Capitolo sei

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Astrid si girò irrequieta dalla sua posizione, non trovandone una comoda. Era sicura fosse notte inoltrata, ma nonostante questo Hiccup era di fianco a lei, le gambe portate al petto e strette tra le braccia, lo sguardo perso nel cielo illuminato dalla luce fioca delle stelle e della luna. Chiuse gli occhi, sentendosi come galleggiare in un universo di sole tenebre e buio. Si sentì ancora una volta inesistente rispetto a tutto ciò che la circondava all'esterno. Sospirò, guardando quello che avrebbe dovuto essere il suo ragazzo, dormire distante da lei, quasi all'esterno della tenda.
-Non riesci a dormire ?
Astrid si avvicinò ad Hiccup, copiando la sua posizione.
-No, in realtà no. Tu che ci fai sveglio ?

-Io non dormo mai. Cioè, noi vampiri non ne abbiamo bisogno. Ma non pensiamo a me. Tu perché non riesci a dormire ?

Astrid poggiò il capo sulla spalla del vampiro di fianco a lei, chiudendo gli occhi.
-Pensavo.

-A cosa precisamente ?

-Certe volte mi sento come se non esistessi. Non siamo nulla in confronto a tutto quello che c'è lì fuori. Cosa siamo noi rispetto all'Universo ?

-Beh, soliti pensieri che vengono a tutti alle tre di notte eh ?

-Lo so, sono strana a volte, ma pensaci. Ci sono miliardi di persone lì fuori con una vita diversa e pensieri. Ma rispetto a tutto quello che abbiamo intorno non siamo niente, perché la nostra monotonia potrebbe spezzarsi in un secondo, sconvolgendocidoci la vita o interrompendola del tutto.
Hiccup si girò a guardarla, con una luce curiosa che gli balzava nelle iridi.

-Non ci ho mai pensato in realtà. Forse perché non morirò mai.

-Non ci hai mai pensato? Neanche quando sei stato morso ?

-Si. Pensavo che fossi completamente finito. Mi sentivo perso mentre guardavo gli altri, vivere la propria vita indisturbati. Io ero solo uno di loro che aveva subito una piega inaspettata della propria vita, ma nessuno si accorgeva di me o dei miei cambiamenti. Ero solo.

-Non lo sei più. Ci sono io, sono una tua amica.
Astrid rispose con un sorriso, che venne ricambiato immediatamente dal bruno.

-Raccontami del tuo passato, prima di essere morso.

-Io... non lo so. Non ricordo niente, se non la notte in cui venni morso.

-Non ricordi proprio nient'altro ?

-No, ma non credo che sia normale in realtà. Non ripenso mai a quei giorni, mi sembrano svaniti. Come se non fossi mai stato vivo prima di diventare così. 

-Beh, io ti immagino un secchione.

-No, sono sicuro di essere stato un figo !

Astrid ridacchiò, riappoggiando la testa sulla sua spalla. Hiccup le chiese se fosse stanca. Scosse il capo.

-Per niente. Sono sicura che se cercassi di dormire inizierei di nuovo a pensare. Certe volte credo davvero di pensare troppo.

-Almeno diversamente da altri -indicò Jack con il capo-  tu pensi. Quel coglione.

-Già. Era ora di farla finita, ma non pensavo mi avesse aggredita così dopo averglielo detto. Pensavo che almeno avesse un briciolo di intelligenza.

-Una domanda, perché avete rotto?

-Non c'era amicizia nella nostra relazione. Non parlavamo, mi sentivo soffocata, come se ci stessi insieme solo per sentirmi appartenente a qualcuno.

-Non devi appartenere a qualcuno. Tu sei capo di te stessa, As.

-Ovviamente, ma credo di essermi sentita sola. Non che con Jack cambiasse qualcosa. È troppo stupido per capirmi.

-Ripetendo le tue parole, adesso ci sono io con te.

incredibile di quanto facilmente io sia riuscita a fidarmi di te. Solitamente non do confidenza al primo colpo.

-Modestamente, nessuno può resistermi milady.

-Ma smettila, Hic.
Gli tirò un pugno leggero sul braccio, ritornando poi nella stessa posizione che prima aveva acquisito.

-Tutta questa energia per tirarmi pugni alle tre di notte ? Sei una macchina da guerra.

-Ma se non ti ho neanche quasi sfiorato !

-Ah, sono sicuro che mi rimarrà un livido enorme. Dovrò convivere per l'eternità con il ricordo di questo dolore inflittomi da colei che consideravo un'amica !

Astrid rise con Hiccup, trovando spettacolare il suo sorriso gioioso e pieno, per ironia, di vita. Quando placarono le risa restarono a guardarsi, senza spiccare una parola. Semplicemente guardandosi negli occhi, fin quando Hiccup non le accarezzò una guancia, con la stessa delicatezza di quando lo vide trasformato per la prima volta. Astrid ebbe il bisogno di sentire maggior contatto con la mano pallida e fredda del bruno, perciò poggiò la guancia su di essa, chiudendo gli occhi. Per un attimo la sentì svanire, allora la strinse, intrecciando le sue dita tra quelle del ragazzo.

-Mi dispiace Astrid. Ma è arrivato il momento di svegliarsi.

-Cosa ? Hiccup ?

Astrid aprì gli occhi, sprofondando in quelli rosso sangue di lui. Fece scontrare le sue labbra con quelle della bionda, i canini spuntarono velocemente dalle labbra, ma Hiccup si scostò di scatto prima di ferirla.

-È stato bello Astrid.

Furono le ultime parole che sentì da quelle labbra morbide e dolci, il respiro mozzato in gola, poi un gelido brivido le percorse la schiena.

Nero.

Angolo autrice
NO RAGA, NON È FINITA. CI SARÀ UN ULTIMO CAPITOLO E POI SI CONCLUDERÀ SUL SERIO.
E pensare che ad Astrid stava iniziando a piacere Hic 🙂

Anyway, ho iniziato la scuola qualche giorno fa, e mi sono resa conto di aver avuto l'ansia per niente, ma oc T_T
I miei compagni sono simpatici, ma siamo 32 e ricordo solo la metà dei loro nomi. Per non parlare delle facce poi, ne riconosco solo alcuni 😂
Comunque ci sono anche fangirls e non sapete la fottuta gioia 😆 ceh, la mia compagna di banco lo è :D
Prima di divagarmi troppo (se inizio a parlare non mi fermo più ragah) mi fermo qui, lmao.

Al prossimo ed ultimo capitolo, ciauh: D

Therapy Where stories live. Discover now