Capitolo 22

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Pov Stefano


Quel giorno affrontammo a larghi passi la strada del ritorno, un po' per la fame, un po' perché, avendo parecchio da studiare, volevamo incontrarci prima possibile nel pomeriggio. La giornata era grigia e incominciò a piovere, allora io aprii il mio ombrello, che piccolo com'era copriva a stento le nostre teste. Ridemmo insieme.


Ci stavamo avvicinando ancora, coordinando i passi e diventammo una persona sola. Roberto accostò il capo a quello mio. Nell'aria bagnata e ripulita dalla pioggia, gli odori divennero più forti ed anche i nostri sensi si fecero più acuti. Io avvertii più forte di tutti gli altri il profumo di Roberto: era una fragranza muschiata, di giovinezza, di vigore, assieme al suo alito e all'odore di capelli bagnati.



Pov Roberto


Io percepivo Stefano attraverso i suoi movimenti e ne sentivo l'odore, che era di pelle lavata, di borotalco e per me era insolito e affascinante.


Anche se pioveva a dirotto, quel giorno giungemmo troppo in fretta in cui ci lasciavamo e ci ritrovavamo al solito posto, sciogliendoci dall'abbraccio affettuoso che ci aveva uniti sotto l'ombrello. Cercammo di ripararci sotto un balcone piuttosto largo.


"Piove troppo, ti accompagno a casa".


"No, non fa niente: Tanto quell'ombrello è così piccolo che ci si bagna lo stesso".


"Non dicevi così quando ci stavi sotto", Stefano sorrise.


"Ma io stavo sotto per un altro motivo", dissi io serio.


Stefano non rispose a quell'allusione, io non continuai nello scherzo, perché Stefano ne rimase turbato. Dopo tutta la sicurezza di quei giorni, fui scosso da un dubbio: mi chiesi quanto avanti ci saremmo potuti spingere insieme.




Pov Stefano


La mi unica esperienza si fermava a una condivisione fisica dell'amore ed era un'esperienza totalmente diversa da quella che ora stavo vivendo. Avrei condotto Roberto per mano fino al punto che io avevo raggiunto con Simone, ma oltre cosa c'era? Potevamo davvero sperare nella felicità per tutta la vita? Potevamo farlo insieme?


Mentre questi pensieri mi attraversavano la mente, il mio viso assunse espressioni che incuriosirono Roberto.


"A che stai pensando? Hai fatto una faccia?"


"A niente d'importante. Non c'è niente..." interruppi e completai per me la frase, pensai e me ne convinsi: non c'era nulla ormai che non potessimo affrontare insieme.


"Verrò presto!" Gridò Roberto, correndo rasente ai muri, riparandosi sotto i balconi. Si voltò ancora a guardare me: "verrò prima del solito!" Gridò ancora e con una mano si sfiorò le labbra. Si trattava di un bacio.

Il cielo è blu oltre le nuvoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora