Non è un sogno

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Era morto.

Ero sicura di averlo visto morire.

Non aveva battito.

Aveva gli occhi vitrei, spenti.

La pelle era diventata pallida, quasi grigia. Come in un cartone di Tim Burton.

Invece adesso era davanti a me.

Il suo sorriso spavaldo, un po' sghembo. La sfumatura di verde nell'iride dell'occhio sinistro, normalmente di un castano chiaro. I suoi capelli color nocciola, ricci e tutti arruffati.

-"Hayley, che succede? Sembra che tu abbia visto un morto" la sua voce era calda. Umana. Non riuscivo a guardarlo negli occhi.

Si avvicinò dandomi uno scrollone. -"Hayley, sono qui" disse, "tutto okay?"

Cercai di annuire, ma non ci riuscivo. Era un anno che credevo fosse morto. Il vecchio pazzo della casa di fronte l'aveva investito col trattore.

Finalmente, riuscii a parlare. -"Dimmi che non è un sogno".

-"Va bene" sussurrò. "non è un sogno..."

Si avvicinò per abbracciarmi.

Poi mi leccò. 

Aveva la lingua lunga e la sua saliva era estremamente calda. E mentre lo faceva ripeteva le parole di prima. "Non è un sogno, piccola Hayley".

Poi la sua faccia si ricoprì di peli e io chiusi gli occhi.

Sentii il suo muso allungarsi e riaprii gli occhi come per istinto.

Era buio, ma un po' di luce usciva comunque dalle persiane. 

Ma un pastore tedesco mi stava leccando la faccia e fu l'unica cosa che notai.

Era il mio cane, Willow.

La scansai e lei scese dal letto abbaiando.

Devo ammettere che ero un po' arrabbiata, o non le avrei mai urlato contro di andarsene.

Mi alzai. Di fianco al mio letto c'era il suo cappello e una sua foto. 

Abbracciai la sua foto d'istinto.

Oggi avrebbe compiuto tredici anni, e per me era grandissimo.

-"Buon compleanno" sussurrai, "fratellone..."


ANGOLO AUTRICE

Scritta in dieci minuti per noia.


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