CAPITOLO 18

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ANASTASIA

Eccomi qui, colta in fallo. Jack mi fissa con gli occhi a fessura e aspetta una risposta che ovviamente io non so dargli per diversi motivi. Primo, nemmeno io riesco a spiegare il mio impulso. Entrare nell'ufficio di Jack, ma che mi è saltato in mente?

Secondo, non potrei mai dire che forse il motivo era Elizabeth anche se, diciamo, il motivo potrebbe proprio essere questo. Sono e sono stata preoccupata per lei, e il fatto che non sia venuta oggi al lavoro, la dice lunga sul quanto fosse sconvolta per quello che è accaduto ieri. Come sono sconvolta io del resto. Dunque adesso sono qui, ferma nel suo ufficio con la porta chiusa alle mie spalle.

<<Allora?>> alza la busta di carta marrone dove è inserito il manoscritto di Smith e la sventola.

"Pensa Ana, pensa". Cosa potrei dire? Non sono mai stata brava a mentire, me lo diceva spesso mamma e anche Christian ogni tanto mi dice che sono una pessima bugiarda. Ma adesso non c'è nulla da scherzare, devo trovare una bugia e alla svelta.

<<Jack.. io stavo.. ecco, portandoti il profilo di entrambi gli autori. Pensavo che tu fossi in ufficio, ma mi sbagliavo, e allora ho deciso di lasciare tutto sulla tua scrivania. Il manoscritto era dentro la mia borsa, deve essermi scivolato>> sorrido, cercando di nascondere l'ansia del mio volto per aver detto quella balla gigantesca.

Jack alza un sopracciglio e le sue labbra si piegano. Ci sarà cascato? Ne dubito. Lentamente, abbassa la busta di carta che si trovava ancora a mezz'aria. Poi cammina, fa il giro della scrivania e si ferma. Il suo corpo è ad un metro dal mio. Alza la mano fino ad arrivare al mento che sfrega con l'indice ed il pollice, il tutto senza togliermi gli occhi di dosso. Prendo un respiro enorme, cercando di mantenere un certo controllo. Odio questo suo modo di guardare le persone, le donne, ma soprattutto me. Mi guarda negli occhi per poco, poi scende sui miei vestiti per fermarsi sulla mia gonna a righe. Mi schiarisco la voce.

<<Se è tutto, io devo proprio andare>>

<<Come va con Grey?>> dice, non facendo conto a quello che ho detto.

<<Va.. bene, grazie.>>

"E a te che importa?", avrei voluto aggiungere.

<<Sei importante per lui?>>

Ma che razza di domanda è mai questa? E perchè tutti mi chiedono di Christian oggi? Gli rispondo con un SI secco, senza aggiungere altro. Sono sicura di avere un'espressione stranita in viso perchè Jack scuote la testa. Si passa una mano sulla fronte e mi sorride.

<<Ho capito perchè sei qui sai?>>

"Oddio", davvero?

<<E ti dico che ho recepito perfettamente i segnali che mi hai mandato>>

Aspetta.. che? Si avvicina a passo lento verso di me.

<<Il modo in cui mi sbatti le ciglia, i tuoi sguardi languidi, i tuoi sorrisi maliziosi. Sei una provocatrice nata Ana!>>

Faccio alcuni passi indietro e porto la mano alla bocca per reprimere un sorriso, ma non ci riesco e allora mi scappa una risata squittente. Sguardi languidi e sorrisi maliziosi, io? A lui?

Non sono una provocatrice nata, se non con Christian. Mi dispiace che abbia pensato queste cose, quando è ovvio che non sono vere. Non riesco ad essere meno delicata e soprattutto non riesco a farmare le risatine che escono maleducate dalla mia bocca.

<<Jack.. pensi davvero che io.. con te..>> alzo un sopracciglio, con il sorriso ancora tra le labbra.

Il sorriso dalle labbra di Jack invece scompare e gli occhi si riducono a fessura. Abbassa un attimo lo sguardo. Quando lo rialza, i suoi occhi sono incendiati di rabbia. Si lancia praticamente su di me facendomi urlare, e in attimo mi afferra i polsi con una mano, poi mi sbatte al muro accanto alla porta d'entrata.

50 sfumature di gelosia #wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora