Cactus.

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Infondo cosa c'era da dire? Ogni tanto ricordava qualcuno del passato.
Qualche mese, un paio d'anni prima. Ma ora non c'è più.
Per Emily chi non c'era più era destino che non doveva rimanere.
Chi non c'è stato è perché non ci doveva essere.
Così si lascia la sofferenza, così ci si allontana, non c'è più il traffico, non passa più nessuno.
La strada è chiusa.

Non è una casa in affitto, che ci stai e dopo un po' vai via.
Emily da quella volta in poi ha deciso di vivere da sola.
Tutti se ne vanno e lei non trattenne nessuno. Mai più.
*Non importa, non c'è nessuno per te.
Sei un isola, e per loro sei solo scogli ricordatelo...
Ti circondano e feriscono.
Nessuno è per te. Non parli la loro lingua. Non sei del loro arcipelago.
Sei un unica isola.
Sei femmina e sola.
Come un'isola. *
Scritto sul suo diario.

"Cosa c'è che non va?"
Jack non sapeva che fare, non aveva mai visto qualcuno stare male.
"Niente" come sempre, per Emily. Tutto è niente.

Da tanto non stava così.
Ogni crisi di panico è come la prima.
Chi è che non prova a ripensare a quelle persone passeggere? Che hanno tirato uno schiaffo dritto in faccia dopo averti dato un bacio. Quelle che poi se ne vanno così, senza una parola.

Quante altre volte dovrà succedere?
Quanti saranno?
Chi lascia prima?
E dove andrà?
Il tempo lo sa. L'ha sempre saputo.
Eccolo, che continua a correre.
Tick tick tack. Ecco un'altra ora.

                          ~~~~~~

Il rumore delle bottiglie infrante, è strano ma, è un suono che li somiglia.
Julian deve di nuovo raccoglierla da terra, che donna stanca era sua madre, chissà se un giorno lui sarebbe crollato dalle sue mani come avevano fatto quelle bottiglie.

Il vetro tagliente era a pochi centimetri dal viso della signora, un oggetto così somigliante a suo figlio, che cosa strana.

Tutto familiare, ma tutto particolare. Le abitudini.

Entrambi scivolati dalle sue mani, a pezzi sì, taglienti.
Bastava saperli riprendere con cautela.
La portò in braccio a letto, Julian, gli rimboccò le coperte, la guardava con pietà, come si fa con un bambino sperduto per strada.

Scesero un paio di lacrime, mentre fissò il vetro a terra.
L'indomani sarà addormentato sul tappeto del soggiorno, ancora in lacrime.

Squillò il telefono, l'aveva dimenticato nella tasca.
"Pronto?"
"Ma che hai? Ti sento strano"
"Wow, ho solo detto pronto"
"Dove sei?"
"Sul tappeto del soggiorno"
"Esci subito"
Chiude il telefono.
"No ma tranquillo, fai come vuoi James"

Si alzò da terra, con un macigno sulle spalle.
Si incamminò all'uscita.
Sentì una sensazione di umido sulla fronte.

Una goccia calda scese dalla fronte. Sentii la sensazione addosso che lo svegliò dal suo stato di trans.
Aveva dormito tra vetro e l'alcol.
Se avesse pulito non si sarebbe trovato i suoi problemi anche nel sonno.

                           ~~~~~

È così, come fosse in "Cime Tempestose". Eccoli, i fantasmi.
Sussurrano ciò che spaventa di più.
Emily rimase lì, impassibile.
Jack era andato via, tranquillo.
Sì perché, basta dire "va tutto bene".
Che attrice, che interpretazione.
Seduta sul tappeto con le finestre spalancate godeva degli schiaffi del vento. Masochista con la corrente, amante degli uragani.

Buttava via alla maglietta, voleva che il vento gli portasse via anche il cuore. Il battito rallentava piano.
I due cactus sulle mensole bloccavano dal cadere le file di libri.

Così la sua freddezza aveva fermato le sue parole, i suoi pensieri. La spina che penetra e fa dire "va tutto bene".
Bloccava così le sue stesse pagine.
Rigida e spinosa, un cactus che blocca libri.

~~~~~~

Narciso, fosse stato di nuovo vivo sarebbe stato nel suo corpo.
Si fissava allo specchio, dopo un ora di trucco e capelli. Kara era l'anima gemella di se stessa.

Fissava i suoi occhi. Ecco la malattia che dilagava. Si avvicinava sempre di più allo specchio, toccava il viso del suo riflesso.
"Sei la donna che tutti vorrebbero."
Poi, la scintilla.

"Quello che meriti deve essere tuo, non delle mediocre puttane."
Sussurrava tra se.

"Guarda che la tua è in verticale come quella di tutte le altre, non è mica d'oro, tesoro mio"

Quella voce. In uno scatto lo vide.
"Julian, mi vergogno di averti come fratello!"
Con rabbia, scaraventò una spazzola presa dalla scrivania al ragazzo.

Arrivò al muro, non raggiunse l'obiettivo dovuto.
"Non arrivi mai dove vuoi."
Spiazzante. Il ragazzo uscì con amarezza e disprezzo.

"Tanto mamma vuole più bene a me."
Si ripeteva la piccola donna.

                        ~~~~~~

"Hey Jack, ma come sta Emily?"
Mark avrebbe voluto chiamare la ragazza, ma sentiva di essere una sorta di peso.

"Mi ha detto che sta bene. Ma dice che sta in tanti modi. Perciò, non so"

Profondo come un pozzo, non tolse al giovane nessun dubbio.
Quella domanda non era più la sola.

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⏰ Last updated: Sep 10, 2018 ⏰

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1994.28.03Where stories live. Discover now