12.

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Ci mette un po' a riprendersi. Man mano le lacrime si diradano, rimangono i singhiozzi che le scuotono tutto il corpo e un muco denso che si è arenato all'inizio della gola e non scivola via, nonostante deglutisca di continuo. Poi anche i singulti si placano, sostituiti da gemiti che si fanno sempre più radi. È Michele, nel suo abbraccio, che la sta aiutando a calmarsi. Il calore che le trasmette va a rinforzare il fuocherello nel petto e il calore permea le ossa e i muscoli. Si rilassa, arriva quasi ad addormentarsi; solo un pizzico dell'euforia che sentiva dal mattino è rimasta a tenerla vigile.

A cena si siedono vicini. Anna sente il cuore che martella, le mani che sudano. Non riesce a mangiare niente a causa di un blocco allo stomaco, se ne sta tutto il tempo a giocherellare con le posate, sfregando l'una contro l'altra. Alla fine, quando arriva la frutta, le sue dita sfiorano quelle di Michele, e un sussulto la prende al petto.

Poi si alzano, si scambiano un sorriso. Domani toccherà a lui raccontarle la sua storia, ricorda in quel momento, ed è felice. Però, a guardarlo negli occhi grigi, la prende un'inquietudine profonda che striscia sotto la pelle.

Va a letto esausta. Ormai ne è sicura: non sognerà il ragazzo col berretto, quella notte. E nemmeno quella dopo, o quella dopo ancora: è riuscita finalmente a seppellire quei fantasmi. Si accorge con stupore che non ha nemmeno più quella smania, che pensava ormai legata al suo sangue, di scoprire la verità; dev'essere stato quel pianto nervoso, si dice. Prova una stretta di vergogna al cuore quando ripensa che ha pianto sulla spalla di Michele, ma la cosa non riesce a preoccuparla: è troppo serena, rimanderà ogni ansia a domani.

Domani. Fino a qualche giorno prima, avrebbe pensato: che parola orribile. Perché la sua vita era ieri, nella figlia che ha perso, nel dolore che l'ha maciullata, nei tremori delle notti con quell'unico sogno. Adesso però le sembra un suono nuovo, affascinante.

Domani. Se lo ripete. Cerca di immaginarsi il futuro e prima di tutto si vede fuori dalle mura di quella casa di riposo. Da quanto tempo non va al mare? Crede di non esserci mai andata dalla morte di sua madre. Quasi venti anni. Una vita intera, si dice. Le viene in mente il rumore delle onde e lo scintillio dell'acqua che riverbera il sole, ma non è sicura che i suoi ricordi siano precisi.

E, in quelle fantasticherie, non si vede sola. C'è una mano nervosa che stringe la sua, degli occhi grigi che la guardano senza mai sbattere. Si dà dell'idiota, si dice che non dovrebbe nemmeno pensarci, ma non riesce a darsi retta. Si abbandona a un sorriso, cullata da quell'immagine. Proprio prima di cadere in un sonno pesante, ancora in bilico tra la veglia e l'incoscienza, un'immagine le se stampa in testa. La vedrà per tutta la notte, avvolta da una luce strana che fende il sonno.

Un paio di occhi grigi che sorridono. In fondo alla pupilla, non c'è nessun'ombra a incrinarne la dolcezza.

Il ragazzo col berrettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora