capitolo n°4

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Rialzai lo sguardo solo quando cominciò a parlare: "sai cara non dovresti essere cosi timida, all'alpha piacciono le ragazze innocenti ma devi più estroversa o neanche il tempo di parlare che..." e poi fece il segno di tagliarsi la gola e di morire, rimasi abbastanza spiazzata dalle sue parole, cosa voleva fare quello stupida alpha con me? Cosa voleva fare al mio corpo? E soprattutto, quanto sarei ancora stata rinchiusa qui dentro, senza poter uscire e tornare alla mia vecchia vita? Sentivo già la mancanza dei miei familiari e mi pentii altamente di aver accettato quell'invito in discoteca, se fossi rimasta a casa magari quel "Jace" o come si chiamava non mi avrebbe mai parlato e io non sarei mai stata rapita ed allontanata dalla mia casa, per poi svegliarmi in una strana stanza riempita di oggetti con curiosi significati ed una grande storia dietro.
Lo guardai negli e dissi "Cosa ha intenzione di farmi?", lui ghignó e rispose "Non ne ho idea piccola, il suo carattere e le sue azioni dipendono da ragazza a ragazza, per esempio l'ultima per i suoi gusti era troppo bassa ed aveva i capelli troppo lunghi, l'ha costretta a tagliarsi i capelli molto corti, come quelli di un ragazzo, e l'ha obbligata ad indossare i tacchi per tutto il suo periodo di permanenza nel branco, finché bhe... Finché non é morta" rabbrividii alle sue parole e indietraggiai un pó, quasi da un momento all'altro potesse aprirsi una porta magica dietro di me che mi avrebbe potuto riportare a casa, provai a darmi un pizzicotto, come se potessi svegliarmi in quel momento, ma naturalmente non mi svegliai, perché quello non era un sogno.
"Comunque l'alpha vuole vederti, quindi muoviti e seguimi" il suo tono non ammetteva obbiazioni e quindi cercai di seguirlo il più velocemente possibile, cercando di stargli dietro, anche se era un pó impossibile visto la sua andatura molto veloce.
Arrivammo davanti ad una grande porta di legno, lui si giró, mi guardó e disse "Buona fortuna piccola, spero di rivederti, e intendo viva, non in una pozza di sangue sul pavimento di questa stanza" dopodiché si girò verso la porta e bussò.

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