Eta Carinae

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A metà del XIX secolo gli astronomi osservando il cielo notturno nell'emisfero australe hanno notato qualcosa di strano: nel corso di pochi anni una stella chiamata Eta Carinae è diventata sempre più brillante, superando infine in luminosità tutte le altre stelle ad eccezione di Sirio, prima di affievolirsi nel successivo decennio, diventando troppo debole per essere osservata ad occhio nudo.  

Ti darei gli occhi miei per vedere ciò che non vedi

L'energia, l'allegria per strapparti ancora sorrisi

Dirti sì, sempre sì e riuscire a farti volare

Dove vuoi, dove sai senza più quel peso sul cuore

Nasconderti le nuove, quell'inverno che ti fa male

Curarti le ferite e poi qualche dente in più per mangiare

E poi vederti ridere e poi vederti correre ancora

***

<<Ci penso io qua, Fay. Vai a fare un bagno caldo>>  

Osservo mio padre per qualche minuto mentre si prende cura di Claudio. Gli ha misurato la pressione e la saturazione per poi segnarsi tutto in un quadernetto nero che custodisce nel cassetto dei calzini. 
Claudio ha ripreso conoscenza, ha l'espressione stanca e spaventata, anche se cerca di nasconderlo. Non smettono un secondo di cercarsi con lo sguardo. Occhi dentro occhi, anima dentro anima. Mi sento quasi di troppo, ma con loro è sempre stato così, si sono sempre guardati in un modo tale da annullare il resto del mondo. Non hanno mai parlato molto di sentimenti, non ne sono molto capaci entrambi, hanno sempre lasciato che fossero gli occhi a farlo al posto delle parole. 
Esco lentamente da quella stanza lasciandoli soli, chiudo la porta e mi accascio contro di essa. Sono stanca anche io, sfinita da tutto. Vorrei solo riavere i miei genitori spensierati, le domeniche sotto le stelle, le risate sul divano, il karaoke durante il quale cantava solo Claudio, le gite in montagna, le giornata trascorse nella casa al mare. Vorrei solo riavere la mia vita indietro, quella che avevo quando la preoccupazione più impellente era decidere chi avrebbe portato Spettro a fare la passeggiata. 
Sento un cassetto aprirsi. Mio padre sta scartando qualcosa.

<<Ti ho preso del cioccolato, il medico mi ha detto che puoi mangiarlo. Lo tengo nascosto perché Fay lo finirebbe in un'ora>> dice con un tono che ha l'intenzione di sembrare allegro <<E la sorpresa giornalacci pieni di gossip su...>> 

<<Dannazione, Mario>> viene interrotto bruscamente da Claudio, che quasi urla. Sobbalzo leggermente al suono della sua voce incrinata dal pianto <<Smettila>>.

Silenzio. Dovrei alzarmi e andarmene, lo so, ma non ci riesco, il mio corpo non ne vuole sapere di prendere le distanze. Deve sapere, sapere che andrà tutto bene anche questa volta.

<<Smettila>> ripete Claudio in un sussurro 
<<Sei convinto che io mi stia compatendo vero? Il povero acciaccato Claudio ha bisogno di un po' di distrazione>>

<<Hai bisogno di un po' di distrazione, si>>

<<Non hai la minima idea di cosa significhi perdere quello che sto perdendo>> il tono di voce un po' più alto di prima.

<<So che cosa significa perdere>> sento mio padre che cerca di non perdere il controllo.

<<No invece non la sai!>> urla questa volta
<<Sono un uomo anche io, un forte e virile uomo passionale imprigionato nel corpo di un debole malato bastardo che io non conosco e non voglio davvero riconoscere. Ora se tu sapessi come mi fa sentire non mi avresti mai fatto accettare tutto questo. E lo so, lo so che sono anche io a non volervi lasciare soli, ma sono stanco dannatamente stanco. Se solo sapeste come mi sento, mi lascereste andare>> 

Senza TempoWhere stories live. Discover now