Era una giornata apparentemente uguale alle altre, tranne per me.
Il giorno del mio diciottesimo compleanno purtroppo, non era uno di quei giorni che aspettavo con ansia, non da quando la mia famiglia si era sgretolata.
Erano dieci anni che nessuno mi telefonava per farmi gli auguri, anni che non pranzavamo tutti insieme: io, la nonna Marylin e papà. Eravamo solo noi, ma bastava per rendermi felice. Da quando papà è morto, la voglia di festeggiare è svanita e questo giorno si è trasformato in uno di quelli che desideravo non arrivasse mai. Uno di quelli che ti ricordano quanto sia facile soffrire.
Vorrei che tutto fosse diverso, che mio padre fosse ancora qui ad abbracciarmi, a ripetermi ancora una volta: SONO FIERO DI TE. Sarebbe un bel regalo, il migliore di sempre.
L'aria fuori era freddissima, più del solito. L'inverno era alle porte e lo si percepiva da quel freddo pungente che ti pizzicava la pelle.
Arrivai a scuola e come ogni mattina, mi diressi nell'ufficio del signor Robinson.
-Diana: "Buongiorno a tutti"
"SORPRESA!" gridarono in coro con entusiasmo Mr Rob ed Emy reggendo tra le mani un pacco colorato.
-Emy: "Auguri di buon compleanno!"
-Mr Robinson: "Tanti auguri Diana."
Mi porsero in braccio quella scatola e rimasero fermi, desiderosi scoprire che faccia avrei fatto una volta aperto.
Scartai il regalo delicatamente, con attenzione per non rovinare la carta, e avvolto in un panno bianco c'era un'arma da taglio: Un coltello da caccia da vera cacciatrice. C'era anche un biglietto che diceva < Spero ti piaccia Emy e Mr Rob>
-Diana: "Molto azzeccato, grazie davvero" esclamai ispezionando attentamente quel coltello nei minimi particolari, come se avessi tra le mani un pezzo d'antiquariato. Aveva una lama affilata che emetteva un balenio visibile anche in lontananza. All'impugnatura c'era una frase incisa: ANIMI VIRIBUS SACRIFICIUM. Il signor Rob ne spiegò subito il significato: FORZA CORAGGIO E SACRIFICIO. Le tre qualità di una degna cacciatrice. A quanto diceva, era un pezzo antico che in molti credevano perso.
-Mr Robinson: "Sapevo ti sarebbe piaciuto!"
-Emy: "Abbiamo pensato che ti potesse servire un'arma importante, degna di te." Risultò competente nel campo.
-Mr Robinson: "Immagino che non saprai come funziona, perciò ti consiglio di riporlo nella scatola" suggerì ansioso, prendendo l'arma per riporla in quel soffice tovagliolo di cotone.
-Diana: "Non sarà difficile"
Lanciai il coltello mirando il foglio appeso alla bacheca e lo centrai in pieno, con meraviglia di Mr Rob, il quale curvò immediato il sopracciglio per l'incredibile.
-Mr Robinson: "Beh si può dire che tu sia già a buon punto."
Emy vagliò il foglio lacerato incredula. Si avvicinò alla bacheca per staccare il coltello e lo ripose nel panno all'interno della custodia.
-Emy: "Che farai oggi? Andrai a trovare tua nonna o i tuoi zii?"
-Diana: "Non credo. Mia nonna è malata, i miei zii non si sono degnati neppure di chiamare. Cosa posso dire? La mia famiglia è un disastro!"
-Haven: "Buon compleanno cuginetta!" urlò spuntando all'improvviso dalla porta.
Eccola li. L'unica persona che non avrei mai pensato di trovare a New Crest. Mia cugina Haven.
Viveva a Burlington con i miei zii e chissà per quale motivo era venuta a trovarmi. Non ci siamo mai tenute in contatto e questo perchè le nostre famiglie non sono mai andate d'accordo. Mio padre non era mai stato accettato dalla sorella di mia madre, la quale lo ha sempre disprezzato dicendo che non era una persona capace di fare il genitore. Senza contare che odiava anche me, per non aver mai cercato di riprendere i rapporti con mia madre, colei che fuggì abbandonandomi nei primi anni di vita. Una storia che volevo cancellare e in questa storia purtroppo, c'era anche lei.
-Diana: "Che cosa ci fai qui?!"
-Haven: "Salve, sono sua cugina, Haven. Immagino vi abbia parlato di me"
-Mr Robinson: "Certo, ne parla sempre" le fece notare ironicamente, ghignando in attesa di un colpo di scena.
-Diana: "Non so che diavolo ci fa qui" bisbigliai al signor Rob.
-Haven: "Abbracciami su!"
Corse verso di me con i suoi scintillanti tacchi beige, e mi costrinse a rimanere incatenata al suo petto. Un abbraccio che sicuramente lasciava pensare parecchio: Era venuta per il mio compleanno o per ragioni personali?
L'abbraccio durò qualche secondo, per mia fortuna. Finalmente riuscimmo a riprendere il discorso.
-Diana: "Allora Haven, cosa ti porta qui?"
-Haven: "Ma che domande, il tuo compleanno ovviamente!"
-Diana: "Sul serio Haven, cosa ti serve?"
Il suo viso divenne sostenuto. All'improvviso aveva perso tutto l'entusiasmo che aveva portato con sé da Burlington.
-Haven: "Ho litigato con papà e sono scappata!"
-Diana: "Cosa?!" Scoppiai a dire. Si avvicinò a me come per bloccarmi da una sfuriata, e tentò di supplicarmi come una bambina.
-Haven: "Si ma non dire niente. Resterò con te per un pò, il tempo di trovare una sistemazione."
-Diana: "Frena frena, adesso chiami tuo padre, chiarisci con lui e ritorni a Burlington." Ritrassi le mani dalla sua tenuta, tentando di convincerla ad andarsene.
-Haven: "Non se ne parla! Ti prego fammi restare con te per un pò. Ti prego ti spiegherò tutto più tardi!"
Emy e il signor Rob mi fulminarono con lo sguardo, come potevo far restare Haven qui con la grossa quantità di problemi che avevamo? La ragazza non si mosse di un millimetro, ostentando i suoi grandi occhioni per reclamare pietà.
Messa con le spalle al muro dal suo visino angelico non ebbi scelta e acconsentì, dimostrandomi comunque contrariata.
-Diana: "Solo per un giorno!"
-Haven: "Grazie grazie grazie!!" Disse tutto d'un fiato, mi abbracciò forte e scappò via dall'ufficio con la borsa ondeggiante appesa al braccio.
-Emy: "Davvero carina farsi tutti quei km per te" pronunciò con derisione scagliando una pessima occhiata ad Haven tra i corridoi.
-Diana: "Già, ora dovrò tenere gli occhi aperti per lei presumo."
-Mr Robinson: "Puoi sempre decidere di darla in pasto ai demoni." ridacchiò divertito dalla situazione.
-Diana: "Ci farò un pensierino. Allora, ho perlustrato la zona del parco principale e quella della vecchia fabbrica ieri sera ma niente occhi gialli. Voi avete avvistato qualche mostro?"
-Emy: "Io e il signor Rob abbiamo controllato vicino la discarica e la vecchia villa abbandonata ma niente."
-Mr Robinson: "Stasera io ed Emy controlleremo meglio le altre zone tu goditi il tuo compleanno e passa del tempo con..come hai detto che si chiama?" Si puntò un dito alla tempia per ricordarsi.
-Diana: "Haven. Comunque non potete andare da soli di nuovo, avete bisogno di me e del mio nuovo gioiellino!" Feci presente indicando con gli occhi il coltello.
-Emy: "Tranquilla, sappiamo che muori dalla voglia di restare sola con Haven" mi diede una leggera pacca sulla spalla.
-Mr Robinson: "Ce la caveremo senza di te non preoccuparti. Tu divertiti se ci riesci!" Fantastico, ed io che pensavo di avere due amici collaborativi. Mi avevano praticamente gettato nelle braccia del nemico. E per nemico intendevo Haven.
La signora W era già in classe, seduta alla cattedra che registrava le presenze. Mi sedetti al mio posto ed Emy face segno di stare tranquilla, non avevo nulla da temere.
Ero stata super visionata da lei stessa per quella interrogazione e alla fase ripasso ero stata più che promossa.
-Weddington: "Signorina Connor all'interrogazione!"
Ma che novità, pensai.
Mi alzai in piedi a rilento. La signora W diede inizio a quello che più che un interrogazione, sarebbe stata la mia condanna a morte.
Avevo due possibilità: potevo salvarmi rispondendo a tutte le domande o nella peggiore delle ipotesi, essere bocciata. Pur essendo molto tranquilla, le mie mani sudavano tremanti, le mie corde vocali divennero in un secondo, pesanti e fuori uso. Sembravano essere più tese delle corde di un violino. Non potevo fare scena muta, non dopo aver impiegato un intero giorno suo libri. "Puoi farcela Diana" mi incitai a voce.
Iniziai bene. Tutte le domande che mi poneva sulla prima e la seconda guerra mondiale avevano una risposta. Conoscevo tutto e ricordavo persino le date, cosa che da sempre mi è risultato difficile.
Il suo viso era così seccato che nemmeno i suoi cioccolatini preferiti posati li sulla cattedra avrebbero potuto fare qualcosa.
-Weddington: "Basta così." Disse gettando la penna sul registro, dopo l'ennesima dimostrazione del fatto che conoscevo tutto.
-Diana: "Mi scusi ho sbagliato qualcosa?" Ostentai a dire con imbarazzo.
-Weddington: "Probabilmente no."
-Diana: "Come?"
-Weddington: "Non è necessario che lei lo sappia signorina Connor. Sono io che devo giudicare lei."
-Diana: "Beh non sono d'accordo!"
All'improvviso tutta la classe si voltò a fissarmi.
Il mio istinto come al solito prese il sopravvento.
Il viso della signora W aveva cambiato aspetto: Era diventata terribilmente furente, più di quanto lo fosse di solito. Adesso esploderà di certo, pensai.
-Weddington: "Sai come funziona con me Diana? Tu non fai domande e tutto fila liscio. Vuoi sapere se sei andata bene? Forse si, ma il tuo comportamento da ragazzina arrogante piena di sè non ti porterà da nessuna parte, almeno con me." accennò a fine risposta, un leggero sorriso da vincitore.
Avevo affrontato la mia prima interrogazione nel modo migliore per poi ritrovarmi al punto di partenza, minacciata. Mi aveva sconfitto, lo avrebbe fatto in ogni caso perchè la sua superbia non aveva limiti.
Feci un lunghissimo respiro e distrutta mi sedetti in silenzio. Per tutto il tempo non feci altro che scarabbocchiare la copertina del libro per sfogare la mia frustazione.
Un'ora dopo, la campanella della pausa pranzo suonò, io ed Emy andammo in giardino a chiacchierare sulla vicenda.
-Diana: "Ti rendi conto di quanto è irritante?"
-Emy: "Eh si, stavi andando così bene che per un istante non sembravi neanche tu."
-Diana: "Emy?!"
-Emy: "Cioè volevo dire che sei stata unica!"
Rimangiandosi ciò che aveva detta un instante prima.
-Emy: "Non capisco perchè si comporta così."
-Diana: "Non lo so ma una cosa è certa. Non si aspettava che andassi bene e la cosa a quanto pare l'ha turbata parecchio."
-Emy: "Sono d'accordo."
-Diana: "Ehy, devo ringraziarti. Senza di te non sarei mai andata così bene" esclamai sorridendo, subito dopo l'avvolsi in un abbraccio.
Senza di lei non avrei mai avuto la soddisfazione di vedere la signora W irritata per la mia ottima interrogazione.
-Emy: "Non devi ringraziarmi. Io ti aiuto con lo studio e tu mi salvi la vita."
-Diana: "Si può fare!" Scoppiai a ridere.
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The Dark Side - La cacciatrice ( 1 libro) [In revisione]
ParanormalDiana, una ragazza di soli 17 anni dopo essersi trasferita nella cittadina di New Crest, capisce di non poter cancellare il suo passato. Con l'aiuto di Mr Rob e di Emy riuscirà a diventare una cacciatrice di demoni e ad accettare il suo destino. Il...
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