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Charlotte si risvegliò ansimante. Era... in un letto. Oh, per fortuna, è stato solo un sogno. Tirò un sospiro di sollievo. «Certo. Non poteva essere reale.» Fece per girarsi nel letto per controllare l'orario, ma sentì un dolore lancinante al braccio. La ragazza cominciò a sudare freddo; cominciò a tastare la parete in cerca di un interruttore della luce. Ne trovò uno che spinse con forza. Si trovava in una stanza spoglia, dalle pareti bianche. Di fianco a lei altri tre lettini. Sembrava una sala di un ospedale. Il lettino alla sua destra era vuoto, quello alla sua sinistra era occupato da una persona con la faccia maciullata, che però respirava ancora.    Allora si doveva trovare nel reparto chirurgico di un ospedale. Le mancò il respiro. Allora era tutto reale... oppure era appena uscita da un coma e non si ricordava niente, e quello che aveva pensato di vivere la sera prima era frutto del coma, appunto. Ma questo non spiegava come mai si trovasse nel reparto chirurgia. Sì controllò il braccio e si sentì quasi svenire. Aveva dei punti dove si vedevano dei evidenti segni di un morso che sembrava quello di un lupo, ma sembrava troppo grande per essere di un lupo normale. Cominciò a fare dei respiri profondi per provare a tranquillizzarsi, quando sentì una voce, una voce a lei molto familiare, dirle da dietro di lei: «Ti sei svegliata, dormigliona!» Charlotte si girò di scatto e trovò l'ultima persona che si sarebbe mai aspettata di incontrare. Eugin.

Eugin stava guidando la sua macchina attraverso le Blue Hills, stando circa a duecento metri da Charlotte. Ad un certo punto vide la ragazza che si fermava e scendeva dalla bicicletta. Aveva una gomma bucata. L'uomo si fermò ad aspettare che riprendesse a camminare, per poi ripartire... ma ECCO! Un'ombra che usciva dai campi di grano e che cominciava ad inseguire la ragazza. Eugin vide che Charlotte, però, stava accellerando, si era resa conto di essere inseguita. «Brava ragazza!» L'uomo mise immediatamente in moto e cominciò ad inseguire velocemente le due ombre che correvano. «Dannazione!» Le ruote gli si erano bucate! Ovviamente faceva parte del piano dell'ombra dietro a Charlotte. Non erano per la ragazza, le punte, ma per lui! Eugin ringhiò di rabbia e aprì con forza la portiera e cominciò a correre, mentre nella corsa si trasformava in lupo. Stava quasi per raggiungere la porta di casa di Charlotte, quando sentì l'ombra dire «Bentornata nella dannazione e nella malattia, Charlotte Skystorm.» E capì che era troppo tardi. Con ira, saltò addosso al lupo mannaro, squartandogli la schiena e prendendogli la faccia e facendola a pezzi, spargendo sangue e brandelli di carne ovunque, mentre l'untore urlava di dolore. Quando Eugin fu certo che non avesse più forza di tornare in piedi, ritornò umano mentre camminava verso Charlotte, per poi medicarla e metterle una pezza fredda sul morso. C'era il 50% di possibilità che la ragazza non si ammalasse. Trascinò la ragazza nel boschetto vicino alla casa e scrisse un biglietto per la madre di lei: "C'è stato un problema, ma ora Charlotte sta bene. Richiamami e ti spiego" Rimase sveglio per ore, aspettando delle prove evidenti della malattia. Stava per tirare un sospiro di sollievo, quando tutto il braccio di Charlotte cominciò ad avere la pelle d'oca, e uno spicchio di pelle non cominciò a impallidire, mostrando uno spicchio di luna. Charlotte era stata marchiata. Eugin aveva fallito. La ragazza era diventata un lupo mannaro.

Charlotte gettò le braccia al collo di Eugin e cominciò a piangere «Almeno ci sei tu in tutto questo inferno... ma ora spiegami che è successo.» Il vecchio le rivolse un sorriso sbilenco. «Charlotte, Charlotte, mi dispiace tanto.» «Eugin! Che cosa è successo? Non piangere, spiegami...» «Charlotte Skystorm.» Sulla porta apparve un ragazzo con la faccia scura e gli occhi a mandorla «Sono io.» «Sono Den Knightley. L'Alfa ti vuole incontrare.» «L'Alfa? Ma chi è? Eugin, ti prego, spiegami che cosa è successo, ti prego..» «Ti lascio in buone mani, Charlotte.» «NO! Eugin! Ti prego, resta con me!» «Mi dispiace. Non posso.» Il vecchio girò il volto dall'altra parte, gli occhi lucidi. «Grazie, Den, vai pure.» La ragazza uscì con gli occhi sgranati. «Che mi succederà?» «Niente, tranquilla. Anche io ero un po' in ansia, ero parecchio sballato.» «Eri parecchio sballato quando?» «Quando sono diventato un lupo mannaro.»

The Heir of the MoonWhere stories live. Discover now