'Litlaus - Attenta a ciò che desideri vedere' di Saintjupiter

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Fa': imperativo presente seconda persona singolare. Ci vuole l'apostrofo perché è l'abbreviazione di "fai".

- Altro. Stai attenta alle D eufoniche: esse vanno messe solo nel caso la parola che segue la preposizione inizi con la stessa lettera di quest'ultima.

- Infondo è voce del verbo infondere, mentre va usato "in fondo" se si vuol dare l'altro significato.

2. Narrazione:

- Terminologia. Il lessico utilizzato è molto ampio, di certo non manca di eleganza. La terminologia ha un suono quasi musicale e non è statica al significato denotativo, anzi, le parole vengono utilizzate nelle più svariate forme. Vi sono termini e frasi che vengono riproposti in diverse occasioni, ma è una caratteristica di quasi tutti gli autori. Non sono presenti ripetizioni, ulteriore prova di quanto detto prima.

C'è solo qualche sottigliezza da segnalare:

Il viavai di persone davanti ai suoi occhi scandito dal ticchettare di un grosso orologio a muro solo un passatempo: [..]

Pensiamo che qui manchi un verbo, perché la frase non sembra avere senso senza. Se la si voleva collegare con il verbo della frase precedente (visto che le due sono separate da un punto e virgola) la scelta è discutibile e un po' forzata, sarebbe meglio cambiare.

M'intimiva a parlare, a salvarlo, ma non lo feci. -> dopo i verbi di comandare come questo di solito ci va "di", visto che reggono la proposizione oggettiva.

"Manco" col significato di "neanche", o "nemmeno" è una forma utilizzata quasi esclusivamente nel parlato (soprattutto al sud), e nello scritto leggermente rozzo e gergale, pertanto ti suggeriamo di sostituirla con un termine più in linea con il lessico generale.

- Descrizioni. Le descrizioni sono davvero qualcosa di sublime, perché non spezzano minimamente la narrazione, anzi, la fanno risultare ancor più fluida, se possibile. Si può avere dettagli precisi e minuziosi su tutto l'ambiente che ci circonda, senza però togliere nulla alla fantasia del lettore.

Le descrizioni, come detto prima, sono parte stessa del racconto, non risultano minimamente pesanti, anzi. Creano un'atmosfera tetra e lugubre quando necessario. Viene creato il giusto equilibrio tra l'assenza completa di descrizioni nelle scene più colme di suspance, e nella narrazione normale. Questo tipo di stile non spezza il ritmo in sé, in quanto il lettore stesso si sente agitato nei momenti di maggior tensione, e se la lettura fosse appesantita, si perderebbe in poco tempo quella atmosfera cupa che era venuta a formarsi.

- Dialoghi. I dialoghi sono perfettamente integrati, e tranne per qualche refuso che ti abbiamo mostrato prima, non c'è altro problema.

Ogni discorso è sensato e ben pensato, non c'è il rischio di mettere troppo, ma nemmeno troppo poco. Non vengono date informazioni superflue che potrebbero appesantire la lettura, anzi, si legge tutto molto volentieri in poco tempo.

Dai dialoghi stessi si può capire la psicologia evoluta e spessa di ciascun personaggio, perché non sono solo le descrizioni a darci un'idea su di essi, ma anche il modo in cui parlano e si atteggiano con gli altri che ci fa capire di che pasta son fatti. Possiamo dirlo, si tratta soprattutto di Gaël, il misterioso (e adorato) personaggio maschile. Non sappiamo molto del suo carattere, ma grazie ai piccoli riscontri tra lui e Lòreley, possiamo capire il suo comportamento, o, almeno, parte di esso.

È da notare la sottile nota di sarcasmo e pungente ironia che caratterizza molti dialoghi, soprattutto i rapidi scambi di battute. Hanno un ruolo molto importante, anche se può non sembrare, perché aiutano il lettore a distendersi e immergersi meglio nella lettura. Sono dosati anche bene, quindi danno un respiro a chi legge rispetto a determinate situazioni pesanti da digerire (in senso buono) che si stanno affrontando in quel momento, senza però risultare fuori luogo.

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