Sento la porta aprirsi e alzo gli occhi giusto il tempo di intravederne due verdi che mi fissano, non riesco a ricambiare lo sguardo, gli occhi mi si riempiono di lacrime e li abbasso tornando a guardare quelle due maledette striscette.

Sento la mia migliore amica avvicinarsi cauta a me ma continuo a tenere la testa china, mi limito a passarle il bastoncino.

«Cazzo! Oddio, scusa... vedrai che andrà tutto bene», cerca di rimediare al suo burrascoso commento iniziale.

Finalmente riesco a guardarla in faccia. «No che non andrà tutto bene, ho solo 17 anni! I miei mi uccideranno!», non riesco più a trattenere le emozioni.

Linda si mette in ginocchio di fronte a me e mi abbraccia. Nascondo il viso nel suo petto e ricomincio a piangere, sempre più forte.

«L'ho fatto solo una volta, per che cazzo è dovuto succedere? Avevamo usato pure...», mi interrompo per trattenere un singhiozzo, «abbiamo usato precauzioni ma poi si è bucato. Lui diceva che era...», prendo un respiro profondo, ricordando quel momento, «che era uscito prima. Non... non pensavo...», non riesco a parlare, un po' per l'imbarazzo, un po' per la situazione e ricomincio a piangere.

«Sono cose che possono accadere Sara», mi accarezza una spalla, «Qualsiasi cosa tu decida di fare sappi che sono qui per aiutarti», mi stringe più forte a se, soffiando quell'ultima promessa contro i miei capelli.

Mi faccio coraggio e la guardo negli occhi.

Linda è la migliore amica che si possa desiderare, è più grande di me di 5 anni ma siamo più che amiche, siamo come sorelle, e quando dice che lei ci sarà sempre, qualsiasi cosa decida di fare, le credo, so che è così. Lei e suo fratello, Andrea, sono la cosa migliore che potesse capitarmi nella vita, so che, qualsiasi cosa accada, loro saranno lì per aiutarmi.

«Grazie...».

Torna a stringermi, anche lei con lo sguardo vitreo, e restiamo così per un paio di minuti, o forse un po' di più, non saprei, non ho più la cognizione del tempo.

Quando due colpi secchi battono sulla porta ci stacchiamo lentamente.

« Posso entrare?», senza aspettare una risposta altre due paia di occhi verdi fanno capolino da oltre lo stipite.

«Entra pure», mi sforzo di parlare, ma ho la gola secca dopo tutte quelle lacrime.

«Beh,allora... è un sacco di tempo... si, insomma, è un sacco che siete qua dentro. Come...», balbetta Andrea.

«Sono incinta» lo interrompo, rendendo reali quelle due lineette.

3 anni dopo

Sono passati tre anni da quando ho scoperto di essere incinta, all'inizio ho pensato che tutto ciò mi avrebbe rovinato la vita ma, ora che vedo la mia piccola Emma crescere, sono la ragazza ,anzi no, la mamma più felice del mondo.

Una volta uscita da quel bagno avevo deciso di andare a parlare con Luca, il donatore di sperma – si perché non è altro che quello – e indovinate un po'? Cos'è che dicevo? Peggio di così non poteva ancora andare? Mi sbagliavo di nuovo. Quel giorno andai a casa sua, perché non avrei mai potuto dirglielo per telefono, e la signora Stefani mi aprì la porta e mi disse che era in camera sua a studiare... Voi immaginate la mia faccia quando entrai nella sua stanza e lo trovai con la lingua in bocca a una ragazza della nostra scuola. Certo in camera sua a studiare... Quando si accorse di me era ormai troppo tardi, io girai i tacchi e scappai da quella maledetta casa. In quel preciso memento ero certa di tre cose: la prima, ero in cinta; la seconda, il mio cuore era in pezzi; la terza, i miei genitori mi avrebbero uccisa.

Per fortuna però non andò proprio così; Si ero incinta, si in quel momento avevo il cuore a pezzi e si i miei si sarebbero incazzati di brutto, ma quando tornai a casa e raccontai tutto a mia mamma, dopo qualche minuto di shock, mi abbracciò e mi disse che sarebbe andato tutto bene, mio padre avrebbe voluto spaccare la faccia a Luca, ma non lo fece. Linda e Andrea, invece, mi stettero vicini tutto il tempo, accompagnandomi persino a tutte le visite.

Col passare dei mesi la mia pancia cresceva sempre di più e di più cresceva il mio amore per quel fagiolino. Un mese dopo aver scoperto la mia gravidanza, per uno strano scherzo del destino, anche Linda rimase incinta, ma a differenza di Luca, Marco, il fidanzato della mia migliore amica, la amava e le stette accanto ogni istante.

Ora sono passati tre anni e non sono mai stata più felice. La mia bambina inizierà il primo giorno d'asilo, io finalmente ho terminato gli studi e Luca è sparito del tutto dalla nostra vita, ma sono felice così, Andrea ne è sempre più partecipe, da quando è nata Emma si comporta come un padre con lei e comincio a pensare di amarlo, ma quello si vedrà...

Andrea 10 anni dopo

«Emma! Muoviti o farai tardi a scuola!», non faccio in tempo a dirlo che un piccolo angelo scende le scale di corsa ed entra in cucina.

«Buongiorno angelo».

«Buongiorno papà», con un sorriso smagliante mi saluta.

Mi si riempe sempre il cuore quando mi chiama così. E' solo un anno che sono sposato con Sara, ma mi sono sempre preso cura di lei e del suo piccolo fagiolino, dalla prima volta che mi ha detto di essere incinta di quel cazzone di Luca Stefani. Ora sono passati dieci anni ed Emma è sempre più bella ed intelligente, ha la testa sulle spalle questa bambina, il mio piccolo angelo.

«Tra dieci minuti arriverà Alex e andrete insieme a scuola perché io e la mamma non possiamo accompagnarti», la informo.

Sulla sua faccetta angelica passa un'espressione buffa. «Oh mio Dio! Nooo! Ti prego no! Vado da sola...», si lamenta.

«Non se ne parla neanche! Io e la mamma abbiamo deciso così, quindi tu e Alex andrete insieme».

Alessandro, o meglio noto come Alex, o piccolo demonio, è mio nipote, il figlio di mia sorella Linda. È un mese più piccolo di Emma, Linda e Sara hanno fatto tutte quelle cose da mamma insieme e credevano che i loro bambini sarebbero stati l'uno per l'altra quello che sono loro due. Grosso errore, praticamente si odiano.

Emma è un piccolo angelo tanto quanto Alex è un piccolo diavolo, l'ultima volta che sono stati da soli per più di cinque minuti si sono presi a botte. Alex tira fuori il lato peggiore di Emma, ma purtroppo lei non tira fuori il lato migliore di lui.

«Ma è cattivo, mi prende sempre in giro e mi picchia!», sbatte un piede a terra.

«L'ho avvisato che se ti avesse fatto qualcosa non gli avrei comprato il Transformers che vuole per il compleanno. Quindi non preoccuparti, almeno per oggi si comporterà bene».

«Si, come no...», rotea gli occhi.

«Vale anche per te, signorina! Niente litigate e scenate, mi raccomando», l'avverto.

«Non sono io è lui...».

«Emma...».

«Va bene», sbuffa alzando i suoi occhietti al cielo.

Non posso fare a meno di sorridere, amo troppo il mio piccolo angelo.  

1. I FELL IN LOVE: Mi sono innamorata del mio miglior nemico - in revisioneWhere stories live. Discover now