As Cities Burn

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La porta sbatté dietro Yuuri mentre spingeva Victor nella stanza, sigillando in essa i loro segreti, bloccandoci dentro tutta la tensione che in quel momento stava nuovamente infuocando il sangue di Yuuri.

Victor stette al gioco con una curva ferina sulle sue labbra  mentre Yuuri lo spingeva nuovamente nel doppio letto al centro della stanza. Un piumone di puro cotone con solo un cuscino a persona, semplice, se non fosse per la persona più complicata sul pianeta che gattonava all'indietro per sistemarsi contro la testiera.

Ancora del tutto vestito in tutta la sua gloria, la linea compressa dei suoi pantaloni che correva lungo la cima dei muscoli delle cosce mentre le allargava in aperto invito, la cravatta impeccabile e con i bottoni ancora troppo al posto, come se volesse beffare Yuuri nascondendo al di sotto il premio.

Anche dietro le porte chiuse, a Victor a volte ancora piaceva fingere, gli piaceva giocare a quel gioco dove l'irremovibile Victor Nikiforov era colui che aveva ancora ogni oncia di controllo sulle punte delle dita, e quindi fece un cenno a Yuuri con nient'altro a parte gli occhi socchiusi e un ghigno sicuro di sè che invitava Yuuri a fare del suo peggio.

Mai e poi mai Yuuri avrebbe rifiutato un'offerta come quella, perchè per quanto intimidatorio e imponente fosse Victor in quel momento, sebbene sembrava che potesse ordinare al cuore di qualcuno di smettere di battere senza pensarci due volte, come se potesse farti volere inginocchiare e baciare i suoi piedi; Yuuri lo sapeva che era in quel modo per via del gioco, perchè dopo Victor singhiozzò il suo nome mentre il suo bisogno di continuare da dove si erano interrotti prese il sopravvento.

Fu così che Yuuri avanzò a carponi sul letto verso di lui, sopra di lui, le ginocchia piantate ai lati dei fianchi di Victor, le mani in cima sul bordo della testiera così da incombere sul suo viso per guardare più da vicino tutto ciò che era suo.

Non sarebbe mai capace di superare tutto ciò: la linea della sua mascella o la curva delle sue labbra, il perfetto colore della sua pelle o le sue spesse sopracciglia argentate che servivano solo per far affondare nelle profondità del suo essere. La lentiggine solitaria che aveva sullo zigomo sinistro, la striatura di blu nelle sue iridi che non sembravano mai la stesse la volta dopo che le guardavi.

"A volte non penso nemmeno che tu sia una persona reale", commentò laconicamente Yuuri mentre l'aspettativa si bloccava nella sua gola, perché ogni volta la realizzazione che potesse davvero esistere qualcuno al quale teneva così tanto non mancava mai di sbalordirlo. Era terrorizzante.

"Non puoi baciare ciò che non è reale, Yuuri", allora suggerì Victor con uno sbuffo divertito, e dopo il tocco delle sue dita, leggero come una piuma, trovò la nuca di Yuuri per sospingerlo vicino, per portare le loro labbra insieme in baci flebili finché non fu chiaro che Yuuri non si sarebbe fermato.

Le mani di Victor caddero ai suoi lati mentre Yuuri lo baciava più profondamente, a bocca aperta e casto e non abbastanza profondamente per i gusti di Victor. Era divertente far stringere a Victor le lenzuola per  la frustrazione, divertente farlo ringhiare mentre Yuuri si spingeva via e a tracciava invece morsetti coi denti e baci giù per la sua mascella.

Yuuri tirò il nodo della cravatta di Victor mentre lavorava sulla pelle accaldata della carotide di Victor, tirando la seta finché non si allentò abbastanza da lasciargli sbottonare il bottone in cima, e il bottone dopo, e ogni altro bottone finché arrivò all'elastico dei suoi pantaloni.

Fu allora che Yuuri non poté combattere la voglia di dare un'altra occhiata, non poté trattenersi dal sistemarsi nuovamente sulle ginocchia per vedere lo sguardo famelico di Victor che lo fissava con impazienza e la maschera di Victor Nikiforov che non aveva nemmeno un'oncia di qualcos'altro al di sotto, esigendo che Yuuri continuasse.

Masquerade - Vikturi (Italian traduction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora