Terza Manche

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Pioche, Contea di Lincoln (NV), 1867

STORICO

Jack si buttò sulla piccola sedia di legno, sospirando. Si tolse il cappello sdrucito e la vecchia giacca marrone e li lanciò sull'appendiabiti.

-È pronto da mangiare? Ho una fame da lupi.

Sarah sorrise dolcemente. Si alzò con calma e prese del pane di granoturco, lo mise in un tovagliolo di stoffa e lo ripose sul tavolo di legno, tra due alte candele bianche. Jack si protese per rubare qualche fetta, ma Sarah lo fermò. Si accomodò alla sua destra e gli porse una mano.

-Cosa c'è?

-Prima dobbiamo pregare.

Jack alzò gli occhi al cielo, ma prese le piccole mani di Sarah tra le sue.

-Signore,- disse Sarah sorridendo, -ti ringraziamo per il cibo che oggi ci doni. Preghiamo per tutti quelli che non ne hanno e... Jack?

Jack mosse i piedi sotto al tavolo e si sistemò sulla sedia. Cercò gli occhi grigi di Sarah, poi abbassò lo sguardo sul suo piatto vuoto.

-Preghiamo per questa piccola colonia e per i suoi abitanti, perché possano godere a lungo dei frutti di questa terra inospitale.

-Amen.

-Amen.

I due ragazzi sciolsero le mani con un lieve fruscio e Jack iniziò a mordere il pane con foga.

-È stata dura, oggi?- chiese Sarah, posando un po' di chili nel suo piatto e in quello di Jack. Si alzò e posò la pentola sul piccolo cucinino dietro di lei, poi prese i fagioli e servì anche quelli. Quando aprì la piccola finestra che dava sulla strada, dall'altra parte della stanza, fu investita da una ventata di aria torrida.

Jack si passò una mano sulla fronte sudata.

-Abbastanza, sì. Picchiare a mano è durissima, ma ci sembra di essere vicini a un grande deposito di argento.

-Ancora un paio d'anni e forse...

Jack sorrise con amarezza.

-Oh, Sarah, non abbiamo così tanto tempo! Dopo le ultime incursioni degli indiani, la diligenza passa sempre più di rado e intorno a noi c'è solo deserto. Ci considerano già una città fantasma.

-Gli uomini sono pochi, Jack, e stanno facendo del loro meglio. Abbiamo ottenuto così poco argento, in questi quattro anni... il reverendo dice che presto bisognerà abbandonare la colonia.

-Ancora prima che nasca?

-Non abbiamo di che vivere, Jack.

-Ma...- Jack chiuse gli occhi, trattenendo le lacrime. Che razza di uomo piangeva davanti ad una donna?

-Ma questa è casa mia,- sussurrò.

Sarah mise la sua mano su quella di Jack e gliela strinse.

-Lo so, caro, lo so.

I due ragazzi si scambiarono uno sguardo fugace e ripresero a mangiare in silenzio. La luce del primo pomeriggio inondava il piccolo tavolo di legno e sopra di esso una bufera di granelli di polvere danzava nei raggi del sole.

Jack fece un gran respiro. La mano con cui impugnava la forchetta tremava leggermente.

-Forse c'è un modo.

Sarah puntò i suoi occhi grigi i quelli neri di Jack.

-Per fare cosa?

-Forse possiamo salvare la nostra casa.

 Il Mercante di Storie (TWWG2017)Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu