5 The wolf

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- Non avresti dovuto far irritare in questo modo la signorina Mcfly- sussurrò la mia deliziosa domestica pettinandomi i capelli.
Mi guardò il viso e applicò il succo di una pianta come la mattina.
- Almeno non si vede più quell'orribile brufolo- disse tutta contenta per la sua conquista.
- La signorina Caroline è una brava ragazza. Ma è ambiziosa, decisamente troppo ambiziosa e non sopporterebbe se lei e il suo cane non fossero superiori agli altri. Si può anche dire che ha sempre invidiato Jocelyn per il meraviglioso rapporto che aveva con White e vedeva il suo cane come un rivale nei confronti di Xeno. In ogni caso non ha mai potuto fare nulla, era costretta ad aiutarla, ma con te è diverso. Non è costretta ad aiutarti, quindi non ti conviene fartela nemica più di quanto non lo sia già- mormorò come se qualcuno potesse sentirla.
Mi salirono dei brividi lungo la schiena, la faccenda diventava sempre più inquietante ma dovevo essere forte per tornare a casa... Per vedere come stava Jocelyn: perché lei era ancora viva, doveva esserlo, ma aveva bisogno del nostro aiuto.
- Peregrin... Non è che lei per caso sa cosa stia veramente succedendo? Insomma, come ha potuto, una cane come White, trasportarmi qui? Come possono, Jocelyn, Caroline, Bayley, Jessica, stare tranquilli sapendo ciò che White può fare? Come possono far finta che sia tutto normale?- domandai a bassa voce.
Peregrin si avvicinò al mio orecchio dopo aver guardato per un po' la stanza:- In questa casa ho visto cose, ho sentito cose che qualsiasi altro essere può solo immaginare. White, Xeno, non sono dei normali cani e Jocelyn e Caroline non sono...-
Un improvviso rumore interruppe le parole della mia domestica.
Mi girai di colpo e mi ritrovai a guardare degli enormi occhi azzurri che mi fissavano quasi nascondendo della rabbia, eppure Caroline sorrideva tranquilla.
- Peregrin? Abbiamo deciso che non ti occuperai più tu della piccola Bells, abbiamo deciso che, ad occuparsi di lei, sarà una domestica nuova. Più giovane e più aggiornata sulle mode delle nostre generazioni-.
La domestica si alzò di colpo e giurai di aver visto il suo corpo tremare, perché era così spaventata? Non poteva averci sentito e, anche se lo avesse fatto, non poteva mica essere così grave.
- E io dove andrò?-
Caroline sorrise nuovamente e indicò la porta dicendo di seguirla.
- Rebekah, la nuova domestica, arriverà da te a breve. Ti assicuro che per stasera sarai bellissima-.



Varcai la soglia del locale alla velocità della luce e salì le scale buie. Avevo intravisto il signor Bayley ma non mi ero fermata. Stranamente sentivo di odiarlo, ma non come se non mi stesse simpatico, ma come se mi stessi trattenendo dall'ucciderlo.
Arrivata in cima mi alzai sulle zampe posteriori e abbassai la maniglia entrando nel salotto della casa in cui dormivo. Avvicinai il muso al pavimento di legno e cominciai ad annusare, potevo vedere le mie zampe bianche poggiate sul terreno.
Sentivo l'odore di carne, di cane, di altre cose che non riconoscevo e di profumo alla lavanda... Il mio profumo.
Cominciai a camminare ed arrivai davanti alla mia porta. La faccenda stava diventando inquietante. La porta di legno si ergeva in tutta la sua magnificenza, non era rettangolare, ma ad arco ed il pomello era del colore dell'oro. Avevo i muscoli tesi, costantemente in allerta, come se fossi spaventata da ciò che poteva nascondersi dietro quella porta, ma nonostante ciò entrai vedendola aperta. Infilai solo il muso, ma mi bastò per tremare: il mio corpo era seduto sulla sedia mentre la mia testa era poggiata sulla finestra rientrata.
Fu allora che mi ricordai: quando Caroline era andata via, io ero rimasta ferma, spaventata, cercando di sentire qualche parola di Peregrin, ma nessun suono arrivava alle mie orecchie. Rimanendo ferma a rimuginare su come tornare a casa da Jocelyn, a capire come collegare il tutto, avevo poggiato la testa sulle mie braccia conserte e mi ero adagiata sulla finestra cadendo in un improvviso sonno.
Senza che fossi stata io a deciderlo, uscì dalla camera e, vittima del mio stesso sogno, presi ad inseguire un altro odore: odore di cane.
Salì velocemente delle ulteriori scale e arrivai in un lungo corridoio senza stanze, lo attraversai guardando i quadri appesi alle pareti: rappresentavano le stagioni anche se, come sfondo, si potevano vedere diverse civiltà, tutte di epoche diverse.
Purtroppo non li potei ammirare a lungo perché continuavo a muovermi come se sapessi esattamente dove andare. Stare in un sogno sapendo di star dormendo è, probabilmente, una delle cose più brutte che esista: sembra di sprofondare, non sei tu ad avere il controllo e non riesci a svegliarti. Sapere che, nel sogno, mi trovavo nel corpo di White era anche peggio, volevo solo che quell'incubo finisse.
Arrivai fino alla fine del corridoio e lì trovai una porta semichiusa. Xeno era sdraiato lì davanti ad attendere.
Sentivo delle voci provenire dalla stanza e riconobbi subito quelle di Caroline e di Peregrin.
-"Cosa ci fai qui"- mormorò una voce profonda ma diversa da qualsiasi altra avessi sentito. Sembrava velata da un abbaio: era forte, profonda, maschile e penetrava nella mente come se avessi messo le cuffie al massimo.
-"Cosa ci faccio qui?! Cosa ci fa LEI qui"- risposi. Neanche la mia voce era realmente la mia.
Xeno ringhiò alzandosi in piedi.
-"Non sono fatti tuoi, se ti fosse interessato di lei non avresti dovuto abbandonarla"- finalmente capì da dove provenisse quel suono. Proveniva da Xeno.
Ringhiai e mi innalzai su di lui, il mio ringhio sembrava un tuono e persino la sua altezza, rispetto alla mia, sembrava insignificante.
-" Non mi interessa di lei, ma di certo non volevo che la prendeste voi. So quanto Caroline mi odi quindi, perché la state aiutando?"-
Xeno senza smettere di ringhiare, abbassò il suo corpo fino a poggiare il muso a terra.
-"Rispondi!"-
-"Non lo so! All'inizio credo che fossero stati i suoi i suoi genitori a portarla contro la sua volontà ma poi ha saputo che anche lei è speciale..."-.
-"Speciale?"-.
-"Si e così decise di liberarsi di voi due"-.
Smisi improvvisamente di ringhiare e arretrai spaventata. Perché avevo paura?
-"Non vi resta molto tempo prima di essere trovati e seguiti. Vattene finché sei in tempo"-.
Mi ripresi e affermai un "no".
-"Cosa le ha detto Caroline"-
Xeno non rispose ed io mi infuriai, balzai su di lui e lo bloccai a terra mentre lui non faceva alcuno sforzo.
Sembrava che riuscissi ad influenzare le azioni di Xeno, eppure continuava a ringhiare.
-"Le ha parlato del ragazzo!"-.
Mi dimenai cercando di svegliarmi, ma il risultato fu un improvviso mal di testa che mi fece barcollare.
Smisi di fare peso sull'altro lupo e mi tolsi avvertendo la sensazione di scombussolamento.
-"È nella tua testa, non è così? È potente, persino per quelle come lei. Non tutte riescono a entrare nella mente dei propri lupi, ma lei addirittura riesce a scombussolarti. Non ha solo il dono di spettatrice dormiente, ma può anche influenzarti... Forse un giorno, riuscirà a controllarti a suo piacimento"-
Ero proprio stufa di quel sogno, ma rimasi immobile, non volevo fare arrabbiare White, nonostante nulla di tutto ciò fosse reale.
-"Cosa sta succedendo là dentro?"-
- "Non sono affari tuoi"-
Lo fissai con uno sguardo glaciale e il lupo dall'occhio color nocciola abbassò le orecchie e rispose:-"La nostra cameriera sa troppe cose e non riesce a tenere la bocca chiusa. Dobbiamo liberarci di lei"-.
-"Cosa intendi con dobbiamo liberarci di lei"-.
-"Tu potrai anche essere speciale, ma noi sappiamo dove si trova la lupa che tutto vede e il suo guardiano"-.
Inclinai la testa di lato provando sensazioni come il divertimento e lo stupore.
-" Non esiste la lupa che tutto vede. Le combinazioni sono del tutto casuali e questa essere è solo una leggenda"-
-" Le combinazioni non sono mai casuali, ma sempre perfette fra loro. Non è una leggenda, sia lei che il suo protettore sono reali"-
Lo scrutai a fondo e chiesi cosa volesse fare alla domestica.
-"Il protettore ha il potere della memoria, può rimuovere ricordi o manovrarli a suo piacimento. Lui ci ha sempre aiutato, a patto di non rivelare mai a nessuno dove si trovino"-.
Rabbrividì e mi avvicinai alla porta dicendo che quella donna, non meritava questa fine.
-"Preferiresti che rivelasse ciò che siamo a Bells?"-.
Deglutì e mi allontanai dalla porta senza però smettere di fissarla.
-"Non dire a nessuno che sono stato qui. Te lo ordino"- affermai decisa con una voce forte e potente.
Xeno ringhiò ma io lo ignorai pronto ad andarmene.
-"Anche lei ha una certa influenza su di me ma al contrario di te, riesce ad influenzare e a plagiare anche il mio volere e non solo il mio corpo. È inutile continuare a scappare, non si scappa al destino. Siete destinati voi due"- disse con una punta di felicità sulla voce. Mi fermai solo un attimo, sentivo l'indecisione di White farsi largo anche nella mia mente: voleva ucciderlo, ma sapeva che non avrebbe portato a nulla.
-"Buonanotte Xeno"- sussurrai.
Poi velocemente scesi al piano di sotto e continuai a camminare decisa ad andare via da quella casa infernale, poi mi fermai di colpo fissando la porta al mio fianco: la mia.
Entrai nuovamente, stavolta del tutto, e mi diressi verso il mio corpo che riposava serenamente. Con passo lento, ma allo stesso tempo deciso, mi avvicinai e mi sedetti a pochi passi da me. Potevo scorgere il mio viso contratto in una smorfia; sentivo dolore, ma non veniva da White, ma da me. Sentivo la mia mente in fiamme mentre mi guardavo e la sensazione peggiorava da minuto in minuto. White cercava di star fermo, ma anche lui sentiva il dolore che provavo: in fin dei conti eravamo collegati, ero dentro di lui, sentivo ciò che provava, sentivo il suo dolore... E lui sentiva sicuramente il mio.
Stavo per esplodere, dovevo svegliarmi e così cercai di riprendere il possesso del mio corpo. Osservavo il mio viso barrare gli occhi violentemente mentre dalle mie labbra uscivano dei gemiti strozzati. Dovevo svegliarmi, subito!

Alzai di scatto la testa e cominciai a respirare affannosamente, ancora scossa dall'incubo appena vissuto. Ero sudata, accaldata, dolorante, ma sopratutto terrorizzata: sembrava tutto così maledettamente reale. Cercai di calmarmi: respirai a fondo più volte e poi mi alzai.
Mi girai verso la porta e rimasi paralizzata: accanto alla mia sedia, c'era White che mi fissava con uno sguardo vigile ma glaciale.
-Wwwhite?- dissi un po' esitante.
Ci guardammo dritti negli occhi e mi persi a fissare quel verde e quel blu.
"Non entrare più nella mia mente" sentì rimbombare nella mia testa.
Mi portai le mani alla tempia per lo stupore, era come se fosse stato un mio pensiero.
-"Non entrare più nella mia testa"- stavolta la voce proveniva da davanti a me, era diversa da quella degli umani ma comunque reale, era come quella che avevo nel mio sogno.
Fissai il cane confusa e sicura di essermelo immaginata.
-"Non farlo mai più"-.
Stavolta le avevo viste muoversi: le sue labbra si erano mosse. Mi ripresi e mossi un passo per afferrarlo, non potevo lasciarmelo sfuggire, non di nuovo. Inoltre ero abbastanza sicura che l'unico modo per svegliarmi definitivamente fosse toccarlo... Però lui non era più lì. Il sole era entrato dalla finestra e, con i suoi raggi, era svanito. Mi toccai un po' gli occhi mentre sentivo un forte mal di testa.
"Sicuramente Caroline stamattina mi ha drogato..."

il cane del tempo #wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora