CAPITOLO 6

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Alle sei del mattino arrivarono alla fabbrica alcuni giornalisti.

-Come fanno a sapere che noi siamo qui?- chiese Silvia

-Li ho chiamati io!- spiegò Andrea.

-Perché?- disse Mehdi.

-Se i giornalisti pubblicano un articolo sulla nostra ribellione la gente conoscerà la nostra storia e quindi non potranno più ignorarci

-Andrea sei un genio!- disse Greta.

-Forza usciamo!- disse Christian.

-Hanno pure le telecamere: finiremo in televisione!- disse Karim I giornalisti fecero diverse domande prendendo appunti sui loro block notes. I ragazzi poi tornarono all'interno della fabbrica aspettando l'arrivo degli operai. I giornalisti però non se ne andarono, ma rimasero fuori a fare delle riprese. Quando arrivarono gli operai Christian e Alessia, come avevano fatto il giorno prima, uscirono e si sedettero in mezzo al piazzale seguiti dagli altri. Nel frattempo i giornalisti riprendevano tutto.

La madre di Alessia in quel momento accese la televisione e guardò il telegiornale. Vide una giornalista che parlava davanti ad una vecchia fabbrica. "Alcuni ragazzi hanno occupato questa fabbrica ostacolando il lavoro degli operai incaricati di demolirla. In quel momento comparve un ragazzo che disse "Questa è la nostra casa, non la lasceremo per nulla al mondo" Quel ragazzo era Andrea. Alla donna venne quasi un colpo quando vide Alessia che insieme a un ragazzo si sedeva sul piazzale seguiti da molti altri. "La fabbrica si trova in periferia" disse la giornalista. Spense la televisione, prese le chiavi della macchina e uscì di casa. Salì sulla sua automobile e si diresse verso la periferia della loro città. Dopo aver vagato per le vie per circa venti minuti trovò la vecchia fabbrica. Parcheggiò sul bordo della strada e corse verso il cancello.

Alessia sentì qualcuno che la chiamava. Si guardò intorno e vide sua madre. Strinse la mano a Christian e gli sussurrò -Chris, quella è mia mamma. Cosa faccio?

-Non so, non vorrei che finissi nei guai

-Tranquillo, mia mamma è furiosa: sono già nei guai.

-Alessia! Vieni via!- gridò la madre.

-No! Questo posto per me è troppo speciale: non posso lasciarlo- rispose Alessia.

-È più importante che tu venga a casa con me!- replicò la madre.

-Mi dispiace mamma, ma in questo momento devo restare qui coi miei amici- disse stringendo ancora più forte la mano di Christian. Andrea disse- Per noi è importante. Questo posto ha cambiato la nostra vita. Negli ultimi quattro anni tutti i pomeriggi dopo la scuola siamo venuti qui. Stiamo insieme, cantiamo, suoniamo e balliamo.

-La musica mi ha aiutata a superare la mancanza di mio padre che ha abbandonato la sua famiglia- disse Mame. Alessia lasciando la mano di Christian si alzò e disse -Io sono l'ultima arrivata e anche io, come Mame, non ho un padre. Tre anni fa è stato investito da un'auto. Fino a qualche settimana fa non riuscivo a parlarne ora pian piano sto superando questa perdita

Una lacrima le bagnò il volto. Chris si alzò e l'abbracciò senza curarsi delle telecamere. In quel momento arrivò la polizia. Dopo qualche discussione i ragazzi con le lacrime agli occhi lasciarono la vecchia fabbrica.La signora Frigerio non diede neppure il tempo ad Alessia di salutare i suoi amici che la trascinò sulla sua auto e la riportò a casa. Il viaggio in macchina fu silenzioso, Alessia non aveva voglia di parlare. Quando arrivò a casa salì le scale e si chiuse in camera sua. Verso le cinque del pomeriggio la madre entrò in camera di Alessia non la sgridò e non la punì, ma volle sapere tutto quello che era successo in quelle ultime settimane. Alessia, troppo triste per ribellarsi, le raccontò del primo giorno in cui aveva conosciuto quei ragazzi, della sua passione per la musica e di come si sentiva meglio da quando aveva iniziato ad andare lì tutti i pomeriggi.

-E quel ragazzo che tenevi per mano?

-Si chiama Christian

-State assieme?- chiese la madre curiosa.

Alessia sorrise e annuì.

-Sembra un bravo ragazzo. Puoi uscire con lui ma voglio conoscerlo, fallo venire da noi domani a pranzo.

La madre uscì dalla stanza e Alessia chiamò Christian- Ciao amore

-Ciao, come com'è andata?

-Direi bene, non si è arrabbiata!

-Fantastico!

-Però ho dovuto raccontarle tutto della vecchia fabbrica e ha voluto pure sapere di te

-Cosa le hai detto?

-La verità! Prima o poi avrebbe dovuto conoscere il ragazzo che amo!

- Anche io ti amo- disse Chris

-Domani vuole che tu venga a pranzo da noi.

-Certo, così finalmente la conoscerò!

-Ora purtroppo devo lasciarti tesoro.

-Ti amo

-Anche io!

-Ciao Ale

-Ciao- disse Alessia e riattaccò il telefono. Aprì i libri e iniziò a studiare perché il giorno dopo aveva la verifica di matematica.

I fall in love with youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora