Capitolo 13

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La sera, dopo aver chiuso il bar, torno a casa con Ermal.
"Bea?"
"Si?"
"Ti va di fare lo stesso gioco dell'altra volta?"
"Va bene" sorrido prendendo delle patatine dal sacchetto.
"Vita" dice Ermal rubandomi le sue patatine dalle mie mani.
"Si viaggiare di Battisti"
"Uh bellissima canzone"
"Già io adoro Battisti, tu a cosa pensi? Non perdere tempo per pensare baro!"
"Isn't she lovely di Stevie Wonder" dice ridendo
"Anche questa una bellissima canzone"
"È vero"
"Beh allora libertà a cosa pensi?" Ermal inizia a canticchiare una canzone
"Bella e come si chiama?"
"In realtà non lo ricordo, non ricordo nemmeno quando l'ho ascoltata però mi é venuta in mente questa canzone... Spero almeno che le parole siano giuste" ridiamo mentre prova a rubarmi ancora altre patatine
"Ladra, allora tu a cosa pensi con libertà?"
"A modo tuo di Ligabue"
"Hai un idea strana eh, perché?"
"Non lo so forse perché mio padre e mio fratello mi stavano attaccati in modo che nulla potesse succedermi. E si, se alle volte mi piaceva perché mi faceva sentire importante e amata altre volte lo odiavo perché mi faceva sentire in gabbia. Volevo la possibilità di cadere, farmi male, piangere e rialzarmi..." Adesso però darei di tutto pur di sentirmi chiusa da loro in quella gabbia d'oro.
"Ti capisco, anche io sono stato e sono protettivo con la mia sorellina e mia madre... Lo ero anche con mio fratello..."
"Perché lo eri?"
"Abbiamo litigato a causa di una ragazza"
"Sei serio? E non vi parlare più?"
"Si, parliamo, più o meno, no, forse no, non parliamo più..." sospira
"Non so come sia successo ma nulla è più importante della propria famiglia... Dovresti parlargli e chiarire"
"Beh un giorno lo farò"
"Deve essere un giorno vicino però non lontano"
"Lo giuro, uno di questi giorni chiariremo"
"Per Natale magari"
"Hai ragione, per Natale lo inviteró insieme a mia madre e la famiglia di mia sorella e chiariremo, così potrò anche presentarteli"
"Cosa?"
"Oh non vuoi passare il Natale con me?"
"Io, veramente io pensavo di andare a trovare mio fratello" bugia.
"Si ma ci possiamo vedere no? Abitiamo entrambi a Milano mica dall'altra parte del mondo"
"Si, hai  ragione" sorrido
"Bene, tentare, a cosa pensi?"
"Icaro dei gemelli diversi"
"Uh non la conosco ma sono sicuro di sapere chi è il tuo cantante preferito"
"Ah si? E chi?"
"I gemelli diversi... in ogni risposta ci sono le loro canzoni" ride
"Lo vedi che sei babbo però?"
"Cosa? E perché scusa?" Fa il finto offeso
"Perché il mio cantante italiano preferito è tiziano ferro e Battisti mentre il mio gruppo italiano preferito è i gemelli diversi" rido facendogli la linguaccia
"Hai ragione, sono babbo" dice per poi scoppiare a ridere
"Però non mi hai detto a cosa pensi tu"
"Io penso a man in the mirror"
"E perché?"
"Non lo so, cioè penso che sia perché Michael nella canzone dice che per cambiare il mondo bisogna prima cambiare se stessi e io lo vedo come un tentativo...."
"Interessante" sorrido
"Bene ora tocca a me, giusto?"
"Giusto, sii buono" dico sorridendo
"Uh vediamo... Che canzone ti viene in mente pensandomi?"
"La prima che mi viene in mente è naturalmente quella che hai cantato ma se ci penso direi ancora tu di Battisti"
"E perché ancora tu?"
"Perché ogni volta che ti vedevo pensavo ma ancora tu?  E quindi mi viene in mente la canzone di Battisti"
Ermal si lascia scappare una risata
"E tu? A quale canzone pensi quando mi pensi?"
"Il Mostro de la fame di Camilla"
"Non la conosco..."
"Se vuoi posso fartela sentire" annuisco incapace di dire niente
"Vieni con me allora" con timore e delicatezza Ermal prende la mia mano per poi guardare la mia reazione, come se fossi un animale selvatico. Ma non reagisco, lo guardo e mi alzo dalla sedia
"Siediti qui, accanto a me" Ermal prende la sua chitarra e si siede, poi inizia a far vagare le prime note nell'ampia stanza e subito dopo la sua bellissima voce inonda la mia anima.
"Trema qui di fronte a me, stringe i pugni per non piangere. Chiude gli occhi e pensa che sia solo un incubo distante. Finge di essere così dura, forte, senza lacrime. Ma io so che è fragile e per questo lei odia me..."
Non resisto più, non ci riesco, mi alzo e corro via. Mi chiudo in bagno e scoppio a piangere. Quella canzone mi ha trafitto il cuore. Quella voce e quelle parole sono entrate nella mia anima e hanno spazzato via tutto ciò che avevo costruito per proteggermi. All'improvviso quella fortezza indistruttibile costruita con mattoni e cemento è diventato un banalissimo castello fatto di sabbia. Tutto era crollato in un secondo ed io ero sfinita.

Piccola Anima Disobbedisci Perché è Vietato MorireWhere stories live. Discover now