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odiavo Dylan.
Ero diventata il suo gioco, mi bullizzava possiamo dire, ormai era passata una settimana dal suo arrivo qui a scuola e già mi aveva mandato in punizione tre volte, la prima è stata per un ritardo di 45 minuti alla lezione di storia, la seconda perché gli ho lanciato uno schiaffo dopo che mi aveva toccato il posteriore e la terza perché durante l'ora di recupero mentre fumava la sua solita sigaretta delle 14:45 mi aveva chiesto di tenerla sapendo che in quell'esatto momento sarebbe entrata la professoressa.
Oggi ci dovevamo vedere a casa mia per il progetto di educazione sessuale, dovevamo fare questo "esperimento" se le donne riuscivano ad sottomettere un uomo con la propria esperienza sessuale.
il problema era solo uno: ero ancora vergine.
suonò la campanella della ricreazione, passeggiando per dirigermi verso il mio armadietto trovai Dylan, wow che bello!
-hey- la sua voce fredda mi faceva sempre sussultare
-vattene, se mi stai lontano sto meglio- sapevo che era venuto lì solo per prendermi in giro
-alle quattro da te.- con tono freddo prese e se ne andò.
mi faceva impazzire.
dio santo.
arrivata alla mensa aspettai Camila per poi mangiare insieme, mentre Camila mi parlava io fissavo Dylan.
Perché un ragazzo bello come lui si comportava così? manie di controllo?
o era solo per farsi notare? poteva avere tutte ma non voleva nessuna, forse anche lui aspettava quella cosa speciale che si prova quando un persona è innamorata, le famose farfalle nello stomaco.
forse aspettava quella ragazza che lo avrebbe fatto sentire speciale, unico e stupendo tra tutti quei burattini che frequentavano la scuola.
io per esempio non ho mai trovato un ragazzo che mi ha fatta sentire speciale, nessuno.
boh, magari sono lesbica.
archiviai i miei pensieri e mi misi ad ascoltare i problemi di camila.
suonata la campanella entrai in classe, scienze umane.
ascoltai finche la mie mente stanca si rifiutò di ascoltare un'altra parola.
scarabocchiai sul mio banco fino al suono della campanella.
arrivai a casa e iniziai a sistemare per l'arrivo di Dylan
controllai l'orologio:

15:40

controllai l'orologio:

15:45

di nuovo:

15:50.

ero così in ansia.
ero vergine, non volevo essere presa per il culo anche perché non ho fatto niente con nessuno.
suonò il campanello, ansia.
andai ad aprire la porta cercando di essere il più calma possibile.
-ciao- sempre con quell' tono freddo
-ciao- risposi, lo feci entrare e gli presi la giacca per andarla a poggiare sull' appendi abiti.
-posso avere un bicchiere d'acqua- chiese lui con la sua voce impassibile, mi diressi in cucina.
Lasciai cadere l'acqua fredda nel bicchiere per poi passarglielo con calma.
-andiamo in camera mia- mi alzai sapendo che mi seguiva percorsi il corridoio e le scale.
una volta arrivati aprii la porta e lo lasciai entrare, chiusi la porta dietro di me.
-comunque sono vergine, non ho fatto niente con nessuno- dissi.
-cosa?- rise
-s o n o v e r g i n e- sapevo che era stupido ma non pensavo così tanto.
-c'è sempre una prima volta- rispose con calma fissandomi.

spazio autrice
scusateee, mi sono dimenticataaa.
ecco il capitolo CORTO.
scusate gli errori ma come già sapete ho problemi di dislessia
il prossimo aggiornamento il 26.

vi me lo ricorderò, promesso.

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@letjziax

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Sex.// Dylan O'brienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora