Chapter 5||I See What's Mine And Take It.

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Emperor's new clothes - Panic! At The Disco.

Calum mi porge un bicchiere d'acqua, osservandomi come un genitore fa quando il proprio figlio prende un richiamo dai professori. E questo non fa altro che farmi sentire ancora di più una merda. Bevo metà dell'acqua nel bicchiere prima di guardarlo e sospirare. «Quando la smetterai di guardarmi così?» Chiedo al moro, che non accenna a cambiare espressione. «Insomma Ashton! Non hai più 18 anni! Dovresti saper controllare qual è il tuo limite alcolico!» Si appoggia con le braccia all'isola della cucina, continuando a guardami con quello sguardo scettico che non ha mai tolto da quando sono salito nella sua macchina. «Non penso si dica "limite alcolico".» ridacchio all'espressione utilizzata da Calum, ma questo non fa che farlo infuriare ancora di più. «Bene, allora la prossima volta che ti ridurrai così, e mi auguro per te che non succeda di nuovo, chiama un tuo amico più colto!» Ribatte accigliato iil moro, allontanandosi dall'isola della cucina. Fa per andarsene, se non fosse per me, che lo ritiro indietro, facendolo finire tra le mie gambe. «Su Calum, sei peggio di mia mamma! Stavo solo scherzando.» dico, girandolo in modo da avere i suoi occhi sui miei. Le sue guance sono leggermente rosse mente parlo. «E comunque grazie per essermi passato a prendere.» Lui sorride sotto i baffi, cercando di mantenere la sua arrabbiatura. Dev'essere sicuramente l'alcool a spingermi verso Calum, che mi osserva leggermente spaventato ma anche con un po' curiosità, e postargli un leggero bacio sulla guancia. Diventiamo entrambi rossi, rendendoci conto di quello che è successo. «Ehm... io... torno subito.» balbetta Calum, correndo nella sua camera. Sbuffo passandomi una mano tra i capelli, diventati decisamente troppo lunghi. Cosa sto combinando? Lottie, dovevo riprendermi Lottie, non diventare gay! Così, senza preavviso, me ne vado, deciso a riprendermi Lottie a tutti i costi.
Vedo ciò che è mio e me lo prendo.

La Boutique era sempre uguale, ma mancava lo stesso qualcosa. E quel qualcosa era Lottie. Ora mi sembra di essere un estraneo a questo posto, nonostante lo conosca benissimo. Non mi sento più legato come prima e anche la mia - quasi - amicizia con Marinette sembra essere sparita, perché mi guarda con uno sguardo che potrebbe tagliare qualsiasi cosa. «Che vuoi? Non ti è bastato scaricare brutalmente la tua ragazza, rovinarle il lavoro e abbandonarla alla strada? Fortuna che ora è a Milano a realizzare finalmente il suo sogno. E ha al suo fianco una persona che le vuole veramente bene e che non cerca di distruggere qualsiasi progetto lei faccia!» Sputa acida. «Quanto prima ti sei preparata questo fantastico discorso che mi fa sembrare un emerito stronzo cazzone?» le chiedo con un sorriso strafottente sul viso. Ora che ci penso, Marinette non mi è mai stata così simpatica come credevo. Forse era anche questa solo un'idea di Lottie, che mi aveva convinto a vedere del buono in lei. «Ti fa sembrare?» Ripete incazzata, girando attorno al bancone per venire faccia a faccia con me. «Le hai rovinato i progetti per Milano,» mi punta il dito contro. «L'hai lasciata solo perché non sai gestire la tua fottuta gelosia,» mi punta ancora l'indice contro. «L'hai lasciata senza casa e, se non fosse stato per Michael, a quest ora sarebbe a Melbourne con i suoi genitori e ciao ciao moda!» Finisce guardandomi con uno sguardo di fuoco, il dito ancora appoggiato al mio petto. I suoi occhi azzurri hanno perso tutto ciò che di bello c'era, sostituito dalla rabbia. «Lei è andata da Michael? Stai dicendo che vivono insieme?» Chiedo stupito, sentendo la gelosia ribollire in me. Marinette alza gli occhi al cielo, sbuffando sonoramente. «Vedi come fai? Le hai sabotato la possibilità che aveva per andare a Milano. L'hai ferita.» fa una pausa, riprendendo fiato. Mi guarda con occhi addolorati. «L'hai lasciata Ashton. E non potevi aspettarti che lei si rovinasse la vita per stare ad aspettarti, ha preferito andare avanti, non la biasimo, e neanche tu dovresti, piuttosto dovresti andare avanti come ha fatto lei.» Abbasso lo sguardo, sentendo la rabbia verso Michael e Lottie andarsene. Piuttosto, sono arrabbiano con me stesso. «Sai se lei e Michael...» chiedo sconfitto. Lei scuote la testa in segno di negazione. «Le se è rotto il telefono. Non so quale sia il nuovo numero. E...» cerca di dire, di nuovo accigliata. «E non mi avresti dato il suo numero. Grazie lo stesso!» continuo la sua frase, girandomi ed andando nell'unico posto il cui sto bene. Con Calum.

«Ash, che succede? Prima sei andato via senza preavviso. È tutto okay?» mi chiede, aprendomi la porta e invitandomi ad entrare. Indossa un paio di pantaloni della tuta grigio chiaro e una maglietta semplice a maniche corte di un grigio più scuro.
Ed è in quel momento che capisco. Calum è colui che mi è stato vicino mentre non stavo bene. Si è avvicinato a me ed entro entrato nella mia vita, così senza preavviso. Si è offerto di aiutarmi quando neanche ci conoscevamo e la sintonia che abbiamo ora sembra quella di due amici che si conoscono da una vita.  Con Calum sto bene, mi riesce a liberare dai pensieri negativi. A volte, quando io e Calum siamo insieme, mi dimentico persino che io e Lottie ci siamo appena lasciati. Mi sembra di conoscerlo da una vita, quelle amicizie che, infondo, sono più di una amicizia.

E ora come lo spiego ad un ragazzo di essere attratto da lui?

Broken Heart [Ashton Irwin]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora