«Porca paletta!» esclamai ritraendomi subito cercando di sfregarmi l'occhio per togliere quel fastidioso dolore che non faceva altro che farmi lacrimare sempre di più, trasformandomi l'occhio in gelatina.

«Scusa!! Non volevo farti male! Stai bene?!» continuò ad urlare mentre in camera entrava sempre di più l'aria gelata di fine Gennaio, intanto che provavo a riaprire l'occhio senza successo dato che lo richiusi immediatamente, cercando di schivare ogni ostacolo e tornare davanti la finestra per vedere bene chi fosse.

«Perché tiri sassi alla mia finestra, idiota?!» gli urlai contro.

«Perché non volevo suonare a casa e volevo chiederti se ti andava di fare un giro» si mise le mani nel giacchetto, facendo uscire un altro fumetto di freddo dalle labbra.

«E non potevi mandarmi un messaggio come tutti gli esseri umani a questo mondo?!» domandai, tornado a strofinarmi l'occhio «Ti vengo ad aprire» borbottai, chiudendo la finestra, per tornare di sotto ed aprirgli il portone ritrovandomelo là davanti.

«Scusa» sghignazzò, cercando di prendermi le mani per togliermele dall'occhio e fargli vedere ciò che stava accadendo, ma mi girai costringendolo ad entrare e chiudere il portone «Mettici il ghiaccio!» mi urlò, intanto che già andavo in cucina per metterci qualcosa di freddo sopra e magari alleviare un po' di dolore.

«Ma poi dove li hai trovati i sassolini?!» borbottai, aprendo lo sportello del freezer tirandone fuori un cumolo di roba congelata in una busta di plastica mettendomelo immediatamente sul viso avvolto da uno strofinaccio.

«Il vicino di casa ha il sentiero di ghiaia» si strinse il labbro fra i denti «Fa ancora male?»

«Passerà» feci spallucce, osservandolo poggiato con il bacino sull'isola, prima di rigirarmi e andare in sala per spiaggiarmi sul divano, gettando la testa sullo schienale.

Il dolore cominciava a diminuire, ma quel freddo piacevole sull'occhio mi diceva che finchè fosse stato piacevole sarebbe stato utile, perciò non lo tolsi, anzi, mi sistemai meglio, avvertendo ben presto il posto affianco a me abbassarsi e un suo braccio, passarmi sotto la nuca, poi con l'altra mano mi avvicinò le gambe alle sue, tenendola sulla mia coscia, lì ferma ad ispezionarmi ogni minimo millimetro di cellulite nascosta dal leggins nero, e poi come se niente fosse prese a baciarmi il collo, allungando la mano fino al bacino per avere più attrito.

«Harry» cercai di alzare la spalla per evitargli il collo, ma si spostò tranquillamente sulla mandibola avvicinandosi sempre di più alle labbra «Che stai facendo?» mi scansai il più possibile questa volta, togliendo il cumolo di ghiaccio dall'occhio per guardarlo meglio, anche se continuavo a sentire dolore.

«Non ci vediamo da due settimane, mi manchi» disse con ovvietà.

«Va bene, ma non mi sembra intelligente saltarmi addosso così dopo che mi hai quasi uccisa» gli misi una mano sul petto, per prendere le distanze e rimanere il più possibile divisi «Sei venuto qui e non mi hai chiesto niente, non mi hai detto novità» mi strinsi nelle spalle, lasciandogli intendere che volevo sapere.

«Che vuoi sapere?» roteò gli occhi al cielo, togliendo il braccio dallo schienale per rimetterlo al suo posto, dove doveva essere dal primo istante che si era seduto lì.

«Hailey!» sbottai scocciata.

«Domanda di riserva?»

«Quanto sei deficiente da uno a un milione?!» mi accanii «Ho resistito il più possibile, ma adesso basta. Puoi, per favore, prenderti le tue responsabilità?» mi massaggiai il ponte del naso, provando a non dare definitivamente di matto.

«Se ricordi bene le ho già parlato»

«Le hai solo detto che volevi passare più tempo con me» sospirai guardandolo «Decidi che vuoi fare. Se vuoi stare con lei capisci bene che io e te dovremmo vederci solo come amici normali, ma se vuoi stare con me glielo devi dire! Non puoi stare con entrambe» cercai di spiegargli qualcosa che già sapeva molto bene, ma che aveva paura di ammettere «Prenditi tutto il tempo che ti serve, ma nel mentre preferirei che non venissi qui» mi alzai, incrociando le braccia al petto, guardandolo dall'alto.

Mi restituì lo sguardo rimanendo seduto, prima di lasciarsi andare ad una risatina sarcastica, farsi leva sulle gambe e raggiungermi.

«Vieni con me al bar?» mormorò, prendendomi per la vita avvicinandomi a lui, sentendo i nostri bacini scontrarsi.

«Non puoi fare così, Harry!» protestai, scansandolo con una mano sul petto.

«Ti aspetto fuori» continuò sorridendo.

«Harry! Ho detto di no!» gli urlai contro, ormai di spalle, vicino al portone.

«Sbrigati» concluse uscendo fuori.

«Sta scherzando, spero!» mormorai fra me e me.


-Spazio a me-

Ho l'ansia. Pubblicare nuove storie fa già venire l'ansia, ma pubblicare un sequel è peggio.

Okay, gente! Here we go! Finalmente ce l'ho fatta! Sebbene io pubblichi solo quando ho finito l'intera storia, mi sono sentita -però- in dovere di iniziare quando ancora la fine è ben lontana, perciò credo proprio che aggiornerò un pò più lentamente.

Come avrete notato il titolo non è più "S-e-x", per ovvi motivi che capirete ben presto ;)

Nell'ultimo "capitolo" di "S-e-x" vi avevo detto che vi avrei lasciato il mio instagram, perciò eccolo --> caterinabianchi95 (vedrete la mia faccia, santo cielo, mi mette ansia anche questo).

Siate clementi con me come dei veri e propri clementini, perchè con i sequel non sono proprio brava, perciò spero vi piaccia questo primo capitolo da cui non si capisce nulla, e che mi seguiate fino alla fine perchè mi farebbe piacere avervi al mio fianco (soprattutto in questi tre mesi che saranno pieni di ansia).

Detto ciò, buona giornata bellezze!

BaciXx

Caterina


L-o-v-e || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora