Non avevo una bella visione di mio padre, ma era stato così scorretto nei nostri confronti, nei miei confronti, che non potevo fare a meno di dimostrargli ancora meno gratitudine di quanto non lo facevo con mamma.

Mi tolsi finalmente il cappotto, lasciandolo sulla poltroncina all'entrata della stanza, continuando a guardarmi attorno, cercando di trovare un appiglio per definire quella casa, la mia casa.

Tirai fuori dalla tasca il cellulare, accettando la chiamata.

«Sei partita?» socchiusi la porta, cercando di ricavarmi un po' d'intimità.

«No, non ancora, fra pochi minuti m'imbarco. Te? Tutto apposto?» domandò apprensiva.

«Sì» scrollai le spalle, aprendo il borsone per sistemare le cose nell'armadio immenso «Sai per caso se ha una scala?» domandai sovrappensiero.

«Non lo so, non ci sono mai stata in quella casa»

«Questa sera ha una riunione» sbuffai, decidendo che appendere le cose sarebbe stato inutile senza scala, così buttai con noncuranza il borsone nell'armadio, chiudendo le ante e finalmente ritrovare la camera in ordine.

«Mi aveva detto che ti avrebbe portata mangiare in un posto carino» sospirò affranta e delusa, forse più di me.

«E' un caso importante, lo hanno avvisato poco fa» mi gettai a capofitto sul letto, testando il materasso «E' strano essere qui» mormorai fissando il soffitto alto, coperto per la maggior parte da tubi di metallo e alluminio.

«Che farai da sola?»

«Dovevo vedermi con Harry»

«Lo sai che non vuole maschi in casa» mi mise in guardia.

«Mamma, è Harry» roteai gli occhi al cielo «Ha passato l'infanzia a casa nostra, lo conosce meglio di me e Karen» continuai.

«Sì, ma adesso state insieme e lo sa»

«Lo sa perché glielo hai detto» la rimproverai.

«Lo ha capito da solo» mi ammonì.

«Beh, comunque non ho nessuna intenzione di rimanere da sola senza nulla da fare, in una casa che non conosco, quando invece ho altro da fare» protestai.

«Non credo che Anne sia d'accordo nel fargli fare due ore di macchina andata e ritorno»

«Può sempre fermarsi a dormire qui, papà tornerà tardi e non credo venga a controllarmi se tengo la porta chiusa»

«Non farlo arrabbiare, ti prego» mi supplicò quasi con il cuore in mano.

«Fino all'altro ieri non t'importava se lo evitavo, adesso mi chiedi di non farlo arrabbiare?» alzai un sopracciglio scettica, arricciandomi una ciocca di capelli sovrappensiero.

«Vuole ricostruire un rapporto con te»

«Perché Karen no?»

«Perché Karen non ha mai avuto problemi con lui, anzi, lo va a trovare spesso. Te è un anno che non lo vedi e non ci parli» mi ricordò.

«Lui non ha mai fatto nulla per riavvicinarmi» tornai seria, con una vena di rabbia a farmi da padrona.

«Lo sta facendo adesso, e cerca di andargli incontro. E questo non vuol dire invitare Harry a casa sua senza il suo permesso»

«Ha detto che è anche casa mia» borbottai come una bambina offesa.

«Ellen, cresci un po'. Lo conosci, non ha pazienza, chiediglielo prima»

«La prossima volta che partirai e mi dirai di andare a casa di papà sta pur certa che prendo i soldi dal mio fondo fiduciario e mi prendo una casa per me» la minacciai fintamente.

«Fa la brava» si raccomandò.

«Lo sono sempre» mormorai.

«Ciao» rise leggermente, lasciandomi il tempo di ricambiare prima che riattaccasse.

Forse aveva ragione, avvisarlo e chiedergli il permesso avrebbe diminuito di molto le litigate con le urla annesse.

Già mi mancava mia madre, che pur essendo severa e con molte restrizioni, preferiva avermi sotto il suo controllo piuttosto che farmi andare in giro come una matta. Papà era più uno da: non si esce mai e non si sta a casa con dei maschi che se anche conosco faccio finta di non conoscere.

Mi alzai, sfilandomi le scarpe per rimanere in calzini e camminare in giro per casa scalza. Ero intenta a spulciare la credenza quando qualcosa mi venne addosso facendomi urlare come una pazza, distruggendo metà delle cose che avevo intorno.

«Che è successo?!» venne correndo in mio aiuto, ancora con la camicia fuori dai pantaloni e i piedi scalzi, mentre con lo sguardo spiritato ispezionava l'area fino ad accorgersi del "problema", cominciando a ridere divertito, prendendolo in braccio senza alcun problema «Lui è Cotton» il gatto mi guardò con gli occhi semi chiusi, continuando a fare le fusa al suo padrone che intanto lo coccolava «E' molto buono, ti farà compagnia questa sera» lo poggiò di nuovo sull'isola della cucina, mentre il gatto prendeva a lisciarsi il pelo con la lingua, senza scomporsi quando lo accarezzai.

«Ah! Ehm, papà» lo fermai prima che tornasse in camera sua «A proposito di compagnia...» cominciai «Questa sera mi sarei dovuta vedere con Harry, ti scoccia se viene qui?»

«Qui nel senso che rimanere a dormire?» alzò un sopracciglio.

«Se non è un problema, sì» mi torturai le mani, lasciando in pace il micio che scese a terra per bere nella sua ciotolina.

«Lo sai come la penso» disse con la sua classica voce profonda da "ti sto per fare il cazziatone".

«Sì, lo so, ma sono in un posto nuovo, in una casa nuova, con niente di commestibile da mangiare e non voglio stare da sola» sbottai, infastidita visto che ancora una volta non comprendeva le mie necessità.

«Quanto siete intimi tu ed Harry?» domandò all'improvviso, notando poi la mia confusione sul viso «L'ultima volta eravate semplici amici...Non credo che le cose siano rimaste così» continuò.

«Stiamo insieme da qualche settimana» alzai le spalle, capendo che quello non giovasse a mio favore.

«Se ti fa piacere che lui stia qui con te per questa prima notte, va bene, ma le conosci le regole»

«Tranquillo, non credo ne avremo le forze» borbottai.

«Se avete fame ci sono tanti pub carini da queste parti, altrimenti sul frigo ci sono i numeri dei ristoranti cinese e messicano» sospirò affranto «Sono in camera se ti servo»

«Cotton mangia qualcosa in particolare o solo i biscottini?» lo fermai proprio mentre se ne stava per andare.

«I biscottini vanno bene, ma dagliene pochi, altrimenti dovrò chiamarlo Palla di neve» sghignazzò un pochino prima di tornare alle sue cose, lasciandomi sola.

Effettivamente era proprio intenzionato a recuperare una specie di rapporto fra me e lui, e ne ero contenta, significava che era più morbido e cominciava a capire ciò di cui avevo bisogno.


-Spazio a me-

Ebbene sì, sono sopravvissuta a sabato e sono finalmente laureata!

Adesso tutta pacchia!! (Non è vero, assolutamente no, probabilmente sono più indaffarata di prima)

Allora, Ellen e il padre ed Harry...mh...Non promette bene. Ma diamo tempo al tempo che non si sa mai!

Mi raccomando: lasciate una stella accesa e magari anche un commento, sono entrambe cose molto ben accette qui ^-^

BaciXx

Cate


L-o-v-e || Harry StylesWhere stories live. Discover now