, la donna che chiamavo mamma non si fece mai più vedere. Quando chiedevo di lei nessuno sapeva darmi una risposta e quando chiedevo di lei a mio padre, lui rispondeva semplicemente che mi aveva abbandonato e che di me non gliene era mai fregato nulla. Era una donna solo e semplicemente interessata ai soldi  e che ha provato ad incastrarlo con un figlio, cercando di mandare a monte un matrimonio già avviato, quello tra Paul Russell e Beth Powell nonché la mia attuale matrigna. Almeno questo è quello che lui da sempre mi diceva sul suo conto. Ma io mi rifiuto di crederci, ricordo vagamente quella donna dalla pelle chiara, dai folti capelli neri e dalla voce dolce e gentile. Riesco però ancora a ricordare il suo profumo. Perché mi aveva abbandonato? Stringo i pugni tra le lenzuola e automaticamente stringo forte il ciondolo sul mio petto nudo e ormai rassegnato dal non prendere più sonno, scendo dal letto con solo il pantalone del pigiama e mi dirigo in cucina per prendere  un bicchiere d'acqua, quando vedo mio padre seduto a leggere quelle che penso siano pratiche di lavoro. Nello stato del Connecticut, precisamente a Hartford, La Russell Company è l'azienda che produce automobili più importante che ci sia e siamo anche conosciuti internazionalmente e per questo motivo nella mia vita, ho sempre avuto tutto ciò che desideravo, macchine da urlo, soldi, ragazze, scuole private, università prestigiosa  e tutto ciò che un ragazzo possa desiderare ma nonostante tutto, non sono un figlio modello.
-Non riesci a dormire? Saranno i sensi di colpa per quello che hai fatto a Beth.- Mio padre stranamente alza gli occhi dal suo lavoro, prestandomi attenzione, cosa molto rara.
-Senti io capisco che è la tua donna, ma non è una santa come pensi.-Risposi bevendo tutto d'un sorso l'acqua, facendo poi  sbattere il bicchiere nel tavolo.
-Hai 24 anni e ti comporti come un bambino viziato! Ti ho dato tutto, tutto e come mi ripaghi tu? Rispondi male quando siamo società, manchi di rispetto a mia moglie davanti alle sue amiche, infanghi il nome dei Russell andando a zonzo per locali e combinandone di tutti i colori! Ti sei perfino scopato la figlia del sindaco che doveva rimanere innocente fino al matrimonio! Io non so proprio cosa fare con te Lucas!-Mi passo una mano tra i capelli evitando di alterarmi troppo ma la pazienza non è mai stata una mia virtù.
-Tua moglie ha aperto quella sua fottuta bocca parlando male di mia madre! Ha sempre cercato di prendere il suo posto ma non sarà mai mia madre! E per quanto riguarda la figlia del sindaco, non è stata sedotta e abbandonata, non era tanto innocente come voleva far credere. L'ho trovata già battezzata.- Alzo la voce non potendone fare a meno e per tutta risposta lui sospira pesantemente.
-Adesso basta Lucas! Io le ho davvero provate tutte con te. Ho preso una decisione.- Alzo lo sguardo su di lui volendolo incenerire solo con gli occhi.
-Cosa vuoi fare eh? Mandarmi in un collegio come minacciasti di fare anni fa?.-Domando non riuscendo a non ridergli in faccia.
-Tu andrai a Londra, oggi stesso. Ho preso già un accordo con una azienda gemellata alla nostra, dove tu sarai il capo, aspettano tutti te.-Per poco non mi strozzo con la saliva, che accidenti pensa di fare allontanandomi da qui?
-Così che tu possa vivere felicemente con la tua mogliettina adorata? Se volevi che mi togliessi dai piedi non c'era bisogno di un biglietto aereo. E se io non volessi obbedire 'papà'?.-Pronuncio quel nominativo con  sarcasmo,facendolo sospirare ancora una volta.
-Perderesti la possibilità di incontrare di nuovo tua madre.- Mi blocco sul posto, quasi mi manca il respiro.
-A che gioco stai giocando Paul?.- Dico con voce dura stringendo i pugni lasciati lungo i fianchi, Irrigidendo tutto il corpo.
-Nessun gioco Lucas. Solo la verità, vuoi rivedere tua madre? Allora, fa come ti dico. Se vedrò che per sei mesi riuscirai a gestire l'azienda conseguendo eccellenti risultati, senza fare  scandali di qua e di là, potrai tornare qui se ti va, ed io ti dirò dove trovare tua madre. Accetti?.- Mi domanda lanciandomi una mano pronta per essere stretta. La guardo per un tempo indefinito fino a che instintivamente senza poter controllare nessun muscolo, il mio braccio si alza per stringere la sua mano.
.-Accetto.- Mormoro con determinazione facendolo sorridere compiaciuto.   

Ciao a tutte chicass! Spero già dal prologo che possa iniziare a piacere!  Vorrei sapere davvero tanto il vostro parere perché sono dell'idea che dagli errori si può solo imparare e che le critiche siano costruttive! Se volete potete trovarvi anche sul mio account Instagram scrittriceperhobby , anche per avere maggiori informazioni e scoop sulla storia! Un bacio a tutte! E a presto!

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